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Apologeti dei Totalitarismi: dal Comunismo all’Islam
[ http://www.newenglishreview.org/custpage.cfm/frm/30778/sec_id/30778 ]

L’Islam quale Totalitarismo
di Ibn Warraq, gennaio 2009

PARTE A

Charles Watson, e G.-H. Bousquet si riferiscono all’Islam quale sistema totalitarista tout court, mentre Bertrand Russell, Jules Monnerot, e Czeslaw Milosz paragonano l’Islam a vari aspetti del Comunismo, ed infine, fra altri, Carl Jung, Karl Barth, Adolf Hitler, Said Amir Arjomand, Maxime Rodinson e Manfred Halpern notano le similitudini dell’Islam con il Fascismo o il Nazismo (gli ultimi due termini sono spesso usati come sinonimi).

Charles Watson, un missionario cristiano in Egitto, nel 1937, ha descritto l’Islam come totalitarista, mostrando come “Tramite milioni di radici, penetra ogni fase della vita, tutte delle quali con significato religioso, è in grado di mantenere la sua presa sulla vita della gente islamica”.[1] G.H.Bousquet, ex Professore di Legge presso l’Università di Alfieri, e più tardi presso l’Università di Bordeaux, una delle principali Autorità sulla Legge islamica, distingue due aspetti dell’Islam che egli considera totalitaristi: la Legge islamica, e la Nozione islamica di Jihad, che ha per suo Obiettivo ultimo la Conquista del Mondo intero, al fine di sottometterlo ad una singola Autorità.[2]

La Legge islamica è certamente votata a, per citare un altro grande Scolaro di Legge islamica, e Professore di lunga data di Arabo presso l’Università di Leiden, Christiaan Snouck Hurgronje, “Controllare la vita religiosa, sociale e politica dell’Umanità in tutti i suoi aspetti, la vita dei suoi seguaci incondizionatamente, e la vita di coloro che seguono Religioni tollerate ad un grado che prevenga le loro attività dall’interferire con l’Islam in qualsiasi modo”.[3] La natura onnicomprensiva della Legge islamica può essere vista dal fatto che esso non distingue fra il Rituale, la Legge (nel Senso europeo della parola), l’Etica e le buone Maniere. Principalmente questa Legislazione controlla l’intera vita del credente e della Comunità islamica, si introduce in ogni anfratto: ogni cosa - per dare una carrellata di esempi: dalla Tassa dei pellegrini, ai Contratti agricolturali, al Vitto ed Alloggio degli schiavi, all’Invito ad un matrimonio, all’Uso di bastoncini dentali, al Modo rituale in cui uno deve espletare i suoi bisogni naturali, alla Proibizione per gli uomini di indossare anelli d’oro o d’argento, al Trattamento appropriato degli animali - viene coperta.

La Legge islamica è una Dottrina di Doveri, di Doveri esterni, ovvero, quei Doveri che, continua Hurgronje, “Sono suscettibili d’essere controllati da un’Autorità umana istituita da dio. Comunque, questi Doveri sono, senza eccezione, Doveri verso Dio, e sono fondati sull’imperscrutabile Volere di Dio stesso. Tutti i Doveri con cui gli uomini possono avere a che fare, sono affrontati; troviamo trattati perciò tutti i Doveri di un uomo in qualsiasi Circostanza immaginabile, ed in Connessione con chiunque si possa immaginare”.[4]

Bertrand Russell ne La Pratica e la Teoria del Bolscevismo, pubblicato nel 1920 ha scritto,

"Il Bolscevismo combina le Caratteristiche della Rivoluzione francese con quelle dell’Insurrezione dell’Islam …. Marx ha insegnato che il Comunismo è fatalmente predestinato a giungere; ciò produce uno stato mentale non diverso da quello dei primi Successori di Mahommet …. Fra le Religioni, il Bolscevismo è da paragonare al Mohammedanismo piuttosto che alla Cristianità o al Buddismo. La Cristianità e il Buddismo sono principalmente Religioni personali, con Dottrine mistiche ed amore per la Contemplazione. Il Mohammedanismo e il Bolscevismo sono pratici, sociali, preoccupati di guadagnarsi l’Impero di questo Mondo”. [5]

Jules Monnerot nel suo studio del 1949, Sociologie du Communisme[6] ha chiamato il Communism l’Islam del ventesimo secolo. Monnerot ha scritto che lo Scopo ultimo del Comunismo sovietico era “la più assoluta Tirannia mai concepita dall’Uomo; una Tirannia che non riconosce Limiti spaziali (eccetto per il Tempo, che è proprio del Pianeta stesso), Limiti temporali (i credenti comunisti in generale rifiutano di contemplare le Epoche post-comuniste), Limiti al suo Petere sull’Individuo: la sua Voglia di Potere dichiara totale Possesso su ogni persona che conquista, e non permette grande Libertà nella Vita mentale ed economica. È questa Dichiarazione che lo fa entrare in conflitto con le Fedi, le Religioni, e i Valori, che sono più vecchi di sé stesso o che si sviluppano indipendentemente; e la Battaglia è iniziata. Noi siamo la Battaglia”.

