Tutte le discussioni con tag 'Caldei' - The 4 Freedoms Library2024-03-28T13:20:13Zhttp://4freedoms.com/group/Italy/forum/topic/listForTag?tag=Caldei&feed=yes&xn_auth=noMedio Oriente, Iraq - Persecuzione dei Caldèi (Cristiani) e Attacchi omicidi-suiciditag:4freedoms.com,2009-10-12:3766518:Topic:25472009-10-12T05:53:52.000ZIndoeuropeanhttp://4freedoms.com/profile/Indoeuropean
<b>Persecuzione dei cristiani (non-islamici) in Iraq</b><br />
[ <a href="http://www.unaviaxoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=1077">http://www.unaviaxoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=1077</a> ]<br />
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Video sulla PERSECUZIONE DEI CRISTIANI IN IRAQ (con immagini relative prevalentemente agli attentati contro la Chiesa Cattolica):<br />
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<b>http://www.youtube.com/watch?v=MDlJRar9p2s&feature=player_embedded</b><br />
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“Noi cristiani corriamo il pericolo di sparire dal…
<b>Persecuzione dei cristiani (non-islamici) in Iraq</b><br />
[ <a href="http://www.unaviaxoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=1077">http://www.unaviaxoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=1077</a> ]<br />
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Video sulla PERSECUZIONE DEI CRISTIANI IN IRAQ (con immagini relative prevalentemente agli attentati contro la Chiesa Cattolica):<br />
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<b>http://www.youtube.com/watch?v=MDlJRar9p2s&feature=player_embedded</b><br />
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“Noi cristiani corriamo il pericolo di sparire dal Medio Oriente, siamo isolati e abbiamo bisogno di aiuto urgente”. E’ l’appello di mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, che in un incontro a Torino promosso dalla arcidiocesi, ha fatto il punto sulla situazione della minoranza cristiana in Iraq, “tollerata ma sottoposta a continue intimidazioni e minacce che sovente degenerano in rapimenti e omicidi di religiosi e laici”. Secondo il sito Baghdadhope, che riporta la notizia, ‘il forte timore di Warduni è avallato dai numeri che disegnano il consistente calo della popolazione cristiana nei diversi Stati del Vicino e Medio Oriente’: “In Iraq i cristiani erano il 3% sotto il regime di Saddam e oggi sono al 2%. A Mosul, dove un anno fa fu trovato morto il vescovo Rahho, i cristiani erano 25 mila e adesso poche centinaia. 2500 famiglie hanno lasciato le loro case anche se molte di queste sono tornate. Oggi viviamo le conseguenze e i danni della guerra, con carenza di elettricità, mancanza di gasolio in un Paese che galleggia sul petrolio, assenza di ventilatori con 50 gradi d'estate, rapimenti e atti terroristici che continuano”. Per Warduni “i tempi sono maturi per promuovere un Sinodo generale per i cristiani in tutto il Medio Oriente. La situazione è tale che fa immaginare un disegno complessivo per svuotare il Medio Oriente dai cristiani”. Monsignor Warduni ha ripercorso la storia di un popolo condannato a vivere con le guerre: prima il lungo e sanguinoso conflitto con l'Iran, poi la guerra del Golfo, l'occupazione del Kuwait, il terribile e doloroso embargo, l'invasione americana e infine il ‘dopoguerra’ segnato da attentati kamikaze, autobomba, stragi infinite. E oggi, dichiara il vescovo iracheno, "viviamo le conseguenze e i danni della guerra, con carenza di elettricità, mancanza di gasolio in un Paese che galleggia sul petrolio, assenza di ventilatori con 50 gradi d'estate, rapimenti e atti terroristici che continuano. Venite in Iraq per sperimentare cos'è l'inferno! Io stesso mi sono salvato miracolosamente più volte come quel giorno che un'auto è saltata in aria a un check-point a pochi metri dalla mia macchina oppure quando la vettura che guidavo è stata mitragliata in pieno centro". Mons. Warduni conclude ribadendo che una piccola minoranza, quella cristiana, rischia di scomparire in tutta la regione mediorientale. In Palestina i cristiani sono meno del 2%, in Giordania il 4%, in Egitto il 10% , in gran parte copti, in Iran lo 0,1%, in Arabia Saudita non c'è nessun cristiano, mentre in Iraq l'avvenire dei cristiani è molto incerto e dipende dal futuro del Paese che appare irto di ostacoli anche se non mancano le possibilità di un miglioramento generale. Il dramma non riguarda solo i cristiani che erano 800.000 prima di dimezzarsi ma tutto il popolo iracheno perché i profughi sono oltre due milioni e mezzo e pochi sono quelli che rientrano in patria.<br />
