Tutte le discussioni con tag 'Impiccagione' - The 4 Freedoms Library2024-03-28T19:40:47Zhttp://4freedoms.com/group/Italy/forum/topic/listForTag?tag=Impiccagione&feed=yes&xn_auth=noMedio Oriente, Iran - Islamizzazione della Persia ed Opposizionetag:4freedoms.com,2009-10-11:3766518:Topic:24792009-10-11T13:14:42.000ZIndoeuropeanhttp://4freedoms.com/profile/Indoeuropean
<b>Amir Abbas Fakhravar e l’orgoglio persiano</b><br />
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Il termine ”islamista”, cioè terrorista islamico, una volta mi fu contestato da un illustre navigatore di internet, ora me lo ritrovo pronunciato da un dissidente iraniano in una conversazione informale a un tavolo imbandito tra amici. Il mio interlocutore è il…
<b>Amir Abbas Fakhravar e l’orgoglio persiano</b><br />
[ <a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/02lisistrata/index.cgi?action=viewnews&id=206">http://www.lisistrata.com/cgi-bin/02lisistrata/index.cgi?action=viewnews&id=206</a> ]<br />
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Il termine ”islamista”, cioè terrorista islamico, una volta mi fu contestato da un illustre navigatore di internet, ora me lo ritrovo pronunciato da un dissidente iraniano in una conversazione informale a un tavolo imbandito tra amici. Il mio interlocutore è il famoso trentaquattrenne Amir Abbas Fakhravar, figlio di un ufficiale dell’Air Force al tempo di Reza Palhavi, recluso varie volte nelle carceri dei mullah con l’accusa di sedizione e fuggito dall’ultima detenzione, dove avrebbe dovuto scontare la condanna di sette anni di isolamento sottoposto alla “tortura bianca”. Secondo Amnesty International è la peggiore tortura riservata a un oppositore del regime degli Ayatollah, dalla quale è impossibile uscirne vivo: una cella tutta dipinta di bianco, luce al neon perennemente accesa di giorno e di notte e cibo a base di riso. Amir Abbas è riuscito a sopravvivere alla galera senza perdere la ragione ed a salvarsi dopo meno di un anno, in occasione di un permesso per dare un esame all’università, facendo perdere le sue tracce. Attualmente vive negli USA braccato dalla polizia segreta del suo amato Paese, sul cui capo pende una “fatwa” del tribunale di Teheran con l’ordine di cattura internazionale e di sparargli a vista. Vive di giornalismo, di convegni in giro tra gli USA e l’Europa e di libri che scrive di suo pugno preparando la rivoluzione anti-islamista. Parla correttamente l’inglese ma la sua lingua madre è il “farsi”, antico idioma persiano d’estrazione indoeuropea non araba, parlato in Iran e in alcuni Paesi limitrofi, segno che Amir Abbas si batte per il recupero delle antiche tradizioni di questo popolo. Sogna di rientrare in patria accanto ai suoi fratelli e di scrivere libri per bambini allo scopo di educarli alla democrazia. Nella nostra conversazione è emersa una lucida descrizione delle caratteristiche della sua gente che conosce benissimo avendo intrattenuto contatti nelle diverse scuole della capitale, divenendo ben presto leader indiscusso dei giovani universitari di Teheran.<br />
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Attualmente è a capo del “Movimento Iraniano per la Libertà” (in persiano: Jonbesh-e-Azadi voi Iraniyan) per il riscatto dal regime dei mullah [vedi: Iranian Freedom Movement postato su questo Blog il 30/1/09]. “Devi sapere" – mi informa Abbas – che “il popolo persiano ha la memoria lunga”. “Il giorno che rovesceremo questo regime sanguinario, e sarà molto presto, esamineremo chi lo ha mantenuto in vita con i suoi commerci per lucrare energia al miglior prezzo e ci regoleremo di conseguenza, scegliendo i nostri futuri partner”. Una promessa che sa di minaccia all’Europa che oggi “va a braccetto con chi fa il proprio comodo” che lui, Abbas, non accetta considerando un “indecente appeasement” che avvantaggia un regime che vuol distruggere l’Occidente a partire da Israele. In altre parole, il messaggio che Fhakravar lancia al mondo è che gli occidentali, piuttosto che studiare quando e come bombardare le centrali nucleari, dovrebbero interrompere le relazioni commerciali, cominciando dalla mediazione con Ahmadinejad presso l’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) prima che l’Iran riesca a costruire la bomba atomica. E lo devono fare presto perché secondo la logica musulmana, dimostrata nei secoli di lotte di conquista, i primi a “pagare” saranno proprio quei governi che, per il proprio tornaconto, rinnegano le proprie tradizioni accordandosi con quegli Stati come il mio, che calpestano i diritti umani. Il che equivale a dire che chi tradisce i propri principi, domani sarà pronto a tradire chiunque; per tal ragione in nome di Allah “il puro”, si sentono in dovere di eliminarti in via prioritaria [vedi: ‘Testimonianza di Nahid Persson’].Secondo