Il "Comunismo" continua Monnerot, “prende luogo sia come Religione secolare che come Stato universale[7]; è perciò più paragonabile all’Islam che alla Religione universale che inizia opponendosi allo Stato universale nei mondi ellenico e romano, e che si può considerare come quella che ha allontanato il Cuore degli Uomini dallo Stato, avvicinandolo a loro stessi …. La Russia sovietica, non è il primo Impero in cui i Poteri temporale e pubblico vanno mano nella mano con un Potere in Ombra, che lavora fuori dalle Frontiere imperiali per minare la Struttura sociale degli Stati vicini. L’Oriente islamico si presta a diversi Esempi relativi ad una simile Dualità e Doppiezza. I fatimidi egiziani, e più tardi i safavidi persiani, sono stati gli animatori o propagatori, dal Cuore dei loro propri Stati, di una Leggenda attiva ed organizzata, di un Mito storico, calcolati per creare fanatici e ottenere la loro totale Devozione, designata a creare negli Stati vicini un sottobosco di teppisti brutali …. La Fusione fra Religione e Politica è stata una Caratteristica maggiore del mondo islamico durante il suo Periodo vittorioso. Ha permesso al Capo dello Stato di operare oltre le sue Frontiere in quanto Comandante dei credenti (Amir al-muminin); ed in questo modo un Califfo era in grado di contare su docili Strumenti, o Anime schiavizzate, ovunque ci fossero uomini che riconoscevano la sua Autorità. Le Frontiere territoriali che sembravano rimuovere alcuni dei suoi assoggettati, dalla sua Giurisdizione, non erano altro che Ostacoli materiali; Forze armate potevano costringerlo a simulare Rispetto per le Frontiere, ma la Propaganda sotterranea relativa all’Arte della Guerra poteva continuare attivamente aldilà di esse. Religioni di questo tipo non riconoscono Frontiere. La Russia sovietica è meramente un Centro geografico da cui irradia l’Influenza comunista; è un “Islam” in cammino, e considera le sue Frontiere, in qualsiasi Momento, come puramente provvisorie e temporanee. Il Comunismo, come l’Islam vittorioso, non fa alcuna Distinzione fra Politica e Religione, ma dichiara di essere sia uno Stato universale che una Verità universale, che non esiste in seno ad una Civiltà, e che non è un mondo che co-esiste con altre differenti Civiltà, con altri mondi, ma che ingloba l’intero pianeta Terra”.[8]

(Continua nella PARTE B)

Tag: Comunismo, IbnWarraq, IslamRadicale, Mondo, PoliticaOccidentaleVersoMondoIslamico, PoliticaVersoOccidente, Totalitarismo

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Risposte a questa discussione

Ho una nuova definizione di Islam:

"Un'organizzazione specializzata del terrorista, tentante d'ottenere la dominazione del mondo e travestionare come religion"
PARTE B

In The Captive Mind, Czeslaw Milosz vota un Capitolo a come la gente nelle società totalitariste sviluppa Mezzo per avere a che fare con tutte le Contraddizioni della Vita reale. Uno non può ammettere apertamente le Contraddizioni; ufficialmente esse non esistono. Quindi la gente impara a dissimulare i propri Punti di Vista, le proprie Emozioni e i propri Pensieri, non rivelando mai le loro vere Credenze pubblicamente. Milosz trova una stridente Analogia dello stesso Fenomeno nella Civiltà islamica, guadagnandosi il nome di kitman o ketman (Parola persiana per “Nascondimento”).[9]

L’Islam è pure stato paragonato più precisamente al Nazismo o qualche volta al Fascismo, abitualmente usati come Sinonimi. Per esempio, a Carl Jung, il famoso Psichiatra svizzero, è stato chiesto a fine anni Trenta, in un’Intervista, quale sarebbe probabilmente stato il Passo successivo nello Sviluppo religioso. Ha risposto, riferendosi alla Levata del Nazismo in Germania: “Non sappiamo se Hitler stia fondando un nuovo Islam. Egli è già in Marcia; è come Muhammad. L’Emozione in Germania è islamica; guerrigliera ed islamica. Tutti loro sono imbevuti di un Dio selvaggio. Questo potrebbe essere il Futuro storico”.[10]

Karl Barth[11], pure scrive a fine anni Trenta [12], riflettendo sulla Minaccia di Hitler, e sulle sue Similitudini con Muhammad:

"La Partecipazione in questa Vita, secondo l’unica Vita valevole e benedetta, è ciò che il Nazional Socialismo, quale Esperimento politico, promette a coloro che secondo la loro propria Volontà seguiranno questo Esperimento. Ed ora diventa comprensibile perché, al punto in cui incontra Resistenza, esso possa solo schiacciare ed uccidere – con il Potere ed il Diritto che appartiene alla Divinità! L’Islam antico come lo conosciamo, è proceduto in questo Modo. È impossibile capire il Nazional Socialismo a meno che non lo vediamo come un nuovo Islam [Enfasi nell’originale], il suo Mito come un nuovo Allah, Hitler come questo nuovo Profeta di Allah”.

“Una Preghiera perché il Nazional Socialismo governi, e per la sua ulteriore Espansione e Crescita, non può semplicemente essere pronunciata – a meno che uno non desideri entrare in Collusione con la sua Confessione e rendere le sue Preghiere senza Senso. Ma c’è una Preghiera nei confronti del Nazional Socialismo governante, che può essere pronunciata e dovrebbe essere pronunciata. Può e deve essere pregato, in tutta Serietà, dai cristiani in Germania e attraverso il Mondo intero. È la Preghiera che è stata pronunciata proprio nel XIX secolo, secondo la vecchia Liturgia di Basilea: “Rovescia i Baluardi del falso Profeta Muhammad!” …. Ed eccoci – ci leviamo Oggi, tutta l’Europa e l’intera Chiesa cristiana in Europa, di nuovo, in Pericolo per i turchi [Enfasi nell’originale]. E questa volta hanno già preso Vienna, e pure Praga. “Saranno sconfitti!”, “Se perisco, perisco!”: essi lo sapevano davvero al Tempo della vecchia Minaccia turca. Essi lo sapevano meglio, lo sapevano con più Rassegnazione alla Volontà di Dio, e con Tono meno querelante di quello nostro odierno”.

