Tutte le discussioni con tag 'Politica' - The 4 Freedoms Library2024-03-28T22:53:14Zhttp://4freedoms.com/group/Italy/forum/topic/listForTag?tag=Politica&feed=yes&xn_auth=noMondo - Islam 4 Infidels, Islam per Infedelitag:4freedoms.com,2011-02-11:3766518:Topic:369492011-02-11T19:45:13.383ZIndoeuropeanhttp://4freedoms.com/profile/Indoeuropean
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<tbody><tr><td><table border="0" cellspacing="0" class="text" width="100%">
<tbody><tr><td class="fullnewstitle">Islàm per infedeli (prima parte, sezione A)</td>
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<tr><td class="newstextsmall">Published on 17/01/11 at 21:16:46 by <a class="smallnewslink" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewprofile&username=pvmantel">pvmantel</a></td>
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<tbody><tr><td><table width="100%" cellspacing="0" border="0" class="text">
<tbody><tr><td class="fullnewstitle">Islàm per infedeli (prima parte, sezione A)</td>
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<tr><td class="newstextsmall">Published on 17/01/11 at 21:16:46 by <a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewprofile&username=pvmantel" class="smallnewslink">pvmantel</a></td>
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<tr><td valign="top" class="newstextnormal"><a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=topics&viewcat=islam"><img src="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/topics/islam.gif" align="right" vspace="5" alt="Islam Italia e mondo" hspace="5" border="0"/></a><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Corano.jpg"><img width="200" src="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Corano.jpg" border="0"/></a> <big><big><b>Islàm per infedeli</b></big></big> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/5-pillars-of-islam1.jpg"><img width="200" src="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/5-pillars-of-islam1.jpg" border="0"/></a> <br/>di <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/articles-by-hugh-fitzgerald.html"><b>Hugh Fitzgerald</b></a>, tradotto e illustrato da <a target="_blank" href="http://www.webalice.it/pvmantel/index.html"><b>Paolo Mantellini</b></a> <br/><br/>Ecco la prima parte, sezione A, di "<i>islàm</i> per infedeli", una interessante guida in tre parti del Vice Presidente di Jihad Watch, Hugh Fitzgerald. Qui si trovano gli originali: la prima parte <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/2005/01/fitzgerald-islam-for-infidels-part-one.html">qui</a>; la seconda parte <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/archives/004748.php">qui</a>, la prima sezione della terza parte <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/archives/005050.php">qui</a>, e il resto della terza parte <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/archives/005051.php">qui</a>. <br/><br/><p> </p>
<p><b>I. Taqiyya e Tu-quoque</b> (sezione A)</p>
<div><hr noshade="noshade" width="100%" size="1" align="left"/></div>
<p><cite>Da “Tutto considerato” [“All Things Considered”] di NPR [National Public Radio], 7 gennaio 2005 • " </cite><cite><b>Jihad" è una delle poche parole Arabe usate in inglese. Significa "lotta spirituale", ma molti musulmani hanno fatto notare che la parola "jihad" è quasi sempre usata in inglese nel contesto del terrorismo, anche se il significato reale è più ampio. La commentatrice Anisa Mehdi vorrebbe proporre una parola che potrebbe essere utilizzata al posto di "jihad</b></cite> <cite>". - Dal sito NPR.</cite></p>
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<p><br/>Anisa Mehdi, un’ospite del programma “<i>Tutto considerato</i>” di NPR, ha suggerito che per la parola "<i>Jihad</i>" - forse la parola più significativa nei testi, e nella storia dell'<i>islàm</i> - si potrebbe utilizzare un termine diverso. I musulmani, ha asserito, sono stati messi a disagio dall’uso costante di questa parola "<i>nel contesto del terrorismo</i>" quando il suo "<i>significato reale è più ampio</i>." E così, per evitare danni inutili all’immagine dell'<i>islàm</i>, chiede se non si potrebbe evitare del tutto la parola "<i>Jihad</i>". <br/><br/>Su questo ha segnato un punto. E noi faremo la punta al suo punto, ma utilizzando un temperamatite di nostra scelta. Prima però sarebbe utile descrivere lo stato attuale delle conoscenze degli Infedeli sull’<i>islàm</i> e sui tentativi dei musulmani di condizionare o di limitare tale conoscenza. Un esercito di difensori dell’<i>islàm</i>, musulmani e non musulmani, si aggira oggi in ogni dove, ma pare che molti infedeli non seguano le loro direttive. Alcuni sembrano decisi ad educarsi da soli, piuttosto che affidarsi ai Programmi e alle Campagne Propagandistiche degli imam delle moschee locali o, per quel che vale, della National Public Radio. Non tutti sembrano disposti, come una volta, ad accontentarsi degli argomenti di Karen Armstrong o dei libri di John Esposito, buoni per essere esposti in biblioteca. Gli Infedeli hanno scoperto siti dove sono mostrate quattro o addirittura cinque traduzioni Coraniche per una lettura comparativa, una “pentapla” orizzontale a cui si può accedere dal sito <a href="http://www.usc.edu">www.usc.edu</a>. Nello stesso sito, o in molti altri, gli infedeli possono ora leggere da soli centinaia di “<i>ahadith</i>” (singolare “<i>hadith</i>”, sono i detti e gli atti di Maometto), come furono raccolti e catalogati, secondo la loro relativa autenticità, da compilatori di “<i>ahadith</i>”, o <i>muhaddithin</i>, degni di fiducia, quali Bukhari e Muslim (un nome proprio). Oltre al Corano e agli “<i>ahadith</i>”, gli infedeli possono leggere anche la Sira, cioè la biografia di Maometto. Come <i>al-Insan al-Kamil</i>, il modello di uomo perfetto, la figura di Maometto è al centro dell’<i>islàm</i>, e tutto quello che si dice abbia fatto o detto, o addirittura taciuto, nell’Arabia del 7 ° secolo, rimane altrettanto attuale, obbligatorio e da imitare anche oggi.</p>