alcuni osservatori sarebbero queste le tesi che avrebbe suggerito in alcuni dei suoi incontri avuti con lo stato maggiore americano e con George W. Bush. Parole sinistre che riecheggiano in ogni intervista che rilascia da quando è in Occidente, come quella del 2007 rilasciata ad Elio Bonazzi, dalle quali Amir Abbas non indietreggia di un millimetro, convinto di essere in linea con l’opinione della parte più sana della stragrande maggioranza del suo Paese (il 90%) che rifiuta il regime sanguinario dei mullah. “Devi sapere – mi confida - che “nelle nostre scuole si impartiscono ore di lezioni di odio verso l’usurpatore occidentale e nessuno si rende conto che questi giovani così indottrinati, domani potranno rafforzare il regime che si prepara a distruggere gli “impuri””. Da queste considerazioni emerge ciò che già si conosce, cioè che la cricca dei mullah è una dittatura come quella hitleriana contro la quale, la miopia dei Paesi del Vecchio Continente non riuscì negli anni trenta a prevedere la catastrofe che si profilava all’orizzonte, mentre i dissidenti dell’epoca nelle piazze ammonivano che alimentare il “coccodrillo”, nella speranza di non essere divorati o magari di essere mangiati per ultimi, era pura illusione. Un monito forte quello di Fakhravar per i Governi occidentali che non può restare inascoltato.<br />
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<i>F. P.</i><br />
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<b>La rivoluzione se l’è mangiata</b><br />
[ <a href="http://area7.ch/dettagli.php?id_edizione=1018&id_articolo=2783&rif=bc16eb3019">http://area7.ch/dettagli.php?id_edizione=1018&id_articolo=2783&rif=bc16eb3019</a> ]<br />
G. H.<br />
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Ha fatto la rivoluzione cacciando lo Scià. Poi la rivoluzione ha mangiato i suoi figli. E lei è fuggita dall'Iran per trovare rifugio in Svezia. Nahid Persson, diventata regista cinematografica quasi per caso, è oggi una delle più attente e critiche osservatrici della realtà politica e sociale del suo paese. Anche se ha il divieto di metterci piede. "Behind the Veil", un film sulla prostituzione in Iran, non era infatti piaciuto al regime islamista di Teheran. Persson ha presentato lo scorso mese di agosto nella Settimana della critica al Festival di Locarno il suo penultimo lungometraggio, "Four Women, One Man": ritratto al contempo toccante, impressionante e divertente di una famiglia composta da un marito, quattro mogli e i loro figli. E proprio questa settimana Persson al Festival del documentario di Amsterdam ha proposto il suo ultimissimo film, "The Queen and I", curioso confronto fra lei e la vedova dello Scià che sarà lanciato in occasione del trentesimo anniversario della rivoluzione, nel prossimo mese di febbraio. L'abbiamo intervistata.Nahid Persson, lei nel 1979 era un'attivista molto giovane del movimento rivoluzionario che portò alla destituzione dello Scià. Quali erano le sue attese, le sue speranze? Avevo solo 19 anni, ma come molti altri miei coetanei volevo impegnare le mie energie per distruggere il regime. Tutti volevamo una società più giusta. Eravamo divisi in piccole organizzazioni. Io ero da due anni una militante attiva in un partito comunista. Quando si prospettò l'ipotesi di avere l'ayatollah Khomeini come leader del movimento rivoluzionario fummo d'accordo, purché terminata la rivoluzione sgombrasse il campo e lasciasse il posto ad una società comunista.<br />
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Ma purtroppo s'impose la Repubblica islamica, che mise fine alla nostra rivoluzione.<br />
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Non ve l'aspettavate che il movimento islamista si sarebbe imposto?<br />
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No, anche perché i suoi leader avevano promesso che avrebbero rispettato tutte le componenti del movimento rivoluzionario. Invece un anno dopo la caduta dello Scià cominciarono gli arresti di massa. Finirono in prigione anche i miei due fratelli più giovani e molti amici. Sei mesi dopo uno dei miei due fratelli, che aveva appena 17 anni, fu impiccato. L'altro fece molti anni di carcere.<br />
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Lei fuggì dall'Iran solo nel 1982. Perché ci rimase ancora per tre anni malgrado gli evidenti pericoli che correva?<br />