Albert Speer, che fu il Ministro degli Armamenti e della Produzione di Guerra di Hitler, ha scritto una Memoria delle sue Esperienze della II Guerra Mondiale, mentre scontava una Sentenza di 20 anni di Prigione imposta dal Tribunale di Norimberga. La Narrativa di Speer include questa Discussione che cattura le Vedute razziste di Hitler verso gli arabi da una parte, e la sua diffusa Lode per l’Islam dall’altra:[13]

"Hitler è rimasto molto impressionato da frammenti di Storia che ebbe appreso da una Delegazione di arabi distinti. Quando i mohammedani hanno cercato di penetrare, oltre la Francia, l’Europa centrale durante l’ottavo secolo – gli hanno detto i suoi visitatori – essi sono stati respinti dalla Battaglia di Tours. Se gli arabi avessero vinto la Battaglia, il Mondo sarebbe Oggi mohammedano.13 Poiché la loro era una Religione che credeva nella Diffusione della Fede tramite la Spada e nel Soggiogamento di tutte le Nazioni a tale Fede. Un simile Credo sarebbe andato benissimo per il Temperamento tedesco [Enfasi aggiunta]. Hitler disse che gli arabi conquistatori, a causa della loro Inferiorità razziale, sarebbero stati incapaci ad avere a che fare con il Clima duro e le Condizioni del Paese, sul lungo Termine. Non avrebbero potuto tenere sotto i più vigorosi nativi, cosicché in ultima Analisi non gli arabi ma i tedeschi islamizzati avrebbero potuto stare a Capto di questo Impero mohammedano [Enfasi aggiunta]. Hitler si dice aver concluso la sua Speculazione storica rimarcando: “Vedete, è stata la nostra Sfortuna avere la Religione sbagliata. Perché non abbiamo la Religione dei giapponesi, che considerano il Sacrificio per la propria Terra come il Bene più prezioso? La Religione mohammedana pure sarebbe stata per noi più compatibile rispetto alla Cristianità. Perché ha dovuto essere la Cristianità, con la sua Mitezza e Flaccidità?”

(Continua nella PARTE C)
PARTE C

Manfred Halpern, [1924-2001], è stato un Professore di Politica a Princeton per circa quarant’anni. Nato in Germania nel 1924, i genitori Halpern sono fuggiti dai nazisti nel 1937 verso l’America. Egli ha raggiunto la Guerra contro i nazisti quale arruolato nel Battaglione della XXVIII Fanteria, ed ha partecipato alla Battaglia di Bulge ed altrove. Dopo che la Germania si è arresa, ha lavorato per la Contro-intelligence statunitense, rintracciando vecchi nazisti. Nel 1948 ha raggiunto il Dipartimento di Stato, dove ha lavorato sul Medio Oriente, e nel 1958 è andato a Princeton, dove ha fatto lo stesso. Nel 1963, Princeton ha pubblicato il suo Politics of Social Change in the Middle East and North Africa, un Trattato accademico sull’Islamismo, che Halpern ha descritto come “Totalitarismo neo-islamico”:

"I Movimenti totalitaristi neo-islamici sono essenzialmente Movimenti fascisti. Essi si concentrano nel mobilizzare la Passione e la Violenza per allargare il Potere del loro Leader carismatico e la Solidarietà del Movimento. Essi vedono il Progresso materiale principalmente come Mezzo per accumulare Forza per l’Espansione politica, e negano interamente la Libertà individuale e sociale. Essi imitano i Valori e le Emozioni di un Passato eroico, ma reprimono qualsiasi Analisi critica libera sia delle Radici passate che dei Problemi presenti”.

Halpern ha continuato: “Come il Fascismo, il Totalitarismo neo-islamico rappresenta l’Istituzionalizzazione della Lotta, della Tensione e della Violenza. Incapace di risolvere la Questioni pubbliche di Base della Vita moderna – il Progresso intellettuale e tecnologico, la Riconciliazione della Libertà e della Sicurezza, e le Relazioni pacifiche fra Sovranità rivali – il Movimento è forzato dalla sua propria Logica e dalle sue proprie Dinamiche, nel Perseguimento della sua Visione tramite Terrore nichilista, Astuzia, e Passione. Un’Amministrazione statale efficiente è vista solo quale Strumento potente aggiuntivo per controllare la Comunità. La Localizzazione del Potere e la Focalizzazione sulla Devozione giace nel Movimento stesso. Come i Movimenti fascisti altrove, il Movimento è organizzato in modo da fare che il Totalitarismo neo-islamico sia l’intera Vita dei suoi Membri”.[14]
Come ha detto Martin Kramer: “Il suo Trattamento rigoroso dell’Islamismo sta molto in piedi, ed il suo eguagliarlo con il Fascismo è stata una seria Proposta, fatta da qualcuno che ha visto il Fascismo da vicino”.[15]