<p align="center"><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/anisa_mehdi.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Esposito.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/karen-armstrong.jpg"></a><br/><i>Anisa Mehdi, John Esposito, Karen Armstrong <br/><b>(CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA)</b></i></p>
<p><br/>E, infine, non contenti di leggere Corano, “<i>ahadith</i>” e Sira, quegli infedeli hanno anche cominciato a studiare la storia della <i>jihad</i> <i>[il termine Arabo “jihad” è di genere maschile e dovrebbe essere reso come “il jihad”, tuttavia si è preferito utilizzare il genere femminile “la jihad” per sottolineare l’analogia con i termini Italiani di “guerra di religione” o “lotta”; entrambe le versioni, comunque, sono corrette, N.d.T.]</i>, la guerra di conquista di quelle vaste terre in cui vivevano popolazioni molto più numerose, ben radicate, ricche, progredite, di Cristiani, Ebrei, Zoroastriani, Induisti, Buddisti a cui, dopo la conquista, se non erano stati uccisi o immediatamente obbligati a una forzata conversione all’Islàm, fu consentito vivere come "<i>dhimmi</i>", come erano chiamati i non-musulmani sotto il dominio musulmano, sottoposti a ben studiati svantaggi finanziari, giuridici, politici e sociali che hanno reso la loro vita, una vita di umiliazione, degradazione, e insicurezza fisica. <br/><br/>E 'stato uno sforzo piuttosto impegnativo evitare che gl’Infedeli si facessero un’idea sbagliata (cioè giusta) dell’<i>islàm</i>, almeno da quando i musulmani in Occidente, che attualmente canta soltanto le lodi del “pluralismo”, non hanno più bisogno della benevolenza e della tolleranza degli Infedeli. Fino ad oggi, sono state invocate le tecniche, abbastanza simili, di "<i>taqiyya</i>" e Tu-quoque. "<a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=353"><i>Taqiyya</i></a>" è la dottrina, sancita dalla religione, originata nell’<i>islàm</i> sciita ma adesso praticata anche dai sunnitii, della deliberata dissimulazione su questioni religiose che può essere intrapresa per proteggere l'<i>islàm</i> e i Credenti. Un termine correlato, di significato più ampio, è il “<a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=353"><i>kitman</i></a>", che è definito come "riserva mentale". Un esempio di "<i>taqiyya</i>" sarebbe l'affermazione di un apologeta musulmano che "naturalmente" c'è libertà di coscienza nell’<i>islàm</i>, con la successiva citazione di quel versetto coranico - "Non ci deve essere costrizione nella religione." Ma l'impressione data sarà falsa, poiché non vi è stata alcuna menzione della dottrina musulmana dell’abrogazione, o <i>naskh</i>, per cui un versetto così precoce come quello riguardante: "Non ci deve essere costrizione nella religione." è stato abrogato da successivi versetti, molto più intolleranti e crudeli. In ogni caso, la storia dimostra che nell'<i>islàm</i> c'è, e c’è sempre stata, "costrizione, nella religione" sia per i musulmani che per i non musulmani. La “costrizione” per i musulmani proviene dal trattamento dell’apostasia come un crimine punibile con la morte. E anche se i "<i>dhimmi</i>" sono autorizzati a praticare la loro religione, lo fanno a condizione di tali oneri e restrizioni che molti si sono convertiti (o "ritornati") all’<i>islàm</i>, non per un atto di coscienza, ma piuttosto in risposta alla inesorabile pressione musulmana. <br/><br/>Il “<i>kitman</i>” è simile alla "<i>taqiyya</i>", ma piuttosto che una dissimulazione completa, consiste nel raccontare solo una parte della verità, con "riserva mentale”, il che giustifica l'omissione di quanto si tace. Un esempio può essere sufficiente. Quando un musulmano sostiene che "<i>jihad</i>" significa in realtà "una lotta spirituale," ed evita di aggiungere che tale definizione è stata introdotta solo di recente nell’<i>islàm</i> (solo poco più di un secolo fa), inganna con una reticenza, e pratica il "<i>kitman</i>. "Quando egli adduce, a sostegno di questa affermazione dubbia, lo “<i>hadith</i>” in cui si racconta che Maometto, tornando a casa da una delle sue tante battaglie, avrebbe detto (come affermato da una catena di trasmettitori, o <i>Isnad</i>), che era tornato “dalla <i>jihad</i> Minore alla <i>jihad</i> Maggiore” e non aggiunge, ciò che invece sa anche essere vero, che questo è un "<i>hadith</i> debole”, considerato di dubbia autenticità dai <i>muhaddithin</i> più rispettati, pratica ancora il “<i>kitman</i>". <br/><br/>L'uso di questa parola nel Corano e negli “<i>ahadith</i>”, e costantemente lungo 1.350 anni di storia musulmana, ha certamente dotato la parola "<i>jihad</i>" di un significato di lotta, di solito con mezzi militari, per espandere il dominio dell'<i>islàm</i>. Quasi tutti i musulmani capiscono che "guerra" (<i>qital, qatala</i>) è il significato essenziale della parola. Ma gl’infedeli, che preferiscono pensare il contrario, si sono avidamente accaparrati opuscoletti come quello prodotto alcuni anni fa da Karen Armstrong, soltanto