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Speravamo di poter cambiare il corso delle cose, che una seconda rivoluzione fosse ancora possibile. Ci aspettavamo un appoggio da parte degli Stati comunisti che però non ci giunse. Fra il 1979 e l'82 continuai quindi ad essere molto attiva politicamente e cominciai a scrivere su diversi giornali. Formalmente ero iscritta all'università, ma non avevo tempo per studiare. Poi, nell'82, ritenni più prudente fuggire a Dubai, dove rimasi due anni prima di essere espulsa perché con dei compagni avevamo proseguito il nostro lavoro politico. Giunsi così in Svezia. In breve tempo ci organizzammo e con dei compagni fondammo una stazione radiofonica per gli esuli iraniani in Svezia. Quella radio si rivelò importantissima per sopravvivere, per continuare a tessere dei legami di comunità. Io però smisi ben presto di occuparmi di politica, non ne potevo più, e lasciai che fossero altri ad occuparsene alla radio.<br />
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Poi è arrivato il cinema.<br />
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Sì, quasi per caso. Fu solo dopo alcuni anni che facevo dei film professionali soprattutto per la tv svedese che, nel 2004, decisi di iscrivermi ad una scuola di cinema e tv. Sempre nel 2004 girai "Prostitution behind the Veil" ("Prostituzione dietro il velo"). Parla della prostituzione in Iran. Ero già tornata in Iran nel 1999 per girare "End of the Exile" ("Fine dell'esilio"). "Prostitution behind the Veil" è figlio di una rabbia profonda nei confronti della società iraniana: ero furibonda per la quantità di tossicodipendenti e di prostitute che nel '99 avevo visto nelle strade e che il regime sistematicamente nega. Mi ci vollero 5 anni per ottenere i permessi per filmare in Iran.<br />
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La lavorazione di "Prostitution behind the Veil" fu costellata di difficoltà.<br />
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Sì, in realtà avevo ottenuto i permessi per girare un altro film. Il pretesto era di girare un cortometraggio su due donne anziane che convivono a Teheran. Ma non era facile eludere il controllo della polizia, gli agenti continuavano ad importunarmi. Un giorno ci riuscii, andai in centro e incontrai un uomo che vendeva prostitute. Lui mi condusse nel suo postribolo, le donne erano tutte lì. E le filmai con la camera digitale. Appena uscita due poliziotti mi fermarono e mi condussero al commissariato. Volevano vedere cosa avessi filmato, ma negai di avere con me la camera. In realtà l'avevo in tasca, ma siccome i poliziotti erano due uomini e le colleghe donne erano in pausa non mi poterono perquisire e così salvai il girato. Poi il film uscì, facendo infuriare il regime. Così quando mi trovavo di nuovo in Iran fui arrestata e tenuta per due mesi agli arresti domiciliari. Fu un periodo psicologicamente molto pesante. Mi liberarono solo dopo aver firmato una dichiarazione secondo la quale non sarei mai più tornata in Iran a fare dei film. Non sapevano che mi trovavo in Iran per fare proprio "Four Women, One Man" ("Quattro donne, un uomo").<br />
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Dovetti lasciare l'Iran in tutta fretta e mandai mia figlia a finire le riprese.<br />
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"Four Women, One Man", il film su una famiglia poligamica, le ha procurato gli stessi problemi?<br />
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No, perché non abbiamo quasi mai girato all'aperto. E nessuno tranne la famiglia coinvolta e qualche vicino sapeva che stavamo facendo un film. Non ero preoccupata perché mi interessavo alla vita quotidiana, non a questioni politiche. Non avevo nessuna intenzione di creare ulteriori problemi alla mia famiglia, che ancora vive in Iran.<br />
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Come ha conquistato la fiducia della famiglia protagonista del film?<br />
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Lui è molto fiero di sé, non vedeva l'ora di mettersi in mostra, di esibire la sua ricchezza e le sue donne in un film. La fiducia delle donne l'ho conquistata in pochi giorni, parlando con loro. Avevano un gran bisogno di comunicare con qualcuno. In breve tempo hanno cominciato a mandare i loro figli a chiamarmi con un bigliettino.<br />
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Diventai la loro confidente. Ed essendo molto gelose tra di loro, dovevo anche stare attenta a non preferire una donna sulle altre.<br />
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Quanto è diffusa la poligamia in Iran?<br />
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Non tanto, perché gli uomini che vorrebbero praticarla spesso non hanno abbastanza soldi per potersi permettere più di una moglie. Molto più diffusi sono i matrimoni a breve termine, di un'ora o due, per aggirare il divieto della prostituzione. Una pratica che il regime tollera in tutta cognizione di causa.<br />
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C'è dibattito pubblico in Iran sulla poligamia?<br />
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In Iran si è molto occupati con altri problemi politici, economici e sociali, questo passa in secondo piano, non è rilevante.<br />