Il Paragone dell’Islamismo con il Fascismo è stato pure avanzato da Maxime Rodinson [1915- 2004], l’eminente Scolaro francese dell’Islam, e giudicato tramite comune Consenso quale uno dei tre più grandi Scolari dell’Islam del XX secolo, che è stato pioniere nell’Applicazione del Metodo sociologico nel Medio Oriente. In quanto ad ebreo francese nato nel 1915, Rodinson ha pure appreso del Fascismo tramite Esperienza diretta; i suoi genitori sono periti ad Auschwitz. Rodinson ha risposto a Michel Foucault – che verrà discusso in seguito – e al Supporto acritico di Foucault della Rivoluzione iraniana. In un lungo Articolo di prima pagina in Le Monde, Rodinson si è riferito a coloro che “giungono freschi al Problema, con una Conformazione mentale idealistica”. Rodinson ha ammesso che la Tendenza dei Movimenti islamici quali la Fratellanza Musulmana sono stati “difficili da definire …. Ma la Tendenza dominante è un certo tipo di Fascismo arcaico (type de fascisme archaïque). Tramite ciò intendo un Desiderio di stabilire uno Stato autoritario e totalitarista la cui Politica metterebbe in Pratica brutalmente l’Ordine morale e sociale. Imporrebbe allo stesso tempo la Conformità alla Tradizione religiosa come interpretata alla Luce più conservatrice.”[16]

Nel 1984, Said Amir Arjomand, un Sociologo irano-americano presso SUNY-Stony Brook, ha pure fatto notare “alcune stridenti Similitudini sociologiche fra i Movimenti islamici contemporanei e il Fascismo europeo, e la Destra radicale americana …. È soprattutto la Forza dell’Impulso monastico e del Moralismo politico pronunciato dai Movimenti islamici tradizionalisti e fondamentalisti, che li rendono simili al Fascismo e alla Destra radicale.”[17]

***

[1] The Muslim World, January 1938 (Vol. 28 Issue 1 Page 1-107) , p.6.
[2] G.-H.Bousquet. [1900-1978]. L'Ethique sexuelle de l'Islam. Paris: Desclée de Brouwer. 1990 [Ist edn.1966], p.10.
[3] C.Snouck Hurgronje [1857-1936]. Selected Works. Edd. G.-H.Bousqet & Joseph Schacht, Leiden: E.J.Brill, 1957, p.264.
[4] C.Snouck Hurgronje. Selected Works. Edd. G.-H.Bousqet & Joseph Schacht, Leiden: E.J.Brill, 1957, p.261.
[5] Bertrand Russell. The Practice and Theory of Bolshevism. London: George Allen and Unwin, 1920 pp.5,29,114.
[6] Jules Monnerot. Sociologie du Communisme, Paris: Gallimard, 1949. [English translation by Jane Degras and Richard Rees. Sociology and Psychology of Communism, Boston: Beacon Press, 1953]
[7] [Jules Monnerot's footnote and emphases: In intention but not in fact. The universal State is a sort of collective fantasy; the totalitarian State's image of itself projected into the future.]
[8] Jules Monnerot. Sociologie du Communisme, Paris: Gallimard, 1949. [English translation by Jane Degras and Richard Rees. Sociology and Psychology of Communism, Boston: Beacon Press, 1953] pp.18-22.
[9] Czeslaw Milosz. The Captive Mind. Translated from the Polish by Jane Zielonko. New York:Vintage Books, 1959, pp.51-77.
[10] Carl Jung. The Collected Works Volume 18, The Symbolic Life, 1939, Princeton, Princeton University Press p. 281.
[11] I owe the references to Karl Barth and Carl Jung to Dr. Andrew Bostom.
[12] Karl Barth. The Church and the Political Problem of Our Day, New York: Scribner, 1939, pp. 43; 64-65.
[13] Albert Speer. Inside the Third Reich. 1970, New York:The Macmillan Company, p. 96.
[14]Manfred Halpern. Politics of Social Change in the Middle East and North Africa Princeton: Princeton University Press, 1963, quoted at Martin Kramer's Wesbsite: http://www.geocities.com/martinkramerorg/2006_09_20.htm, Accessed October, 22, 2007.
[15] Martin Kramer's Wesbsite: http://www.geocities.com/martinkramerorg/2006_09_20.htm, Accessed October, 22, 2007
[16] Maxime Rodinson. Islam Resurgent? Le Monde, December, 6-8, 1978, quoted in Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005, p233.
[17] Quoted in Martin Kramer's Website: http://www.geocities.com/martinkramerorg/2006_09_20.htm, Accessed October, 22, 2007
Apologeti dei Totalitarismi: dal Comunismo all’Islam, Parte II
[ http://www.newenglishreview.org/custpage.cfm/frm/31133/sec_id/31133 ]

Gli Apologeti cristiani dell’Islam
Ibn Warraq, febbraio 2009

I primi Apologeti moderni dell’Islam – persino della sua Forma fondamentalista – sono stati gli Scolari cristiani che hanno percepito un Pericolo comune in certi Sviluppi economici, filosofici e sociali in Occidente: l’Ascesa del Razionalismo, dello Scetticismo, dell’Ateismo, del Secolarismo; la Rivoluzione industriale; la Rivoluzione russa e l’Ascesa del Comunismo e del Materialismo. Sir Hamilton Gibb scrive dell’Islam quale cristiano “impegnato in un’Impresa spirituale comune”.[1] Ma stiamo in guardia dallo Scetticismo: “Sia la Cristianità che l’Islam soffrono sotto il Peso della Pressione mondana, e dall’Attacco degli atei scientifici e dei loro simili”, si lamenta Norman Daniel.[2]