un’apologeta dell’<i>islàm</i> e certamente non una studiosa, che non ha esitato a citare questo <i>hadith</i> a sostegno della sua tesi secondo cui <i>jihad</i> è una "lotta spirituale." Il significato delle parole deriva dal loro uso comune e accettato, e non da ciò che qualcuno, allo scopo di una temporanea e confortante armonia, vorrebbe farci credere che voglia significare. <br/><br/>La <i>jihad</i> come conquista militare è ovviamente discussa nel Corano e negli “<i>ahadith</i>”, e nei commenti del Corano. E mentre "<i>qital</i>" o combattimento è menzionato 27 volte nel Corano, altri strumenti della <i>jihad</i> sono comunemente discussi; qualsiasi sito web islamico fornirà degli esempi. Uno è l'uso della "ricchezza" per creare le condizioni che contribuiscono a diffondere l'<i>islàm</i>. Un altro è l'uso della "penna, la parola" - la persuasione, la propaganda - per diffondere l'<i>islàm</i>. Ancora un altro strumento della <i>jihad</i> discusso, per esempio, nelle pagine dei giornali musulmani, è l'uso della demografia come arma di <i>jihad</i>. Popolazioni musulmane nel <i>Bilad al-kufr</i>, o “Terre degli infedeli”, sono viste come un aiuto alla sua diffusione attraverso la <i>Da’wa</i>, la chiamata all'<i>islàm</i>, e la loro stessa crescente presenza nei territori degli infedeli, contribuisce alla inesorabile diffusione dell'<i>islàm</i>. <br/><br/>La situazione nel mondo odierno rasenta il fantastico. Mai prima nella storia una civiltà ha permesso ad un elevato numero di coloro che provengono da una situazione aliena, e costantemente ostile, di stabilirsi profondamente all'interno dei confini di questa prima civiltà. Mai prima d'ora i membri di una civiltà non si sono preoccupati di indagare, e addirittura hanno volutamente rifiutato di indagare, o di ascoltare quelli che avvertono circa le conseguenze per tutti i non-musulmani del sistema di credenze dell'<i>islàm</i>. Nella storia, il fenomeno dei barbari alle porte non è certo nuovo. Quei barbari pongono l’assedio, se vincono, entrano in trionfo. Se perdono, la civiltà più avanzata sopravvive. Ma mai prima d'ora i cancelli sono stati aperti a una forza estranea che vuole entrare, una forza che non è stata neppure identificata e tanto meno capita. Mai prima d'ora gli abitanti della città attualmente vulnerabile si sono sforzati di non riconoscere, o di non capire, che cosa il nemico ha fatto, e che cosa ha disfatto. Quella intrusione demografica non mostra alcun segno di diminuire. La costruzione sistematica di moschee e madrase, pagate dall’Arabia Saudita, in tutto il mondo occidentale, contribuisce a rendere più facile la pratica della vita musulmana. Le popolazioni occidentali invece, sono state abituate a valorizzare e a “celebrare la diversità" e la “promozione delle differenze” costruendo, sulla base di un pluralismo militante ma senza alcuna valutazione critica, un edificio di diritti legali e benefici sociali. Questi diritti, questi benefici, questo pluralismo militante sono sfruttati dai musulmani che non credono nel pluralismo. Né accettano i diritti individuali di libertà di coscienza e di parola, né l’uguaglianza giuridica tra uomini e donne e delle minoranze religiose e razziali, riconosciuti, per esempio, nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La loro attuale pretesa di sostenere il pluralismo si fonda sulla necessità di proteggere, o aumentare il potere, della <i>Umma</i> musulmana, o della Comunità, in Occidente, fino a quando tale <i>Umma</i> non abbia più bisogno di fingere di avere alcun interesse nel pluralismo occidentale e nei valori occidentali.</p>
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<p><br/><a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=638"><i>(Continua)</i></a></p>
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<br/><i>Tradotto e illustrato da <a target="_blank" href="http://www.webalice.it/pvmantel/index.html">Paolo Mantellini</a> <br/><a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/articles-by-hugh-fitzgerald.html">Hugh Fitzgerald</a> è il Vice Presidente del Consiglio Direttivo di <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/">Jihad Watch</a> <br/>Questo testo può essere trasmesso o inoltrato purché venga presentato in forma integrale e con informazioni complete sul suo autore, data e luogo di pubblicazione e URL originale.</i>
<p><br/> </p>
<p><small><em>Fonte:</em></small> <small><a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=630"><font size="2">cliccare qui</font></a> <br/></small></p>
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<tr><td><p><a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=692"></a></p>
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<tr><td valign="top"><a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=topics&viewcat=islam"></a><a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=topics&viewcat=islam"></a><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Corano.jpg"></a><p><br/><b>Islàm per infedeli (seconda parte, sezione A): <a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=656">cliccare qui</a></b></p>
<b><br/></b>
<p><b><br/>Islàm per infedeli (prima parte, sezione B): <a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=638">cliccare qui</a></b></p>
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<b>Islàm per infedeli (seconda parte, sezione B): <a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=679">cliccare qui</a> <br/><br/></b>