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Lei ha appena terminato un altro documentario, "The Queen and I" ("La regina ed io"), nel quale si confronta direttamente con Farah Diba Pahlavi, la vedova dello Scià Reza Pahlavi. Come è giunta all'idea di fare un film con lei?È successo quando ero agli arresti domiciliari. Uno dei poliziotti che mi interrogava mi disse un giorno "tu devi essere un'amante dello Scià". Dal suo punto di vista l'insulto consisteva nel darmi della monarchica. Tutto questo mi ha incuriosita. E pensandoci mi sono resa conto che sia lei che io siamo entrambe due donne in esilio, malgrado in passato avessimo lottato su fronti contrapposti, lei come regina, io come militante comunista.<br />
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Come si è sviluppato il vostro rapporto?<br />
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Le riprese del film sono durate due anni, è stato un progressivo percorso di avvicinamento. All'inizio sentivamo molta distanza l'una dall'altra. Poi però ci siamo conosciute sempre meglio e ora stiamo scoprendo di avere molti punti in comune. In fondo la differenza fondamentale risiede ancora nel fatto che io sono rimasta comunista e lei continua ad essere monarchica. Entrambe desideriamo tornare in Iran. Lei vorrebbe restaurare la monarchia, ma sa che io non lo voglio. Lei come persona mi piace molto, è molto aperta e vuole sinceramente che s'istauri la democrazia in Iran, cosa che per me è molto importante. Sono stata anche alla cerimonia annuale che si svolge al Cairo per celebrare l'anniversario della morte di suo marito – ma le ho detto che ero lì per lei, non per suo marito.<br />
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Come definisce la vostra relazione?<br />
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Non oso definirla di amicizia, perché non so ancora se si fida davvero di me. Ma a volte, in momenti di intimità, sembriamo davvero amiche. E ora che ha visto il film, credo che un po' di fiducia nei miei confronti ce l'abbia.<br />
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<b>Shari'a</b><br />
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2 giovani impiccati per aver dimostrato opposizione al Regime islamico. Il pubblico guarda e fotografa, tranquillamente:<br />
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<a href="http://truthtube.tv/play.php?vid=1090">http://truthtube.tv/play.php?vid=1090</a><br />
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<b>La Lezione che gli Islamici devono imparare dal Modello iraniano: l’Islam NON è la Soluzione</b><br />
Giovedì, 25 giugno 2009 - Di Dr. Tawfik Hamid<br />
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Per decadi la Fratellanza Musulmana e i suoi Gruppi affiliati, quali Hamas, hanno usato l’Espressione “L’Islam è la Soluzione” quale loro Slogan. L’hanno usato in un modo utile a convincere gli Islamici che l’Islam avrebbe portato Soluzioni a tutti i loro Problemi. Molti Giovani islamici sono stati attratti dall’Islamismo perché hanno creduto che usando l’Islam in Politica e implementando la Shari’a avrebbe portato una Soluzione ai Problemi che affrontano le loro Società. Il Successo economico dell’Arabia Saudita, che implementa la Legge della Shari’a, e il Successo dei primi Islamici nella costruzione di un enorme e potente Impero islamico, sono stati due potenti Esempi che hanno attratto molti dei nostri Giovani islamici, me incluso, verso questa “Soluzione islamica”. Il fallimento in molte Società islamiche nella Riuscita in diversi Capi, incluso lo Stato economico, ha nutrito il Sentimento che adottando la Soluzione islamica fosse la sola Risposta ai nostri Problemi.<br />
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La Rivoluzione iraniana è stata vista da molti Islamici quali Prova che l’Islam è la Soluzione. Al Contrario, il Fallimento del Regime iraniano nel portare Prosperità alla sua Gente può smontare questo Concetto. Le recenti Dimostrazioni contro il Regime iraniano sono una chiara Evidenza che l’Islam NON è la Soluzione, poiché il Governo non ha portato Successo e vera Giustizia alla sua Gente.<br />
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Il Mondo islamico ha anche bisogno di guardare ai suoi Fallimenti in seno ai Sistemi e ai Regimi islamici. La Legge della Shari’a è stata implementata in Sudan, in Parti dell’Afghanistan e in Pakistan, in Parti della Nigeria, e in Somalia. Questo non ha portato Benessere e Prosperità alla Gente come molti Islamici invece si aspettavano. Al Contrario, ha portato Povertà e Miseria alle loro Popolazioni. La miglior Evidenza per ciò è che si vedono decine di migliaia di Giovani islamici che chiedono di immigrare in Occidente ma non vediamo molti di loro cercare di immigrare in Somalia o in Aree controllate dai Talebani!<br />