Quindi la Tendenza fra gli Scolari cristiani è piuttosto acritica; una Tendenza che desidera non offendere gli amici e colleghi islamici. O ci sono state Scuse esplicite se lo Scrittore ha sentito che c’era qualcosa offensivo agli occhi islamici, oppure ha usato Diversivi per evitare di sembrare che si schierava da una Parte, o ha evitato di giudicare una qualsiasi Questione che fosse in Discussione.
Gli Scolari cristiani quali William montgomery Watt, che fu Curato presso la St. Mary Boltons, di Londra, e della Old St. Paul’s, di Edinburgh, e Ministro episcopale ordinato, e che è stato uno dei più influenti Scolari islamici in Gran Bretagna degli ultimi cinquant’anni, e Sir Hamilton Gibb, hanno visto lo Scetticismo, l’Ateismo e il Comunismo come i Nemici comuni di tutte le vere Religioni. Essi hanno seguito Carlyle nella Speranza di Ispirazione spirituale dall’Oriente. Qui c’è Watt: “L’Islam – o forse uno dovrebbe dire l’Oriente – ha teso a sovraenfatizzare la Sovranità divina, laddove in Occidente troppa Influenza è stata attribuita alla Volontà umana, specialmente nei Tempi recenti. Entrambi sono stati lontani dalla vera Via, sebbene in Direzioni diverse. L’Occidente ha probabilmente qualcosa da imparare da quell’Aspetto di Verità che è stato così chiaramente appreso in Oriente”.

Attraverso il suo Articolo Religion and Anti-Religion (Religione ed Anti-religione), il Professor Watt riesce a distinguere malamente a nascondere il suo Disprezzo per il Secolarismo. “L’Ondata di Secolarismo e Materialismo sta recedendo”, nota Watt con Approvazione, “la maggior Parte degli uomini seri nel Medio Oriente realizzano la Gravità dei Problemi del Tempo presente, e sono perciò consapevoli del Bisogno di una Religione che li renda in grado di avere a che fare con le Situazioni che sorgono dallo Scontro con questi Problemi nelle loro Vite personali”. Watt va avanti discutendo il Lavoro di Manfred Halpern, che “Parla dei Fratelli Musulmani in Egitto, Siria e altrove, insieme a Movimenti come i Fida’iyan-i Islam in Persia, e i Khaksar e i Jama’at-i Islam in Pakistan, quali Totalitarismi neo-islamici e fa notare la loro Somiglianza con il Fascismo, incluso il Nazionalsocialismo germanico di Adolf Hitler. Da un Punto di vista puramente politico questo potrebbe essere giustificato, e le Somiglianze certamente esistono. Eppure, secondo una Prospettiva più ampia questa Caratterizzazione è fuorviante. È vero che questi Movimenti qualche volta “si concentrano nella Mobilizzazione della Passione e della Violenza, e la Solidarietà del Gruppo, per espandere il Potere del loro Leader carismatico …”, e che “essi rievocano i Valori e le Emozioni di un Passato eroico, ma reprimono qualsiasi Analisi critica sia delle loro Radici passate che dei Problemi presenti”. Eppure l’Inettitudine politica e la Mancanza nel notare il loro Significato positivo quale Segno di Risorgimento religioso …. I Movimenti di Massa neo-islamici, lontano dall’essere uguali al Nazionalsocialismo o al Fascismo, sono piuttosto un’importante Barriera contro un simile Sviluppo”. [3]

Il magnifico Eufemismo di Watt per il Fascismo è “Inettitudine politica”; e a noi è chiesto di dominare questo Fascismo, ammirandolo invece per il suo “Significato positivo nel segnare un Risorgimento della Religione”. Il Supporto di Watt per ciò che Amir Taheri chiama santi Terroristi, vale la pena d’essere ponderato. Non deve essere dimenticato che i Fratelli Musulmani un’Organizzazione terrorista il cui Fondatore non ha fatto Segreto del Fatto che ammirasse Hitler e Mussolini. Dopo la Fine della II Guerra Mondiale, i Fratelli Musulmani di Hassan hanno lanciato una Serie di Attacchi contro Obiettivi civili; Cinema e Ristoranti sono stati bombardati o dati alle Fiamme, le Donne vestite in Modo scorretto furono attaccate con dei Coltelli. Ci sono stati anche una serie di Assassini. Sì; ci viene chiesto di soprassedere a ciò in nome del Risorgimento religioso.
Watt rivela persino Qualità più inquietanti – una Sfiducia verso l’Intelletto e un Rigetto dell’Importanza dell’Obiettività e Verità storica: “Questa Enfasi sulla Storicità, comunque, ha quale Complemento una Negligenza dei Simboli; è potrebbe essere che infine questa “Verità simbolica” sia più importante della “Verità storica””.[4]