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(Fonte: <a href="http://www.vivereitalia.eu/index.php?page=articolo&articolo_id=189431">http://www.vivereitalia.eu/index.php?page=articolo&articolo_id=189431</a> )<br />
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<b>Cronache di persecuzione e di vita cristiana. Intervista con Emmanuel III Delly, patriarca dei Caldei<br />
di Giovanni Cubeddu</b><br />
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Prima di potersi preparare all’Avvento, Emmanuel III Delly ha dovuto viaggiare molto. Per tanti motivi. Il Sinodo, alcune cure da tempo rinviate, visite pastorali alle numerose comunità caldee in Europa e negli Stati Uniti. È da cinque lunghi anni – dal dicembre del 2003 – che è stato eletto patriarca di Babilonia dei Caldei. Cinque anni con la guerra in casa. Da Baghdad ha visto, vissuto, testimoniato le sofferenze del popolo iracheno e tra queste la persecuzione dei cristiani, che nei momenti topici riesplode puntualmente (così è stato in ottobre, nei giorni del Sinodo), ma continua anche quando non fa più notizia. In Iraq, dove la guerra ha portato anche la persecuzione, il patriarca non si avventura in dichiarazioni da prima pagina. Come iracheno e come pastore della più grande comunità cristiana del Paese, sua beatitudine Delly … rende quotidianamente la sua testimonianza. E ci lascia immaginare, senza recriminare, tutta la realtà (del martirio) dietro la prudenza.<br />
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Beatitudine, dall’ultimo Sinodo, sulla Parola di Dio, che cosa ha portato a casa di buono?<br />
EMMANUEL III DELLY: In Iraq non c’è una famiglia, una sola, che non abbia in casa una copia della Sacra Scrittura, la Parola del Signore. Cosa possiamo fare ancora? Cercare di vivere questa Parola, incarnarla nella nostra vita, come la Madonna ha fatto andando verso Elisabetta per servirla e mostrare la carità fraterna. Possiamo leggerla. Conoscerla non basta, ma può essere un aiuto. Così, se possibile, ogni giorno, almeno la sera prima di andare a letto, invece di passare due o tre ore davanti alla televisione, i genitori aprano il Vangelo e leggano la Parola del Signore ai loro figli. Anche i più piccoli ascolteranno e, poco per volta, metteranno in pratica la Parola di Dio nella loro vita quotidiana. Così il Signore ci benedirà, ci darà le Sue grazie, ci aiuterà e mostrerà le vie che conducono al bene.<br />
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Mentre lei si trovava a Roma, e anche nei giorni seguenti, in particolare a Mosul, sono riprese le violenze settarie contro i cristiani.<br />
DELLY: Non solo contro i cristiani... Le notizie che vengono dall’Iraq non sono buone per nessun iracheno. Quando uno non sa da dove viene il male, cerca di trovarne l’origine ma non la trova, e allora sta sempre in ansia, sempre triste. Capita questo ai miei concittadini. In Iraq non passa un giorno senza che essi non abbiano un guaio. Per me non è mai tramontato il sole senza aver sentito una cattiva notizia o incontrato un problema che riguarda il bene dell’Iraq, non soltanto quello dei cristiani.<br />
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Non c’è solo Mosul.<br />