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<tbody><tr><td><p><b>Islàm per infedeli (seconda parte, sezione C)</b></p>
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<tr><td><p>Published on 11/02/11 at 09:20:25 GMT by pvmantel</p>
<p><a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=692">Fonte (su cui si possono vedere le Immagini)</a></p>
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<tr><td valign="top"><p><a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=topics&viewcat=islam"></a><a href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=topics&viewcat=islam"></a><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Corano.jpg"></a></p>
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<p><br/><b>II. Una Lezione da Humpty-Dumpty</b> (sezione C) <br/><br/>Un secondo motivo del blocco di ogni studio critico dell'Islam, è stato il movimento "anti-coloniale" che, a differenza del vero anti-colonialismo, ha consentito ad alcuni stati Arabi di atteggiarsi a vittime dello stesso colonialismo che avevano subito tanta parte dell’Africa sub-sahariana, e dell’Asia. Non fu mai sottolineato che, tranne per il Nord Africa (e là, soprattutto in Algeria), gli Arabi non avevano sofferto quasi nulla dal colonialismo classico. Nella penisola Arabica, salvo la città portuale di Aden, le piccole guarnigioni britanniche lungo la costa furono istituite per tre motivi: per eliminare la tratta Araba degli schiavi dell’Africa; per evitare guerre inter-tribali (da qui gli “<a target="_blank" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Trucial_States">Stati dellaTregua</a>”), e per controllare la rotta marittima per l'India. Non c'era colonialismo Europeo in tutta la penisola Arabica; ma furono i Britannici a liberare gli Arabi dal dominio dei Turchi Ottomani, in Arabia, in Mesopotamia, e in tutto il Medio Oriente. Con l'eccezione dell’intrepido capitano Shakespear che attraversò il <i><a target="_blank" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Rub'_al-Khali">Rub al-Khali</a></i>, o “Quarto Vuoto”, nessun Inglese mise mai piede all'interno del Arabia prima del 1930.</p>
<p align="center"><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/shakespear.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Empty_quarter_Arabia.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Rub_al_Khali.jpg"></a><br/><i>Il Capitano William Henry Irvine Shakespear (1878 - 1915), Il deserto Rub' al-Khali, ovvero il “Quarto Vuoto” dell’Arabia <br/><b>(CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA)</b></i></p>
<p><br/>Solo in Algeria ci fu il colonialismo Europeo, nel senso classico del termine, per poco più di qualche decennio, con un insediamento di coloni dal continente e lo sfruttamento del territorio. Ma non ci fu la massiccia rimozione di oro e diamanti come in alcune parti dell'Africa sub-sahariana; anzi, questo "colonialismo" consisteva nel recupero del settore agricolo da parte dei francesi su terreni che gli Arabi e i Berberi del luogo avevano lasciato andare in rovina. Tuttavia, a partire dalla Conferenza di Bandung nel 1955 (quando il “Mondo Sottosviluppato” non era ancora diventato "il Terzo Mondo”), e da allora, ad ogni riunione “Terzo Mondo uniamoci”, si presentarono vari plutocrati Arabi, fingendo, nonostante le loro favolose inaudite ricchezze, di essere compagni “Terzomondisti.” Si permise a questa farsa di andare avanti, perché nessuno vuole rovinare il gioco di coloro che sono così liberi di elargire tangenti. Quando uno può essere ricompensato così profumatamente per tacere, perché preoccuparsi di dire la verità? <br/><br/>Come risultato sia della Guerra Fredda che della decolonizzazione, il mondo Arabo e musulmano entrò in un periodo in cui, come spesso succede, gli studiosi occidentali dell’Islam, ad uno ad uno, o si ritiravano oppure morivano, e nessuno li sostituiva. Chi ha sostituito C. Snouck Hurgronje, o Leone Caetani, o Charles Emmanuel Dufourcq, o il Reverendo William St. Clair Tisdall (1859-1928), o il Professor Arthur Jeffery o Joseph Schacht? La risposta è: chi li sostituì, molto meno esperto nelle lingue di riferimento, e privo di quella sicurezza di sé che nasce da un’ampia cultura, era più disposto a ballare al ritmo imposto dai Governi Occidentali che volevano studi sulla “Guerra Fredda e l'Islam" che ignoravano ogni aspetto dell'Islam tranne che era risolutamente anti-comunista. Ed anche questa affermazione si dimostrò, nel caso dei musulmani meno ferventi, come Nasser, insufficiente ad evitare che un bel po’ di Arabi giocassero l’Oriente contro l’Occidente.</p>
<p align="center"><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/05_Christiaan_Snouck_Hurgronje.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/LEONE_CAETANI.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Jeffery.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/06_Schacht.jpg"></a><br/><i>Christiaan Snouck Hurgronje (1857 – 1936), Leone Caetani duca di Sermoneta (1899 – 1935), Arthur Jeffery (1892 – 1959), Joseph Schacht <br/><b>(CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA)</b></i></p>
