Occidente - Uso scorretto della Parola "Islamofobia" - The 4 Freedoms Library2024-03-28T15:59:28Zhttp://4freedoms.com/forum/topics/occidente-uso-scorretto-della?groupUrl=Italy&commentId=3766518%3AComment%3A51234&groupId=3766518%3AGroup%3A917&feed=yes&xn_auth=no23.11.2010 Di PASCAL BRUCKNE…tag:4freedoms.com,2011-04-17:3766518:Comment:512342011-04-17T17:58:53.864ZIndoeuropeanhttp://4freedoms.com/profile/Indoeuropean
<p class="clearmarginauteurauthors">23.11.2010 Di <strong>PASCAL BRUCKNER</strong> Scrittore</p>
<h1>L’Invenzione dell’ « Islamofobia »</h1>
<p class="clear">(<a href="http://www.liberation.fr/societe/01012303767-l-invention-de-l-islamophobie" target="_blank">http://www.liberation.fr/societe/01012303767-l-invention-de-l-islamophobie</a>)</p>
<p>Forgiato dagli integralisti iraniani alla fine degli anni Settanta, per contrariare le femministe americane, il termine « Islamofobia », ricalcato su…</p>
<p class="clearmarginauteurauthors">23.11.2010 Di <strong>PASCAL BRUCKNER</strong> Scrittore</p>
<h1>L’Invenzione dell’ « Islamofobia »</h1>
<p class="clear">(<a href="http://www.liberation.fr/societe/01012303767-l-invention-de-l-islamophobie" target="_blank">http://www.liberation.fr/societe/01012303767-l-invention-de-l-islamophobie</a>)</p>
<p>Forgiato dagli integralisti iraniani alla fine degli anni Settanta, per contrariare le femministe americane, il termine « Islamofobia », ricalcato su quello di « Xenofobia », ha per scopo di rendere l’Islam un oggetto intoccabile, sotto pena di essere accusati di Razzismo. Questa creazione, degna delle propagande totalitariste, mantiene una confusione deliberata fra una Religione, Sistema di pietà teologica specifica, ed i fedeli di qualsiasi origine, che vi aderiscono. Ora, una Confessione non è una Razza, tanto quanto non lo è un’Ideologia secolare: l’Islam, come il Cristianesimo, è riverito dagli arabi, dagli africani, dagli asiatici, dagli europei, come pure uomini di ogni Paese sono stati marxisti, liberali, anarchici. Fino a prova contraria, abbiamo il diritto, in un Regime democratico, di giudicare le Religioni come menzognere e retrograde, e di non amarle. Diffidare dell’Islam come si è potuto diffidare, in altri tempi, del Cattolicesimo, e giudicare inquietante il suo proselitismo aggressivo, la sua pretesa unica verità, la sua inclinazione sacrificale, è manifestare un sentimento che si potrà stimare legittimo o assurdo, senza dar prova di Razzismo. Bisogna parlare di “Liberalofobia” o di “Socialistofobia” perché si è contro il regno del Mercato o la ridistribuzione della ricchezza? Oppure bisogna ristabilire il Delitto di Blasfemia, abolito nel 1791 dalla Rivoluzione, come lo reclama ogni anno l’Organizzazione della Conferenza Islamica così come lo ha fatto in Francia, nel 2006, un deputato UMP, Jean-Marc Roubaud, desideroso di punire chi sbeffeggia o calunnia <em>«i sentimenti religiosi di una comunità o di una Stato, quale che sia”.</em> La sfida delle società aperte, è di conciliare la coesistenza pacifica delle grandi Credenze con il Diritto alla libera Espressione. La Libertà di Culto è garantita e la Libertà di criticare i Culti, pure. I francesi, scaldati da secoli di dominazione clericale, desiderano un’esposizione discreta delle Credenze. Reclamare dei Diritti per tale o tal altra comunità, imporre dei limiti stretti all’esame dei Dogmi, ci ricondurrebbe direttamente all’Ancien Régime.</p>
<p>Il termine Islamofobia adempie diverse funzioni: nega per meglio legittimare la realtà di un’offensiva integralista in Europa, attaccare la Laicità assimilandola ad un nuovo Fondamentalismo. Ma soprattutto far tacere gli islamici che osano rimettere in questione il Corano, chiamando all’Uguaglianza dei Sessi, al Diritto all’Apostasia, e che aspirano a praticare tranquillamente la loro Fede, senza subire il dettame dei dottrinari o dei barbuti. Bisogna dunque stigmatizzare queste giovani ragazze che rifiutano il velo, desiderano camminare senza vergogna, a testa nuda, per le strade, fulminare questi francesi, questi tedeschi, questi inglesi d’origine maghrebina, turca, africana, algerina, che reclamano il Diritto all’Indifferenza religiosa, il Diritto a non credere in Dio, a non digiunare durante il Ramadan. Bisogna designarli, questi rinnegati, alla vendetta dei loro correligionari, farli tacere per bloccare ogni speranza di mutamento fra i fedeli del Profeta (in Francia e, in modo rivelatore, è un “Collettivo contro l’Islamofobia” che sostiene giuridicamente le donne messe a verbale per Porto di Velo integrale). Assistiamo alla fabbricazione planetaria di un nuovo Delitto d’Opinione, analogo a quanto si faceva un tempo in Unione sovietica contro i Nemici del Popolo. E questo con l’unzione dei Media e dei Poteri politici. Il nostro stesso Presidente, che non manca mai alle panzane, non ha paragonato l’Islamofobia all’Antisemitismo? L’errore è tragico. Il Razzismo attacca le persone in quanto sono colpevoli di essere quello che sono, il nero, l’arabo, l’ebreo, il bianco. Lo spirito critico, inversamente, porta alle verità rivelate, alle scritture sempre suscettibili d’esegesi, di trasformazione. Questa confusione ha per scopo di trasporre la questione religiosa dal piano intellettuale al piano penale, siccome ogni obiezione o presa in giro è passibile di perseguimento.</p>
<p>Quanto alle profanazioni di tombe, dei luoghi di Culto, se queste tirano in ballo dei Tribunali, esse concernono per la loro stragrande maggioranza – in Francia – i cimiteri o le chiese cristiani (1). Vogliamo ricordarlo: fra tutti i Monoteismi, è il Cristianesimo il più perseguitato al mondo oggi, soprattutto nei Paesi islamici, Algeria, Irak, Egitto – fra altri -. È più facile essere islamico a Londra, New York o Parigi, che protestante, cattolico in Medio Oriente o in Africa del Nord. Ma il vocabolo “Cristianofobia” non mette radici, e fortunatamente. Immaginiamo San Bartolomeo condannato dai nostri antenati per Discriminazione, piuttosto che per Fanatismo religioso?</p>
<p>Sono dei nomi che contribuiscono ad infettare la lingua, e ad oscurarne il senso. “Islamofobia” fa parte di quei termini che devono essere vietati d’urgenza dal vocabolario.</p>