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Il Mondo islamico deve far fronte alla Realtà che Soluzioni islamiche e bastate sulle Shari’a per i Paesi sono fallite nel portare Prosperità alla Gente in molte Parti dove sono state implementate. I Media hanno un Ruolo da giocare nel mostrare il Fallimento di molti Sistemi islamici in diverse Parti del Mondo. Il Mondo islamico deve svegliarsi dal suo Sogno che applicare la Shari’a risolverà tutti i loro Problemi e riconoscere la Realtà che “l’Islam NON è la Soluzione”.<br />
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Fonte: <a href="http://www.TawfikHamid.com">www.TawfikHamid.com</a><br />
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<b>L’Olocausto silenzioso: perché l’Umanità deve realizzare la Vittoria sull’Islam</b><br />
3 luglio 2009, di Azam Kamguian [*]<br />
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Parlerò dell’Islam; l’Islam contemporaneo in Iran. Descriverò alcuni Episodi della Carneficina islamica e descriverò brevemente cosa è successo e cosa ancora succede in Iran. Parlerò di quelli che hanno nutrito Movimenti islamici o hanno cercato di giustificare l’Islam. Concluderò enfatizzando l’Urgenza di realizzare la Vittoria dell’Umanità sull’Islam e i Passi pratici da intraprendere per realizzare ciò.<br />
Le ultimi decadi del XX secolo hanno visto un altro Olocausto, quello islamico, in cui milioni sono stati e continuano ad essere uccisi con Arma da fuoco, decapitati e lapidati a Morte; in cui la Gente è stata ammazzata e rimossa da parte di Stati islamici, Movimenti dell’Islam politico, e dai Terroristi islamici in Iran, nel Sudan, in Afghanistan, Algeria, Egitto, Nigeria, Asia centrale, e ora in America.<br />
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La Veste, il Turbante e il Corano continuano a fare Vittime fra la Gente. Qualsiasi Voce dissidente o per la Libertà è messa a tacere subito. L’Oppressione mantenuta dal Movimento islamico prende innanzitutto la Forma dell’Opposizione alla Libertà delle Donne, limitando le Libertà civili delle Donne, limitanto la Libertà di Espressione nel Dominio culturale e personale, rinforzando Leggi e Tradizioni brutali, e tramite l’Uccisione di Massa di Gente, dai Bambini agli Anziani.<br />
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Essenzialmente, l’Islam è un Assetto di Credenze e Regole che militano contro la Prosperità umana, il Benessere, la Libertà, l’Uguaglianza e la Conoscenza. L’Islam e una Vita umana piena sono Concetti contradditori, che si oppongono fra loro. L’Islam, in qualsiasi modo lo si interpreti, è ed è sempre stato fortemente contro il Secolarismo, il Modernismo, l’Egualitarianesimo, e i Diritti dellle Donne. L’Islam politico, comunque, è un Movimento politico che è venuto alla ribalta contro i Movimenti secolari e progressivi per la Liberazione, e contro gli Avanzamenti culturali e intellettuali.<br />
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La Violenza e lo Sdegno verso la Dignità umana sono inerenti nei Manifesti dei Gruppi dell’Islam politico.<br />
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“L’Ufficializzazione dell’Esistenza di una Repubblica islamica significa che in essa esiste Violenza brutale.”<br />
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Dopo che l’Islam politico ha preso Potere in Iran, creando una Repubblica islamica, questo Movimento è uscito dai Margini, in altri Paesi del Medio Oriente. È stato in Iran che l’Islam politico si è organizzato per la prima Volta in un Governo ed è diventato una Forza considerevole nella Regione.<br />
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In Iran, sotto lo Stato islamico, la Violenza ha avuto un’altra Dimensione: quella basata sull’Islam.<br />
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L’Ufficializzazione dell’Esistenza di una Repubblica islamica significa che in essa esiste Violenza brutale. Il solo Fatto che la Gente debba conformarsi a Leggi basate su qualcosa che un qualche Dio si crede aver detto da qualche Parte, o che qual tal Profeta ha detto, rappresenta in sé una Violenza. Se qualcuno protesta contro queste Leggi, è soggetto a Punizione e Soppressione. Islam significa il peggiore e più feroce Tipo di Violenza. L’Iran è il Quadro più trasparente di cosa l’Islam è capace.<br />
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Cercherò di percorrere brevemente questo Periodo di Violenza, Atrocità e Misoginia – un Bagno si Sangue commesso dall’Islam al Potere.<br />