<p><br/>L'odio verso gli infedeli, soprattutto verso l’Occidente infedele, comune a tutto il mondo musulmano, non è un fenomeno nuovo. Se gli Arabi sostennero una potenza infedele, la Germania nazista, fu principalmente perché quella potenza era il nemico giurato dei paesi considerati come i leader tradizionali della Cristianità Occidentale in epoca moderna, l'Inghilterra e la Francia (e del resto, l'antisemitismo nazista agli occhi degli Arabi è stato un ulteriore caratteristica allettante). E se appoggiarono l'Unione Sovietica, fu solo perché quel paese era considerato come il principale nemico del nuovo capo degli infedeli occidentali, gli Stati Uniti. L'odio verso i miscredenti, o infedeli, non è marginale, ma centrale per l'Islam, menzionato lungo tutto il Corano, gli Hadith e messo in pratica da Maometto, nella Sira. Tale odio ispirato dall’Islam, è inculcato con particolare fervore tra i wahhabiti in Arabia Saudita. Quello che è cambiato è che i propagandisti di Aramco (la Compagnia Petrolifera Arabo-Americana, che sfruttò per molti anni le concessioni petrolifere Saudite), che una volta nascondevano alla vista la realtà dell’Arabia Saudita, non sono più in circolazione per fornire quegli occhiali da sole tinti di rosa per gli Infedeli che osservassero il fanatismo ardente del sole Wahhabita. <br/><br/>Inoltre, gli eventi di questi ultimi anni hanno portato ad una consapevolezza nuova di zecca di ciò che era sempre lì, ma che gli Occidentali, e soprattutto i Combattenti della Guerra Fredda, volontariamente rifiutavano di vedere. Alcuni di questi Combattenti della Guerra Fredda, prematuramente congratulandosi con se stessi per quella vittoria, sembrano incapaci di accorgersi dell’esistenza di un altro nemico altrettanto pericoloso per la civiltà occidentale, inclusa l'arte, la scienza e la sua enfasi sui diritti dell'individuo. Il Comunismo, come l'Islam, sottolinea il collettivo - il proletariato, invece della <i>umma al-Islamiyya</i>, la Comunità dei Credenti, e non si preoccupa della libertà di pensiero, ma piuttosto, di questioni di economia e di potere. Nonostante che grossolane interpretazioni marxiste di arte e scienza, come epifenomeni della sottostante realtà economica, fossero ufficialmente incoraggiate, l'Unione Sovietica tuttavia riuscì almeno a preservare la grande arte del passato pre-comunista; l'Islam non sente il bisogno di gran parte dell’arte (scultura, pittura, musica), della scienza e di tutto ciò che è associato alle civiltà pre-islamiche o non islamiche - le terre e i tempi dell’ignoranza ("<i>jahiliyya</i>"). Solo una delle realizzazioni occidentali sembra interessare il mondo musulmano, la tecnologia militare. Benché il comunismo fosse una minaccia mortale per il mondo Occidentale, era ancora possibile impegnarsi in certe attività culturali, in certi tipi di espressione, anche per conservare i manufatti artistici prodotti in quello che i comunisti consideravano come un pessimo Ancien Régime. Sotto l'Islam, c'è, e c’è stato, solo l'Islam. Quando alcuni intellettuali arabo-musulmani prepararono una relazione per le Nazioni Unite alcuni anni fa, denunciando lo stato della cultura nei paesi Arabi, sottolinearono il piccolo numero di traduzioni in Arabo. Quello che non aggiunsero era una spiegazione del perché ciò fosse successo, e quale possibile legame questa mancanza di curiosità avesse con l’islam. Questo è un argomento su cui i musulmani sono comprensibilmente reticenti, ma non c’è alcuna ragione per cui gl’infedeli debbano trascurare il disprezzo musulmano per tutto ciò che non è musulmano, eccetto quando può essere direttamente utile alla lotta con il mondo degli infedeli. Mahathir Mohamed, l'ex Presidente della Malaysia, parlando tempo fa ai capi di Stato musulmani a una riunione dell'Organizzazione dei Paesi islamici, ha fornito una visione del "progresso" musulmano che consisteva quasi interamente nella richiesta di cambiamenti che consentissero l’acquisizione di armi da guerra sufficienti a controbilanciare, e superare, gli armamenti dei nemici infedeli.</p>
<p align="center"><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Mahathir-Mohamad.jpg"></a><br/><i>Mahathir Mohamed, ex Presidente della Malaysia <br/><b>(CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA)</b></i></p>
<p><br/>In tema di ricerca critica e libera, l'Islam è capace di sopprimerla molto più efficacemente del Comunismo – non ci sono musulmani dissidenti equivalenti a quelli della Russia Sovietica. Un Sakharov musulmano non può esistere, perché, per definizione, sarebbe qualcuno che ha respinto del tutto l'Islam, e quindi sarebbe stato giustiziato come apostata, o costretto a fuggire dal mondo musulmano. E anche allora non sarebbe stato al sicuro. Per i veri dissidenti non esiste un meccanismo per rimanere incolumi all'interno dell'Islam, se si sono spinti a criticare, come fecero Sacharov e i dissidenti russi per il Comunismo, i principi fondamentali della fede. E c'è un’altra grande differenza. Il Comunismo cadde perché troppi di coloro che vissero all’interno di quel sistema, inclusi membri del partito (alcuni influenzati dalla loro progenie progressista), non hanno potuto evitare di vedere il suo fallimento, proprio in quei campi in cui aveva promesso di avere successo. Ma è quasi impossibile costringere i musulmani a vedere i fallimenti politici, economici, intellettuali e morali dell'Islam, perché il sistema è quello di un completo lavaggio del cervello che obbliga i musulmani a respingere quasi tutto ciò che ha preceduto l'avvento dell'Islam, o di non apprezzare nulla del mondo non-musulmano al di là delle merci che produce e che, con i soldi del petrolio, sono così facilmente disponibili. Anche per coloro che non abbiano frequentato una madrassa, e che non abbiano mai frequentato una moschea, o l’abbiano fatto solo raramente, l’islàm pervade la società, plasma gli atteggiamenti e le consuetudini in cui vivono. La protezione