Nella sua “Introduzione al Corano”, Watt sembra avere una molto debole Padronanza della Nozione di Verità – quindi la Verità oggettiva è complessivamente abbandonata in favore di un Soggettivismo totale” … il Sistema delle Idee seguito dagli ebrei, cristiani, islamici, buddisti, e altri sono tutti veri fintantoché permettono agli Esseri umani di avere un’”Esperienza di Vita globale” più o meno soddisfacente. Per quanto l’Osservazione può dire, nessuno dei grandi Sistemi è marcatamente inferiore o superiore agli altri. Ognuno è perciò vero. In particolare il Corano è in questo Senso vero. Il Fatto che il Concetto coranico di Unità di Dio appare in contrasto con il Concetto cristiano di Dio, non implica che il Sistema sia falso, e nemmeno che il Concetto sia falso. Ogni Concezione è vera in quanto parte di un Sistema che è vero. Fin qui, siccome alcune Concezioni in un Sistema sembrano contraddire gli Insegnamenti accettati della Scienza – o, quelli della Storia fintanto che è oggettiva - questa Contraddizione solleva Problemi per gli Aderenti al Sistema, ma non provano che il Sistema intero sia inferiore ad altri. Ovvero, l’Affermazione coranica per cui gli ebrei non hanno ucciso Gesù non prova che il Sistema coranico intero sia inferiore a quello cristiano, persino considerando che la Crocefissione è un Fatto oggettivo”.[5]
In questo impressionante passaggio di Disonestà intellettuale, Watt mette in pratica ogni sorta di Ginnastica mentale in uno Sforzo di piacere chiunque, per non offendere alcuno. Lasciando a parte il Problema della Vaghezza nella Terminologia di Watt – Termini quali “Esperienza di Vita nella sua Totalità”, “Concezione”, “Sistema coranico” – possiamo ora comprendere cosa abbiamo stabilito di comprendere all’Inizio di questa Inchiesta, ovvero, perché gli Islamicisti britannici sono stati tanto acritici nei confronti dell’Islam.
"Gli Scolari non-islamici," continua Watt, “non sono preoccupati con Domande sulla Verità ultima, poiché ciò, è stato suggerito, non può essere raggiunto dagli Uomini. Essi presumono la Verità (mia Enfasi), nel Senso relativo appena spiegato, del Sistema di Idee coranico.” A simili Condizioni, gli Scolari non sono propensi ad essere critici verso il “Sistema di Credo” di qualcuno, fintantoché la persona soddisfa i suoi “Bisogni spirituali”.
La summenzionata Attitudine, esemplificata da Watt, è stata brillantemente esposta e attaccata da Julien Benda nel suo classico “Tradimento degli Intellettuali”. Ha scritto: “Ma i Clerici moderni (Intellettuali) hanno tenuto per sé la Verità universale, come pure la Morale universale, per Disprezzo dell’Umanità. Qui i “Clerici” hanno positivamente dimostrato del Genio nei loro Sforzi per servire le Passioni dei laici. È ovvio che la Verità è un grande Impedimento per coloro che desiderano distinguersi; dal Momento in cui essi accettano la Verità, essa li condanna ad essere consapevoli di loro stessi in un Universo. Che Gioia per loro imparare che questo Universo è un mero Fantasma, che esistono solo particolari Verità, “Verità lorene, Verità provenzali, Verità britanniche, l’Armonia delle quali – nel corso dei secoli – costituisce ciò che è benefico, rispettabile, e vero in Francia.”[6] Watt aggiunge: “una Verità islamica, una Verità cristiana, e così via”; o come l’ha messa in Islamic Revelation, "ogni (grande Religione) è valida in una Regione culturale particolare, ma non oltre là.”[7]

La Tradizione sentimentale ecumenica stabilita dagli Scolari quali Watt e Gibb continua di questi giorni. Possiamo seguire la graduale Introduzione di questa Tradizione nelle pagine del giornale The Muslim World, che è stato fondato nel 1911 (originalmente intitolato The Moslem World) per promuovere il Lavoro dei Missionari cristiani in Medio Oriente. Dal 1938 è stato edito dall’Hartford Seminary. Le prime Trattande del giornale sono state altamente critiche di vari Aspetti dell’Islam – ho già citato la Descrizione di Charles Watson dell’Islam ( Charles Watson's description of Islam ) quale Totalitarismo, che è apparso sulle sue pagine, nel 1937. Il suo primo Editore era un convinto cristiano e considerevole Scolaro, Samuel Zwemer (1867-1952). Nel 1929 è stato appuntato Professore delle Missioni e Professore di Storia delle Religioni presso il Princeton Theological Seminary, dove ha insegnato fino al 1951. Aveva un comando praticamente perfetto dell’Arabo ed un approfondita Conoscenza del Corano, e spesso ci si riferiva a lui come “il Missionario Cuor di Leone che ha cercato di confondere gli islamici in merito alle loro Scritture, usando la Bibbia cristiana”.[8]

Entro fine anni Quaranta, comunque, il Giornale ha iniziato a pubblicare Articoli favorevoli all’Islam, e entro gli anni Cinquanta le sue Pagine erano dominate da Scolari quali Watt. È ora co-edito da un islamico e un cristiano – convertire gli islamici alla Cristianità non è più considerato rispettabile dai cristiani liberali che si sono fatti in quattro per accontentare gli islamici – come per Esempio chiedere a tutti i cristiani di usare il Termine “Allah” invece che “Dio” [9]: Gesti generosi non reciprocati dagli islamici.
Per portare la storia al Presente, uno non può escludere il Caso di John Esposito, un cattolico, Professore di Affari internazionali e Studi islamici presso l’Università Georgetown. Egli è pure Direttore del Centro Principe Alwaleed Bin Talal per la Comprensione islamico-cristiana presso la stessa Università. Mentre studiava per il suo Dottorato presso l’Università Temple, Esposito è giunto sotto l’Influenza dell’islamista Ismail R. Faruqi, “pan-islamista palestinese e teorico dell’”Islamizzazione del Sapere”, attorno a cui ha sviluppato un Culto della Personalità”.[10] Esposito ha cercato di presentare l’Islam e l’Islamismo nelle Categorie occidentali sperando così di creare un’Attitudine più favorevole verso di essi, in Occidente.
“Perché non piazzare i Movimenti islamisti nella Categoria della Partecipazione politica, o persino della Democraticizzazione?"[11] Esposito poi è andato avanti dichiarando che i Movimenti islamisti non erano altro che Movimenti di Riforma democratica! Era puro Pregiudizio “orientalista” quello che preveniva gli occidentali dal vedere ciò. Esposito ha scritto che gli americani “devono trascendere la loro ristretta, etnocentrica Concettualizzazione di Democrazia” per capire la Democrazia islamica che potrebbe creare efficaci Sistemi di Partecipazione popolare, sebbene in modo diverso dal Modello di Westminster e da quello americano”. [12]