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In Iran, ho vissuto per migliaia di Giorni in cui l’Islam ha versato Sangue. Dal 1979, centinaia di migliaia di Uomini, Donne e Bambini sono stati giustiziati in Nome di AlLah. Ho vissuto attraverso Giorni dove io, con migliaia di Uomini e Donne nel Paese, abbiamo guardato ai Nomi dei nostri Amati, Mariti, Mogli, Amici, Figlie, Figli, Colleghi e Studenti, nei Giornali, che giornalmente annunciavano i Nomi dei giustiziati. Giorni in cui i Soldati di AlLah hanno attaccato Negozi di Libri e Case editrici e hanno bruciato Libri. Giorni di Attacchi armati ad Università, uccidendo Studenti in tutto il Paese. Settimane e mesi di Attacchi sanguinosi sui Lavoratori scioperanti o dimostranti. Anni di Assassinio di Opponenti in seno all’Iran e fuori. Anni di Soppressione e Omicidio brutale degli Atei, liberi Pensatori, Socialisti, Leaders del Commercio e Attivisti, Marxisti, Bahai, Donne che hanno resistito alla Miseria dell’Hijab e alla Regola dell’Apartheid di Genere, e molti altri oltre a questi, che sono stati arrestati nelle Strade e poi giustiziati semplicemente per la loro innocente Apparenza non-islamica. E alle centinaia di migliaia di ammazzati in Iran devono essere aggiunti i milioni che sono morti in Algeria, Sudan, Afghanistan, Pakistan e altrove. Un silente Olocausto in merito al quale il Mondo civilizzato fa Niente.<br />
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Io, con altri migliaia di Prigionieri politici, siamo stati torturati su Ordine dei Rappresentanti di AlLah e della Shari’a; torturati, mentre i Versi del Corano in merito ai Non-credenti venivano trasmessi nelle Camere di Tortura. La Voce che leggeva il Corano si mischiava alle nostre Urla di Dolore causate dalle Frustate e altri brutali Forme di Tortura. Hanno stuprato Donne Prigioniere politiche in Nome di AlLah, in attesa della sua Ricompensa. Hanno pregato prima di stuprarle. A migliaia è stato sparato a Morte da Plotoni d’Esecuzione mentre i Versi coranici venivano recitati. I Prigionieri venivano svegliati ogni Giorno all’Alba al Suono degli Spari ai loro Amici e Compagni di Cella. Dal Numero di Spari potevi capire quanti erano stati ammazzati quel Giorno. La Macchina delle Uccisioni non si fermava nemmeno un minuto. I Padri e le Madri, Mariti e Mogli, che hanno ricevuto gli Abiti insanguinati dei loro Amati, dovevano pagare per le Pallottole che erano state usate. Hanno creato un’Auschwitz islamica. Molta della Gente migliore, più appassionata e progressista è stata massacrata. Le Dimenisioni dell’Orrore vanno oltre l’Immaginazione.<br />
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Da quel momento, l’Amore, la Felicità, i Sorrisi e le libere Interazioni umane sono state proibite. L’Islam se ne è impadronito completamente. Questo è quanto è accaduto alla mia Generazione. Ma non è stato limitato solo alla mia Generazione. Ha avuto Conseguenze sanguinose per la Generazione dei nostri Genitori e per la Generazoine futura. Durante questi anni, a milioni di Bambini è stato lavato il Cervello ed essi sono stati manipolati. I Crimini commessi dalla Repubblica islamica dell’Iran e dall’Islam politico nella Regione sono comparabili ai Crimini commessi dal Fascismo negli anni Trenta e ad Inizio anni Quaranta, e al Genocidio in Rwanda e in Indonesia.<br />
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E pure, questi sono Avvenimenti di cui l’Umanità attorno al Mondo è largamente inconsapevole. Un Olocausto che, se l’Umanità conoscesse le sue Dimensioni ed Intensità, ne causerebbe certamente la Cancellazione. Con la Caduta di questi Regimi, al Mondo sarà finalmente data l’Opportunità di sapere la Verità – le Vittime parleranno, le Prigioni e le Camere di Tortura saranno esposte, i Torturatori rilasceranno Confessioni struggenti, i Prosecutori islamici e i Giudici riveleranno cosa hanno fatto alle loro Vittime dietro alle Pareti delle Prigioni. Poi la Gente di tutto il Mondo vedrà che deprecabile Fenomeno sia l’Islam. Scopriranno finalmente la Verità in merito a questi Governi che hanno appoggiato i Movimenti islamici e in merito ai Media occidentali principali che hanno deliberatamente bloccato l’Accesso alla Verità alla Gente.<br />
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I Fatti dell’11 settembre hanno esposto alcuni alla Realtà di cosa sta succedendo alla Gente che vive sotto il Terrore costante dell’Islam. Ha esposto qualcosa della Tragedia che vivono le Donne sotto i Talebani. Ha rivelato, in qualche modo, la vera Sostanza dell’Islam. Ma è stato chiaro che questa Carneficina sia islamica. È diventato evidente che è tutta una Questione di Islam.<br />