garantita dalla immeritata ricchezza petrolifera è così abbondante, che i musulmani potranno concedersi il lusso di non riconoscere i fallimenti del loro sistema fino a quando il mondo degli Infedeli non smetterà di puntellarlo. <br/><br/>La geopolitica mostra strani compagni di letto. Durante la Guerra Fredda, la democrazia liberale, leader del mondo, si è trovata in intimo colloquio con i primitivi e fanatici wahhabiti dell’Arabia Saudita. Essi non erano considerati come primitivi o fanatici, ma come amici leali, decisi anti-comunisti, mentre quello che combinavano con le moschee e le madrase erano affari loro. Allo stesso modo, gli Stati Uniti si trovarono ad offrire somme generose per corrompere gli Stati musulmani al fine di permettere lo stazionamento di truppe Americane in basi Americane. E 'successo ovunque, e ovunque non ha portato a nulla. <br/><br/>C'è stato il Marocco, il cui re, un despota relativamente illuminato, ha permesso agli Americani di corromperlo, in modo da poter piazzare una base aerea o due. Si dice che le prime armi nucleari posizionate all’estero fossero in una base Americana in quel paese. I Marocchini non solo ricevettero gli aiuti Americani, ma come è successo tante volte, gli aiuti Americani avrebbero potuto indurre la Francia a superare, o almeno ad uguagliare le offerte Americane. Durante la Guerra dei Sei Giorni, quando le basi Americane in tutto il mondo musulmano erano prevedibili obiettivi di attacchi (perché Nasser confezionò una storia su piloti americani responsabili dei danni subiti, piuttosto che ammettere che gli Israeliani avevano fatto tutto da soli), il re del Marocco annunciò con grande sincerità al suo popolo che non esistevano "basi Americane” nel suo paese, ma solo "istruttori Americani” che addestravano i Marocchini nelle loro basi. Alla fine, i militari Americani, furono invitati ad andarsene. <br/><br/>Nel 1954, un anno dopo aver firmato un accordo con la Gran Bretagna per l’impianto di basi militari, la Libia offrì un accordo analogo agli americani in cambio, ovviamente, di aiuti economici. La base aerea di Wheelus, appena fuori Tripoli divenne la più importante installazione Americana in Africa. Ma non doveva durare. Re Idris, durante un viaggio in Europa nel 1968 per un trattamento medico, fu deposto da Muammar Ghaddafy, e le basi Americane furono chiuse.</p>
<p align="center"><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/LIBIA.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Wheelus.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Idris.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/18_Muammar_al-Gaddafi.jpg"></a><br/><i>Libia, la base aerea di Wheelus, presso Tripoli; Re Idris I° di Libia, Muammar Ghaddafy <br/><b>(CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA)</b></i></p>
<p><br/>Sul modello della NATO, nel 1955, fu costituita un’alleanza militare di Turchia, Iraq, Iran, Pakistan, e inizialmente Gran Bretagna (gli Stati Uniti vennero dopo). Fu finanziata ed equipaggiata dalla Gran Bretagna e, con elargizioni ancora più munifiche, dagli Stati Uniti. Questo “Patto di Baghdad” non durò a lungo. Finì nel mese di Luglio 1958, quando il governo dell’Iraq fu rovesciato da un colpo di stato, guidato dal Maggior Generale Abdul Karim Kassem. Il giovane re, Faisal II, fu ucciso, e così fu ucciso il principe ereditario (il suo cadavere fu appeso all’esterno del Ministero della Difesa), e così fu ucciso il famoso “Uomo Forte” dell’Iraq, Nuri es-Said. Un esperto cospiratore, Nuri es-Said smise di essere “l’Uomo Forte” dell’Iraq quando cercò di fuggire da Baghdad vestito da donna, fu catturato, ucciso e il suo corpo mutilato fu trascinato per le strade della città per la gioia e il diletto della plebaglia. In Iraq il vecchio ordine era finito. Un uomo riuscì a servire sia il vecchio regime che il nuovo, anzi a servire ogni regime iracheno successivo - questo Parroco di Bray [Personaggio satirico Inglese impersonante quello che in Italiano si definirebbe un “Voltagabbana”, N.d.T.] di Bagdad, il furbo e spregiudicato Adnan Pachachi, è ancora in pista come astuto piantagrane ma badando, come sempre, ai suoi interessi. [All'inizio degli anni 1970, Pachachi si trovava in esilio, lavorando per lo Sceicco Zayed nella città di Abu Dhabi, con il compito di aiutare lo studioso britannico J.B. Kelly, il grande esperto della Questione dei Confini in Arabia, a preparare la causa di Abu Dhabi contro il furto di terreni del bullo locale, l'Arabia Saudita]. Appena l'Iraq si ritirò dal Patto di Baghdad, a seguito del colpo di Stato, tale Patto sembrò veramente insensato. Fu presto ribattezzato Organizzazione del Trattato dell'Asia Centrale. Ora i suoi membri musulmani sono l'Iran, la Turchia e il Pakistan.</p>
<p align="center"><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Karim-Kassem.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Faisal.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Abdul_Ilah.jpg"></a><a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/AbdaIlah.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/NURI_SAID.jpg"></a> <a target="_blank" rel="lightbox" href="http://www.lisistrata.com/lisistrata3/images/uploads/Adnan_Pachachi.jpg"></a><br/><i>Maggior Generale Abdul Karim Kassem; Re Faisal II; Abd al-Ilāh, principe ereditario a Mount Vernon e dopo l’esecuzione; Nuri es-Said; Adnan Pachachi <br/><b>(CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA)</b></i></p>