DELLY: Ciò che è accaduto ai cristiani di Mosul avviene da tempo anche altrove, e semplicemente questa volta ha provocato un po’ di chiasso in più. Molti hanno dovuto lasciare le proprie case, spinti dalla paura o da altre ragioni più concrete... Hanno visto i loro vicini fuggire al nord e li hanno seguiti lasciando la città. Sicuramente c’è qualcosa che non va… Ma cosa? La colpa è di alcune persone che non credono in Dio, non sono musulmani né cristiani, non hanno altre credenze all’infuori del proprio interesse e minacciano tutti coloro che possiedono qualcosa o un po’ di denaro. Gli impongono di lasciare le case e andare via, e girando in auto per le vie gridano: «Non comprate queste case, le avremo gratis!». (…)<br />
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Un partito cristiano organizzato, di minoranza, che cosa potrebbe fare?<br />
DELLY: Purtroppo ogni partito insegue i propri interessi. Prima di tutto quello di affermare che è migliore degli altri, e questo non mi piace. Dobbiamo invece formare un solo “partito fedele alla patria”, cioè mettere fra noi la carità fraterna, essere uniti e lavorare con un cuore solo per tutti i nostri fratelli iracheni. E dobbiamo incitare anche i connazionali all’estero a mettere in pratica questa politica: in una parola, dobbiamo fare tutto il possibile per il bene della nostra nazione. (…)<br />
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Che rapporti ha mantenuto con la diaspora irachena e con i cristiani che sono andati via?<br />
DELLY: Vorrei che coloro che sono nella diaspora ritornassero in patria. Ma se non possono, se la diaspora è diventata per loro la seconda patria, allora restino dove sono. Per il bene loro e del Paese in cui ora si trovano e anche per il bene della loro patria. Però… vorrei che tornassero… Non vogliamo che l’Oriente si svuoti dei cristiani, questo Oriente che il Signore ha amato tanto. È lì che Lui ha vissuto e non vogliamo che quelle terre siano svuotate del cristianesimo per colpa di qualcuno.<br />
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C’è ancora la volontà politica di trasferire i cristiani, per motivi di sicurezza, in alcune “zone franche” del Paese?<br />
DELLY: Che io sappia, tutti i responsabili, a partire dal presidente e dal primo ministro, vorrebbero che i cristiani rimanessero nel Paese perché sono la forza dell’Iraq. Le statistiche dicono che i cristiani sono appena il tre o quattro per cento della popolazione, ma non è vero... Significano molto di più perché anche la qualità conta, e i nostri cristiani iracheni sono istruiti, desiderosi di far bene, e conoscono il mondo fuori del Paese. Così quel “tre o quattro per cento”, anche se è un numero piccolo, non identifica in realtà una minoranza, perché si riferisce a persone che sono in Iraq da prima che arrivasse l’islam. Originari del Paese, non immigrati.<br />
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Che cosa ha significato per il patriarca vivere cinque anni di guerra e di persecuzione?<br />
DELLY: È una cosa naturale, non dobbiamo meravigliarci. Nostro Signore ha trascorso tre anni facendo del bene ai suoi compatrioti, dando loro il pane, guarendo i loro malati, e nonostante la domenica delle Palme avessero gridato al suo passaggio: «Osanna! osanna!», il venerdì seguente hanno ripetuto tutti: «Deve essere crocifisso!». Così è la vita! L’uomo dimentica presto, noi invece dobbiamo fare del bene sempre, seguire l’esempio di nostro Signore, le tracce che ha lasciato camminando. Come lui ha salito il Golgota, sopportando tutto, ma poi è risorto, così anche noi dobbiamo passare per la stessa via di sofferenze, critiche, maltrattamenti, ma siamo sicuri che alla fine avremo la risurrezione e la vittoria.<br />
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C’è una nuova amministrazione in America. Ha un commento in proposito?<br />
DELLY: No, queste cose non mi riguardano… Invece sono contento dei nostri cristiani, che sono veramente saldi nella fede, nonostante le difficoltà nelle quali si trovano oggi.<br />
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Qualche episodio da raccontare al riguardo?<br />
DELLY: Posso solo dire che sono veramente devoti, hanno fede, conoscono i loro doveri religiosi e li compiono facilmente, nonostante le difficoltà, nonostante la paura. Ogni domenica portano i figli a messa, e questa è una buona cosa. È vero, la situazione non è facile, anche le scuole talvolta sono minacciate; così molti non vi mandano più i figli temendo che vengano sequestrati o ammazzati.<br />
