It takes a nation to protect the nation
15 giugno 2010
Madre americana e figlia in Trappola – Figlia afghana sopravvive ad un tentato Delitto d’Onore a Montréal
Benvenuti nella mia vita, quieta, relativamente sedentaria, ed interamente libresca.
Ieri, ho passato metà della giornata al telefono con il Medio Oriente islamico, cercando di aiutare una madre cittadina americana e la sua giovane figlia cittadina americana ad uscire dalla trappola. Come Betty Mahmoody, che è stata tenuta in ostaggio nell’Iran di Khomeini, questa madre non se ne andrà “senza sua figlia”. Il problema è che il padre della ragazza è un uomo arabo islamico ed il suo Paese, come altri Paesi islamici, non ha sottoscritto la Convenzione di Le Hague, ciò significa che i Paesi islamici non sono sotto alcuna obbligazione internazionale di ricercare e restituire bambini rapiti da genitori. Sotto la legge della Sharia, i bambini appartengono automaticamente ai loro padri comunque – persino se sono nati in un Paese occidentale, persino che i loro padri non li hanno mai supportati finanziariamente o non hanno mai passato del tempo con loro.
Le madri sono donne, ed in quanto tali sono interamente sacrificabili. Una suocera, una seconda moglie, una sorella più anziana, una zia – una serva femmina – svolgeranno il ruolo altrettanto bene. Ho udito tante storie simili a questa. E voi?
In questo argomento, ho deciso di gettarmi sulla mia spada da giornalista (per così dire) e di girare questo caso e le mie fonti ad un reporter presso un network d’informazioni principale, nella speranza che una notizia stampa folgorante abbia migliori possibilità di finire sulla scrivania dell’Ambasciatore americano, di quanto non lo ha il testo più appassionato ed informato scritto sul mio blog. Almeno, attualmente.
Poi, senza muovere un muscolo, sono stata in Afghanistan di nuovo. Abbastanza stranamente, l’annuncio delle scoperte di gas sia in Israele ( Israel ) che in Afghanistan, sono state fatte quasi nello stesso momento. Ahimè, l’Afghanistan ha ben più del solo gas. Ha pure il ferro, e molti altri minerali ( minerals ) come l’oro, il litio, il rame e il cobalto. Sulla base dell’Afghanistan che ho conosciuto un tempo, e dell’Afghanistan che su cui sto attualmente facendo ricerche – predirei che la criminalità e la corruzione che hanno fino ad ora accompagnato il commercio di oppio in Afghanistan, raggiungerà nuove altezze, con maggiore ricchezza in gioco. Il selvaggio, selvaggio Oriente diventerà un po’ più selvaggio ora, come lo farà l’avidità della Cina, della Russia, dell’India, del Pakistan, degli Stati del Golfo – e l’Occidente. Qualcuno dovrà finanziare l’estrazione. Ci vorrà un decennio. Qualcuno dovrà sorvegliare tutti gli antagonisti.
Missione impossibile.
Ieri, l’Afghanistan è pure arrivato in Nord America. Verso la fine della mia giornata, ho ricevuto una chiamata dalla trasmissione di una rete televisiva, riguardante un tentato delitto d’onore a Montreal questo fine settimana passato. Una madre afghana aveva gravemente pugnalato sua figlia con un enorme coltello da cucina, perché era stata fuori troppo a lungo il sabato sera. Mi sarei presentata ai loro studi televisivi al fine di andare in onda alle 7 del mattino per discuterlo? Ho assicurato loro che sarei stata lì in un battibaleno se fosse stato alle 7 di sera, ma che non potevo più “fare” spettacoli nudi e crudi la mattina presto. Abbiamo parlato. Gli ho spedito i miei due studi ( two studies ) sul Middle East Quarterly, in merito ai delitti d’onore. Ha detto che mi avrebbe chiamato in futuro: “registriamo i nostri Esperti in anticipo, abitualmente nel pomeriggio”, un’orario molto più civile, secondo me.