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<div align="center"><hr noshade="noshade" width="100%" size="1" align="center"/></div>
<p><br/><i><a target="_blank" href="http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=xxx">(Continua)</a></i></p>
<div align="center"><hr noshade="noshade" width="100%" size="1" align="center"/></div>
<p><br/><i>Tradotto e illustrato da <a target="_blank" href="http://www.webalice.it/pvmantel/index.html">Paolo Mantellini</a> <br/><a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/articles-by-hugh-fitzgerald.html">Hugh Fitzgerald</a> è il Vice Presidente del Consiglio Direttivo di <a target="_blank" href="http://www.jihadwatch.org/">Jihad Watch</a> <br/>Questo testo può essere trasmesso o inoltrato purché venga presentato in forma integrale e con informazioni complete sul suo autore, data e luogo di pubblicazione e URL originale.</i></p>
</td>
</tr>
</tbody>
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<p> </p> Europa, Italia - Giovanni Sartori, Politologo, sull'Integrabilità degli Islamici in Occidentetag:4freedoms.com,2010-01-05:3766518:Topic:142242010-01-05T17:07:38.000ZIndoeuropeanhttp://4freedoms.com/profile/Indoeuropean
LE NUOVE REGOLE PER L’IMMIGRAZIONE<br />
L'integrazione degli islamici<br />
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In tempi brevi la Camera dovrà pronunciarsi sulla cittadinanza e quindi, anche, sull’«italianizzazione» di chi, bene o male, si è accasato in casa nostra. Il problema viene combattuto, di regola, a colpi di ingiurie, in chiave di «razzismo». Io dirò, più pacatamente, che chi non gradisce lo straniero che sente estraneo è uno «xenofobo», mentre chi lo gradisce è uno «xenofilo ». E che non c’è intrinsecamente niente di…
LE NUOVE REGOLE PER L’IMMIGRAZIONE<br />
L'integrazione degli islamici<br />
<br />
In tempi brevi la Camera dovrà pronunciarsi sulla cittadinanza e quindi, anche, sull’«italianizzazione» di chi, bene o male, si è accasato in casa nostra. Il problema viene combattuto, di regola, a colpi di ingiurie, in chiave di «razzismo». Io dirò, più pacatamente, che chi non gradisce lo straniero che sente estraneo è uno «xenofobo», mentre chi lo gradisce è uno «xenofilo ». E che non c’è intrinsecamente niente di male in nessuna delle due reazioni.<br />
<br />
Chi più avversa l’immigrazione è da sempre la Lega; ma a suo tempo, nel 2002, anche Fini firmò, con Bossi, una legge molto restrittiva. Ora, invece, Fini si è trasformato in un acceso sostenitore dell’italianizzazione rapida. Chissà perché. Fini è un tattico e il suo dire è «asciutto»: troppo asciutto per chi vorrebbe capire. Ma a parte questa giravolta, il fronte è da tempo lo stesso. Berlusconi appoggia Bossi (per esserne appoggiato in contraccambio nelle cose che lo interessano). Invece il fronte «accogliente» è costituito dalla Chiesa e dalla sinistra. La Chiesa deve essere, si sa, misericordiosa, mentre la xenofilia della sinistra è soltanto un «politicamente corretto» che finora è restato male approfondito e spiegato.<br />
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Due premesse. Primo, che la questione non è tra bianchi, neri e gialli, non è sul colore della pelle, ma invece sulla «integrabilità» dell’islamico. Secondo, che a fini pratici (il da fare ora e qui) non serve leggere il Corano ma imparare dall'esperienza. La domanda è allora se la storia ci racconti di casi, dal 630 d.C. in poi, di integrazione degli islamici, o comunque di una loro riuscita incorporazione etico-politica (nei valori del sistema politico), in società non islamiche. La risposta è sconfortante: no.<br />
<br />
Il caso esemplare è l'India, dove le armate di Allah si affacciarono agli inizi del 1500, insediarono l’impero dei Moghul, e per due secoli dominarono l’intero Paese. Si avverta: gli indiani «indigeni» sono buddisti e quindi paciosi, pacifici; e la maggioranza è indù, e cioè politeista capace di accogliere nel suo pantheon di divinità persino un Maometto. Eppure quando gli inglesi abbandonarono l’India dovettero inventare il Pakistan, per evitare che cinque secoli di coesistenza in cagnesco finissero in un mare di sangue. Conosco, s’intende, anche altri casi e varianti: dalla Indonesia alla Turchia. Tutti casi che rivelano un ritorno a una maggiore islamizzazione, e non (come si sperava almeno per la Turchia) l’avvento di una popolazione musulmana che accetta lo Stato laico.<br />
<br />
Veniamo all’Europa. Inghilterra e Francia si sono impegnate a fondo nel problema, eppure si ritrovano con una terza generazione di giovani islamici più infervorati e incattiviti che mai. Il fatto sorprende perché cinesi, giapponesi, indiani, si accasano senza problemi nell’Occidente pur mantenendo le loro rispettive identità culturali e religiose. Ma — ecco la differenza — l’Islam non è una religione domestica; è invece un invasivo monoteismo teocratico che dopo un lungo ristagno si è risvegliato e si sta vieppiù infiammando. Illudersi di integrarlo «italianizzandolo » è un rischio da giganteschi sprovveduti, un rischio da non rischiare.<br />
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Giovanni Sartori<br />
20 dicembre 2009(ultima modifica: 04 gennaio 2010)<br />
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Fonte: <a href="http://www.corriere.it/editoriali/09_dicembre_20/sartori_2eb47d0c-ed3e-11de-9ea5-00144f02aabc.shtml">http://www.corriere.it/editoriali/09_dicembre_20/sartori_2eb47d0c-ed3e-11de-9ea5-00144f02aabc.shtml</a><br />
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TITO BOERI CONTRO SARTORI - LA REPLICA<br />