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Quindi i gruppi di violenti contro i cristiani continuano a operare?<br />
DELLY: Si tratta di fanatici che agiscono per interesse proprio… Ma quando il governo lo viene a sapere la smettono. Il nostro governo è indipendente, nonostante sia sciita cerca di fare del bene anche ai cristiani, per guadagnarne il rispetto e le lodi, non il sospetto. Come le dicevo non abbiamo mai sentito di un decreto contro i cristiani in quanto cristiani, almeno finora. Gli sciiti difendono i cristiani. Dicono che bisogna aiutarli e che bisogna dare loro lavoro, perché fanno parte dell’Iraq e l’Iraq non può vivere senza cristiani. Ci sono però anche alcuni che badano solo ai propri interessi, alcune frange musulmane… (…)<br />
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Chissà quanti consigli spassionati o interessati su come risolverli avrà ricevuto...<br />
DELLY: Dei giorni a Roma, da studente seminarista, ricordo un mio professore che mi spiegava che cos’è la filosofia: «È la scienza con la quale, o senza la quale, l’uomo rimane tale e quale».<br />
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(Fonte: <a href="http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=19454">http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=19454</a> )<br />
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info@centrostudifederici.org<br />
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Archivio dei comunicati: <a href="http://www.centrostudifederici.org/stampa/stampa.htm">http://www.centrostudifederici.org/stampa/stampa.htm</a><br />
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28 aprile 2009, di Jonathan Kay<br />
<b>Mother let herself blow up among hungry People, holding her Child in her Hand</b><br />
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Avendo passato la Mattinata a leggere le Notizie della Settimana, sono giunto alla Pagina 4 dell'Articolo del New York Times del Venerdì. Qui c'è il Paragrafo: "Baghdad - Almeno 80 Persone sono morte e altre 120 sono state ferite Giovedì da tre Bombe, una esplosa da una Bombarola femmina suicida a Baghdad che, dicono gli Ufficiali irakeni, teneva la Mano di un giovane Bimbo mentre detonava i suoi Esplosivi fra un Gruppo di Donne e Bambini che stavano ricevendo Aiuti alimentari d'Emergenza".<br />
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Persino mettendo da parte la nostra Repulsione di base verso il Terrorismo, ci sono specialmente tre Cose odiose che saltano fuori da ciò:<br />
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1) una Madre che prende deliberatamente il (presumibilmente) suo Bambino con sé mentre si immola. Per tutte le centinaia di Bombe suicide che l'Iraq ha già testimoniato, questa sembra essere la prima.<br />
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2) Questa era una Fila per Aiuti alimentari. Gli Islamisti sono andati dall'attaccare i Soldati statunitensi, all'attaccare Soldati irakeni, ad attaccare Stazioni di Polizia, ad attaccare Cerimonie religiose di Sette rivali - fino a superare la Linea del Nichilismo, ora, riducendosi a far saltare in Aria Gente affamata in cerca di Sostentamento.<br />
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3) Questo Crimine odioso è stato riportato a Pagina 4 del New York Times. Ed una veloce Analisi degli altri Media suggerisce che ha avuto un simile Trattamento di Serie B anche altrove. Questo Tipo di Atto sarebbe valso delle Testate principali una decade fa. Ma ora, è solo un altro Assassinio senza Senso commesso da un Islamista demente, contro Compagni islamici. Assieme a suo Figlio. (Sbadiglio).<br />
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La dice lunga sul Mondo in cui viviamo, o no?<br />
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jkay@nationalpost.com<br />
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