Il caso? Una famiglia afghana, fortunata abbastanza da essere uscita ed essersi spostata fra un piacevole vicinato a Montréal. Prima cosa da notare: quanto piacevoli e normali appaiono questi genitori – amichevoli, buoni, attraenti. Seconda cosa da notare: l’età della madre è 37-38 anni, e la sua figlia più anziana ha diciannove anni. Perciò, questa madre; Johra Keleki, è rimasta probabilmente incinta a diciassette anni, possibilmente si è persino sposata a sedici, se non prima. Ora, lei ha quattro figlie, di 19, 16, 14 e 10 anni. Se la più anziana “si comporta male”, le altre seguiranno presto a ruota e tutto sarà rovinato. Dal punto di vista della madre, stava solo difendendo “l’onore” della famiglia, cercando di assicurare alle altre figlie di poter sposare un piacevole uomo, afghano, islamico. Il padre della ragazza, Ebrahimi Ebrahim, era presumibilmente a casa con le altre tre ragazze mentre l’attacco ha avuto luogo.
[FOTO]
Johra Keleki e Ebrahimi Ebrahim
Prego ricordate un altro recente (2009) mini delitto d’onore di massa afghano-canadese a Kingston, Ontario, che ha incluso un falso incidente d’auto in cui la prima moglie e tre figlie “che si comportavano male” sono state ammazzate per onore dal loro padre, fratello, e con la collusione della seconda moglie.
Sì, pure le madri partecipano agli omicidi d’onore delle loro figlie, in diversi modi. Quale Autrice di Woman’s Inhumanity to Woman [versione italiana “Donna contro Donna”], ciò non mi sorprende – sebbene mi rattristi.
Una madre può attrarre sua figlia verso la sua morte “disonorevole”, con false promesse ed espressioni d’amore, come è avvenuto nel caso di Aqsa Parvez a Toronto, e alle sorelle Said a Dallas. Le madri possono pure assumere un ruolo un diretto, manuale, nel loro omicidio – o possono partecipare ai “concili” di famiglia, dove una sentenza di morte per onore viene decisa. In questo caso, forse il padre ha spedito sua moglie a “mettere a posto il disordine che aveva fatto”, per così dire.
Il fatto che la madre abbia pugnalato sua figlia sulla testa, in faccia, e sulle spalle, suggerisce una rabbia enorme, primitiva, che caratterizza un delitto d’onore. Ci dice pure che la madre non sentiva vergogna e nemmeno senso di colpa nel tentare di perpetrare questo omicidio d’onore. Voleva che sua figlia la vedesse in azione. È stato un assalto totalmente frontale. Il messaggio è stato uno: questa madre voleva “farla vedere” a sua figlia – e alle sue altre figlie –, per capire pienamente. Tra l’altro, ciò mi ricorda di un altro delitto d’onore canadese, capitanato da una madre canadese-sikh, e portato a termine in Pakistan – la madre aveva assoldato due teppisti ed era stata al telefono con lei proprio prima che quelli somministrassero il colpo di grazia.
Gli omicidi d’onore si sentono giustificati e sono spesso valorizzato per le loro azioni. Essi non sono visti come mentalmente malati, secondo i loro propri standard culturali. La decisione canadese di spedire questa madre in osservazione psichiatrica presso l’Istituto Phillip Pinel è clemente, umanitaria, ma manca pure di cogliere il punto. Questa donna non è canadese e non è nemmeno occidentale. È stata cresciuta in una cultura della vergogna-e-dell’onore, in cui il comportamento della femmina viene strettamente monitorato e punito. Io sto dalla parte di uno dei vicini degli Ebrahimi.
“Un uomo che lavora presso un vicino ristorante libanese ha detto di sentirci dispiaciuto per la vittima”.
“Stanno cercando di farla vivere nel modo in cui essi fanno in Afghanistan”, ha detto.
Perciò, tutto sommato, è stata una buona giornata. La madre americana intrappolata nel Medio Oriente islamico può ora avere una qualche piccola causa di speranza. La figlia afghana in Montréal è sopravvissuta al brutale attacco per delitto d’onore. L’Afghanistan (un Paese che certamente necessita di una tregua) è ora chiaramente in possesso di ben più che dell’oppio. Sfortunatamente, i suoi guai ora moltiplicheranno.
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