Pubblicato il 05/01/10 alle 11:55:57 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana<br />
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Una replica ai pensabenisti sull'Islam. Il professor Tito Boeri mi ha dedicato (Corriere del 23 dicembre) un attacco sgradevole nel tono e irrilevante nella sostanza. Il che mi ha spaventato<br />
Il mio editoriale del 20 dicembre «La integrazione degli islamici» resta attuale perché la legge sulla cittadinanza resta ancora da approvare (alla Camera). Nel frattempo altri ne hanno discusso su questo giornale. Tra questi il professor Tito Boeri mi ha dedicato (Corriere del 23 dicembre) un attacco sgradevole nel tono e irrilevante nella sostanza. Il che mi ha spaventato.<br />
<br />
Se Boeri, che è professore di Economia del lavoro alla Bocconi e autorevole collaboratore di Repubblica, non è in grado di capire quel che scrivo (il suo attacco ignora totalmente il mio argomento) e dimostra di non sapere nulla del tema nel quale si spericola, figurarsi gli altri, figurarsi i politici.<br />
<br />
Il Nostro esordisce così: «Dunque Sartori ha deciso che gli immigrati di fede islamica non sono integrabili nel nostro tessuto sociale, non devono poter diventare cittadini italiani». In verità il mio articolo si limitava a ricordare che gli islamici non si sono mai integrati, nel corso dei secoli (un millennio e passa) in nessuna società non-islamica. Il che era detto per sottolineare la difficoltà del problema.<br />
<br />
Se poi a Boeri interessa sapere che cosa «ho deciso», allora gli segnalo che in argomento ho scritto molti saggi, più il volume «Pluralismo, Multiculturalismo e Estranei» (Rizzoli 2002), più alcuni capitoletti del libriccino «La Democrazia in Trenta Lezioni » (Mondadori, 2008).<br />
<br />
Ma non pretendo di affaticare la mente di un «pensabenista», di un ripetitore rituale del politicamente corretto, che perciò sa già tutto, con inutili letture. Mi limiterò a chiosare due perle del suo intervento. Boeri mi chiede: «Pensa Sartori che chi nasce in Italia, studia, lavora e paga le tasse per diventare italiano debba abbandonare la fede islamica?». Ovviamente non lo penso. Invece ho sempre scritto che le società liberal- pluralistiche non richiedono nessuna assimilazione. Fermo restando che ogni estraneo (straniero) mantiene la sua religione e la sua identità culturale, la sua integrazione richiede soltanto che accetti i valori etico-politici di una Città fondata sulla tolleranza e sulla separazione tra religione e politica. Se l’immigrato rifiuta quei valori, allora non è integrato; e certo non diventa tale perché viene italianizzato, e cioè in virtù di un pezzo di carta. Al qual proposito l’esempio classico è quello delle comunità ebraiche che mantengono, nelle odierne liberaldemocrazie, la loro millenaria identità religiosa e culturale ma che, al tempo stesso, risultano perfettamente integrate nel sistema politico nel quale vivono.<br />
<br />
Ultima perla. Boeri sottintende che io la pensi come «quei sindaci leghisti» eccetera eccetera. No. A parte il colpo basso (che non lo onora), la verità è che io seguo l’interpretazione della civiltà islamica e della sua decadenza di Arnold Toynbee, il grande e insuperato autore di una monumentale storia delle civilizzazioni (vedi Democrazia 2008, pp. 78-80). Il mio pedigree di studioso è in ordine. È quello del mio assaltatore che non lo è.<br />
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Il Corriere ha poi pubblicato il 29 dicembre le lettere di due lettori i quali, a differenza del professor Boeri, hanno capito benissimo la natura e l’importanza del problema che avevo posto, e che chiedevano lumi a Sergio Romano. Ai suoi «lumi» posso aggiungere il mio? Romano, che è accademicamente uno storico, fa capo alle moltissime variabili che sono in gioco, ai loro molteplici contesti, e pertanto alla straordinaria complessità del problema. D’accordo. Ma nelle scienze sociali lo studioso deve procedere diversamente, deve isolare la variabile a più alto potere esplicativo, che spiega più delle altre. Nel nostro caso la variabile islamica (il suo monoteismo teocratico) risulta essere la più potente. S’intende che questa ipotesi viene poi sottoposta a ricerche che la confermano, smentiscono e comunque misurano. Ma soprattutto si deve intendere che questa variabile «varia», appunto, in intensità, diciamo in grado di riscaldamento.<br />
<br />
Alla sua intensità massima produce l’uomo- bomba, il martire della fede che si fa esplodere, che si uccide per uccidere (e che nessuna altra cultura ha mai prodotto). Diciamo, a caso, che a questo grado di surriscaldamento, di fanatismo religioso, arrivano uno-due musulmani su un milione. Tanto può bastare per terrorizzare gli infedeli, e al tempo stesso per rinforzare e galvanizzare l’identità fideistica (grazie anche ai nuovi potentissimi strumenti di comunicazione di massa) di centinaia di milioni di musulmani che così ritrovano il proprio orgoglio di antica civiltà.<br />
<br />
Ecco perché, allora, l’integrazione dell’islamico nelle società modernizzate diventa più difficile che mai. Fermo restando, come ricordavo nel mio fondo e come ho spiegato nei miei libri, che è sempre stata difficilissima.<br />
<br />
Giovanni Sartori<br />
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Fonte: <a href="http://www.unaviaxoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=2522">http://www.unaviaxoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=2522</a>