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Quando sono venuta in Occidente all’Inizio degli anni Novanta, mi sono confrontata con il Fatto che la maggioranza degli Intellettuali, dei Media principali, del Mondo accademico e molte Femministe, in Nome del Rispetto delle altre Cutlure e Religioni, stavano cercando di giustificare l’Islam dividendolo fra Fondamentalisti e Moderati, Reazionari e Progressisti, Medinesi e Meccani, Populisti e Non-populisti, Nocivo e Commestibile. Per Gente come me, Vittime di prima Mano dell’Olocausto islamico, era soffocante udire – e refutare – infinite Favole che giustificavano questo Terrore, Atrocità e Misoginia. In Parallelo a questa Carneficina islamica, gli Apologeti dell’Islam cercano di sviare la corretta Ripugnanza per l’Islam e per il Movimento politico islamico, facendolo limitare ad un Odio verso il Fondamentalismo. Cercano di ridurre la Lotta anti-islamica alla Lotta anti-Fondamentalismo.<br />
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Continuano a dirci che ciò che ci deve ripugnare è il Fondamentalismo, non il “vero” e “reale” Islam.<br />
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Chiamano alla “Riforma nell’Islam” e ad una “Interpretazione positiva del Corano” in merito ai Diritti delle Donne, tramite “giri di Parole”. Sollevano l’Idea di un Femminismo islamico e cercano di attaccare una Faccia umana alla mostruosa Faccia dell’Islam verso le Donne.<br />
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“Il Diritto alla Libertà d’Espression, all’Uguaglianza degli Uomini e delle Donne, e uno Stato secolare si applicano pure alla Gente del “Terzo Mondo”. Non è vergognoso che dobbiamo stare a discutere di ciò?”<br />
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La Verità deve essere espressa. Non dovremmo più lasciare gli Apologeti dell’Islam giocare con le Vite della Gente. Dovremmo dire chiaramente e ad alta Voce che è tutta una Questione di Islam. Cosa abbiamo visto in Realtà è l’Islam al Potere. Il Fatto è che i Liberali occidentali e gli Intellettuali di sinistra si sentono colpevoli in merito alla Storia coloniale e fanno Apologia del “Terzo Mondo”. Considerano il “Terzo Mondo” un’Entità data, dove la Gente è felice di soffrire sotto le corrotte Regole dell’Islam, dove la Gente è felice di essere deprivata delle Realizzazioni della Civiltà umana del XXI secolo. Secondo loro, le Donne desiderano l’Apartheid sessuale, le Ragazze amano essere segregate dai Ragazzi, e la Gente odia i Diritti civili e le Libertà individuali. Dal loro Punto di Vista, la Gente è alleata ai Movimenti islamici e ai Governi islamici. Questa è invece un’Immagine distorta delle Realtà. È un Colonialismo inverso. In questo Quadro, la Gente che sta lottando per i Diritti civili, per il Secolarismo e contro l’Islam politico, non esiste. Questa Mentalità ego-centrica in cui tutto dovrebbe svolgersi attorno al Senso di Colpa di Pseudo-intellettuali occidentali, è spaventosa. I Diritti alla Libertà d’Espressione, Uguaglianza fra Uomini e Donne, e uno Stato secolare si applicano anche alla Gente del “Terzo Mondo”. Non è vergognoso che dobbiamo stare a discutere di ciò?<br />
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Contrariamente a questo Punto di Vista, c’è una Lotta che va avanti – e che sta andando avanti da più di 20 anni – fra i Movimenti progressisti in Medio Oriente e in Occidente da una Parte, e l’Islam politico dall’altra. Le Cifre della Lotta quotidiana di Gente aderente all’Opposizine non-islamica. in Paesi cavalcati dall’Islam, e le Notizie della Resistenza quotidiana dei Giovani e delle Donne in Iran, dimostrano la Realtà delle Domande della Gente nel “Terzo Mondo”. Dal 1979, la Società iraniana è cambiata drammaticamente e profondamente. Il Movimento per il Secolarismo e l’Ateismo, per Idee e Cultura moderne, per la Libertà individuale, per la Liberazione delle Donne e le Libertà civili, si è diffusa e profondamente. Il Disgusto per la Religione e la Cultura regredita di coloro al Potere è immenso.<br />
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Il Secolarismo deve essere difeso attivamente e risolutamente nei Paesi cavalcati dall’Islam. I Diritti universali umani e civili devono essere lo Standard. Il Secolarismo non solo è realizzabile, ma anche, dopo le Esperienze dell’Iran, dell’Afghanistan, del Sudan e dell’Algeria, è un Bisogno urgente e pressante e una Richiesta della Gente della Regione. La Richiesta di Secolarismo deve spingere per un’assoluta e completa Separazione della Religione dallo Stato; per la completa Separazione della Religione dall’Educazione; per la Libertà di Religione e per la Libertà di Ateismo; per Leggi libere da Contenuto religioso; perché la Religione sia dichiarata un Affare privato degli Individui. Una Lotta cosciente deve essere condotta contro il Potere delle Religioni organizzate. Tutte le Dominazioni religiose e le Sette devono essere ufficialmente registrate come Imprese private, soggette a Regolamenti e Leggi.<br />
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Per realizzare questi Ideali e Richieste, abbiamo bisogno una massiccia Forza congiunta.<br />