Esposito, ed il suo stretto Collaboratore John Voll, hanno asserito con grande Sicurezza che ogni Stato o Movimento islamista erano sia democratici che potenzialmente democratici. John Voll si è presentato davanti un Comitato congressuale nel 1992, dichiarandosi in favore del Sudan, che Kramer descrive appropriatamente come “un Posto senza Partiti politici, governato da una Giunta militare in Accordo con un Ideologo islamista”. Per Voll il Regime sudanese era “uno Sforzo per creare un Formato consensuale piuttosto che conflittuale, per la Partecipazione politica popolare”, e secondo lui “non è possibile, persino usando un’Esperienza politica esclusivamente occidentale quale Base definitiva, affermare che se un Sistema non ha due Partiti, non sia democratico.”[13]

Martin Kramer riassume la grottesca Apologia di Voll per l’Islamismo così: “E così i Congressisti americani sono stati istruiti dal Presidente eletto del MESA (Middle East Studies Association) che un Paese senza Partiti politici, presidiato da un Generale che complottato un Colpo di Stato, dominato dalla Guerra civile, con un Prodotto pro-capite lordo di 200 Dollari americani, può ancora essere considerato in qualche modo una Democrazia. Questa non è stata una Parodia personale deliberata; è stata meramente la Logica di Esposito portata avanti ad absurdum."[14]

Proprio mesi prima dell’11 settembre, Esposito ha scritto “Focalizzandosi su Usama Bin Laden si rischia di capitolare davanti ad una delle tante Fonti centrali del Terrorismo, distorcendo sia le diverse Fonti internazionali che la Rilevanza di un uomo.” Pure prima egli aveva predetto che gli anni Novanta “sarebbero stati una Decade per nuove Alleanze e Allineamenti, in cui i Movimenti islamici avrebbero sfidato piuttosto che minacciato le loro Società e l’Occidente”. Nel 1994, egli ha affermato che Hamas, il Gruppo terrorista palestinese, era sono un Gruppo focalizzato sulla Comunità, impegnato in “Produzione di Miele e Formaggio, e Manifattura locale di Indumenti”. Mentre non vedeva Niente di sinistro nella Chiamata del Presidente dell’Autorità Palestinese Yasir Arafat alla Jihad, che ha considerato “in Realtà, come una “Campagna d’Alfabetizzazione””.

Dopo l’11 settembre, Esposito ha biasimato dapprima l’America. “L’11 Settembre”, ha detto, “ha reso tutti consapevoli del Fatto che non affrontare il Tipo di Questioni qui coinvolte, di Tolleranza e Pluralismo, ha Ripercussioni catastrofiche”.
Persino più disgraziatamente, Esposito si rifiuta di riconoscere che l’Applicazione della Shari’a, o Legge islamica, inevitabilmente conduce ad una Società totalitaria, come l’Afghanistan prima governato dai talebani, l’Iran dei Giorni presenti, l’Arabia Saudita e il Sudano. La Freedom House mette questi Paesi fra i peggiori violatori dei Diritti umani al Mondo. Inoltre, ognuno di questi Paesi è stato collegato all’Esportazione di Terrorismo internazionale. Eppure, Esposito scrive che “contrariamente agli Avvertimenti di alcuni, gli Stati Uniti non dovrebbero, di Principio, obbiettare all’Implementazione della Legge islamica, o al Coinvolgimento di Attivisti islamici nel Governo”.[15]

NOTE

[1] H.A.R.Gibb. Modern Trends in Islam. Chicago:University of Chicago Press, 1947.
[2] Norman Daniel. Islam and the West. Edinburgh: Edinburgh University Press, 1960, p.307.
[3] William Montgomery Watt, Religion and Anti-Religion, in Religion in the Middle East:Three Religions in Conflict and Concord, ed. A.J.Arberry, Cambridge: Cambridge University Press, 1969, pp.625-627
[4] William Montgomery Watt, Islamic Revelation in the Modern World, Edinburgh: Edinburgh University Press, 1969, p.116
[5] William Montogomery Watt ,Introduction to the Quran Edinburgh: Edinburgh University Press,1977 p.183.
[6] Julien Benda The Betrayal of the Intellectuals, Boston: Beacon Press, 1955, pp.76-77.
[7] William Montgomery Watt, Islam and the Integration of Society, London: Routledge, Kegan and Paul, 1961, p.278
[8] Samuel Zwemer: http://en.wikipedia.org/wiki/Samuel_Marinus_Zwemer : accessed 15 November, 2007.
[9] In August, 2007,Bishop of Breda, Tiny Muskens: http://www.worldnetdaily.com/staticarticles/article57178.html, accessed 15 November, 2007.
[10] Martin Kramer. Ivory Towers on Sand. The Failure of Middle Eastern Studies in America. Washington, D.C.: The Wsahington Institute for Near East Policy, 2001, p.49.
[11] Ibid.,p.50
[12] John Voll and John L.Esposito, "Islam's Democratic Essence", Middle East Quarterly 1, no.3 (September 1994) p.11, quoted in Martin Kramer. Ivory Towers on Sand. The Failure of Middle Eastern Studies in America. Washington, D.C.: The Wsahington Institute for Near East Policy, 2001, p.50
[13] Quoted in Martin Kramer. Ivory Towers on Sand. The Failure of Middle Eastern Studies in America. Washington, D.C.: The Wsahington Institute for Near East Policy, 2001, p.50
[14] Martin Kramer. Ivory Towers on Sand. The Failure of Middle Eastern Studies in America. Washington, D.C.: The Wsahington Institute for Near East Policy, 2001, pp.50-51
[15] All the quotes in the last three paragraphs are from Campus Watch, Esposito: Apologist for Militant Islam, published by FrontPage Magazine, September 3 2002, accessed Nov.30, 2007
Apologeti dei Totalitarismi: dal Comunismo all’Islam, Parte III