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Nonostante le Lotte dell’Opposizione non-islamica nel Medio Oriente e in Occidente nelle passate decadi, tutto ciò che è stato visibile sono Rapporti occasionali sul Barbarismo dell’Islam politico e sulle Reazioni dei Governi occidentali, dei Media e degli Apologeti “intellettuali” dell’Islam. Ma, c’è una terza Forza, un Gigante dormiente che può girare la Situazione sottosopra. Se questo Gigante si sveglia, questa Era può vedere l’Inizio di Cambiamenti positivi e la Realizzazione degli Ideali che sono stati perlopiù abbandonati durante le ultimi decadi del XX secolo. L’Umanità deve insorgere e difendersi contro la Barbarie dell’Islam.<br />
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I Ranghi dell’Umanità civilizzata formano una Forza massiccia che è, fino ad ora, tristemente stata messa a tacere. Può uscire allo Scoperto. Per il Futuro dell’Umanità, deve uscire allo Scoperto. Se c’è un Futuro, è nella Formazione di una Politica attiva, progressista, e amante della Libertà, guidata dal Fronte dei Ranghi formati dalla Gente. Altrimenti, il Palcoscenico è lasciato aperto al Terrorismo e al Barbarismo. Finisco il mio Discorso con la Speranza che negli anni a venire del XXI secolo, saremo testimoni della Vittoria dell’Umanità, dell’Umanesimo, sopra l’Islam. Tutti gli Amanti della Libertà e le Forze secolariste attorno al Mondo dovrebbero unirsi in uno Sforzo congiunto per combattere l’Islam politico; per promuovere il Secolarismo, l’Egualitarianesimo e la Libertà, nelle Società che l’Islam opprime.<br />
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Adattato dal Discorso lasciato alla Sessione di “Umanesimo e Islam”, presso il Congresso mondiale IHEU del 2002.<br />
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E-mail: azam_kamguian@yahoo.com<br />
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Fonte: Institute for the Secularization of Islamic Society (Istituto per la Secolarizzazione della Società islamica)<br />
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[*]Azam Kamguian<br />
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Azam Kamguian è una Scrittirice iraniana e un’Attivista per i Diritti delle Donne. È nata nel 1958 è ha iniziato le sue Attività politiche come socialista nel 1976. È stata Studentessa in Medicina presso l’Università Pahlavi di Shiraz fino che è stata arrestata ed imprigionata per un anno, per aver organizzato Proteste studentesche. La seconda Volta che è stata imprigionata per Attività politiche è stato dopo che la Repubblica islamica dell’Iran ha preso Potere. Azam è stata rilasciata dalla Prigione nel 1983, dopo Trattamento brutale in Prigione inclusa la costante Tortura e l’Isolamento. Ha resistito a tutte le Pressioni e ha mantenuto la sua reale Identità politica irrivelata. Per timore di essere scoperta, mettendo la sua Vita in reale Pericolo, Azam è fuggita in Kurdistan, una Regione libera a quel Tempo, e ha continuato la sua Battaglia per otto anni fino l’Inizio degli anni Novanta, quando ha lasciato il Kurdistan per l’America.<br />
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Azam Kamguian scrive dal 1979. Ha scritto diversi Libri inclusi: “Islam, Donne, Sfide e Prospettive”, “Femminismo, Socialismo, e Natura umana”, “Sulla Religione”, “Liberazione delle Donne e Processi politici in Medio Oriente”, “Islam e Diritti delle Donne”, “Movimento iraniano delle Donne per l’Uguaglianza”, e “Senza Dio, Libertà dalla Religione e Felicità umana”.<br />
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Azam Kamguian è la Fondatrice e la Presidente de “Comitato per la Difesa dei Diritti delle Donne in Medio Oriente” ed Editrice del suo Bollettino: “Donne in Medio Oriente”. I numerosi Articoli di Azam e le sue Interviste sulle Donne, la Religione, l’Islam e le Questioni sociali sono stati pubblicati e prodotti diverse Volte, in Giornali, Riviste, TV e Radio principali persiani, come pure inglesi, svedesi, finlandesi, danesi, francesi, turchi e arabi. È pure Membro dell’Editoriale di Medusa, un Giornale femminile in Farsi.<br />
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Attraverso le sue Attività ha organizzato diverse Campagne in Difesa dei Diritti delle Donne in Medio Oriente e ha chiesto I Diritti delle Donne mediorientali, il Secolarimo in vari Congressi e Conferenze internazionali, regionali e nazionali.<br />
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Attualmente vive e lavora a Londra, Inghilterra.<br />
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Fonte: <a href="http://www.centerforinquiry.net/isis/islamic_viewpoints/about_azam_kamguian/">http://www.centerforinquiry.net/isis/islamic_viewpoints/about_azam_kamguian/</a>