Michel Foucault
Di Ibn Warraq (Febbraio 2009)

L’acritica Ammirazione di Michel Foucault per gli Islamisti in Iran, dal 1978 in avanti, fa rivivere Ricordi di della grande Tradizione di Intellettuali di Sinistra che, dapprima, hanno negato il Regno di Terrore di Stalin, e poi hanno minimizzato le Atrocità, ed infine le hanno riconosciute in Privato ma hanno rifiutato di denunciarle in Pubblico. Robert Conquest dà l’Esempio di Sartre, che ha pensato che le Prove dell’Esistenza dei Campi di Lavoro di Stalin dovessero essere ignorate o soppresse, al fine di non demoralizzare il Proletariato francese. [1]

Michel Foucault ha visitato l’Iran due volte nel 1978, proprio pochi mesi prima che l’Ayatollah Khomeini ritornasse a Tehran trionfante, a Febbraio 1979, ed ha scritto le sue Impressioni perlopiù sul Quotidiano italiano Corriere della Sera, ma pure sul Quotidiano francese Le Monde, ed il Settimanale Le Nouvel Observateur.

Molti Ammiratori dell’Intellettuale francese hanno cercato di considerare i suoi Scritti iraniani quali Aberrazioni temporanee, variamente descritte come “Fraintendimenti”, “Errori”, “Follie”, “Errori di Calcolo”, o “un Fallo”. Ma Mitchell Cohen chiede: “Il Fallo di Foucault è stato solo un fallo? O è stato, come amano dire i Postmodernisti, un Sintomo? Suggerisco che si sia trattato di quest’ultimo. È stato e rimane un Sintomo di qualcosa che disturba, del Tipo di Pensiero di Sinistra, che mischia Postmodernismo, semplicistico Terzomondismo, e Inclinazioni illiberali”. [2]

In più, lungi dall’essere Aberrazioni, le Profezie di Foucault, le Analisi e il Supporto della Rivoluzione iraniana, furono in totale Armonia con le sue Posizioni filosofiche generali e con i suoi Scritti teoretici sui Discorsi di Potere e sulle Critiche alla Modernità, ed in Relazione ad essi.

Michel Foucault è rimasto profondamente ignorante in merito all’Islam – la sua Teologia, la sua Storia, i suoi Libri scacri, il Corano, lo Shi’ismo e la sua particolare Storia in Iran; la minima Familiarità con uno qualsiasi di questi Temi avrebbe salvato lui e la sua Reputazione dai suoi grossolani Errori, dalle sue ingenue Affermazioni e Illusioni. Egli ha considerato Khomeinie come un “Vecchio Santo”, e ha scritto “non ci sarà un Partito di Khomeini; non ci sarà un Partito di Khomeini”. Ha insistito: “Una cosa deve essere chiara. Per “Governo islamico”, nessuno in Iran intende un Regime politico in cui i Clerici avrebbero un Ruolo di Supervisione e Controllo. Per me, la Frase “Governo islamico” sembra indicare due Ordini diversi”.

"'A utopia', some told me without any pejorative implication. 'An ideal,' most of them said to me. At any rate, it is something very old and also very far into the future, a notion of coming back to what Islam was at the time of the Prophet, but also of advancing toward a luminous and distant point where it would be possible to renew fidelity rather than maintain obedience. In pursuit of this ideal, the distrust of legalism seemed to me to be essential, along with a faith in the creativity of Islam.

"A religious authority explained to me that it would require long work by civil and religious experts, scholars, and believers, in order to shed light on all the problems to which the Quran never claimed to give a precise response. But one can find some general directions here: Islam values work; no one can be deprived of the fruits of his labour; what must belong to all (water, the subsoil) shall not be appropriated by anyone. With respect to liberties, they will be respected to the extent that their exercise will not harm others; minorities will be protected and free to live as they please on the condition that they do not injure the majority; between men and women there will not be inequality with respect to rights, but difference, since there is a natural difference. With respect to politics, decisions should be made by the majority, the leaders should be responsible to the people, and each person, as it is laid out in the Quran, should be able to stand up and hold accountable he who governs."[3]

Even a cursory glance at Khomeini's book Islamic Government, published a few years before he came to power, where he noted "all of Islam is politics," would surely have sobered Foucault up. Even in October, 1978 Khomeini did not disguise his hatred of non-Muslims, and it was clear his intention was to establish an authoritarian state based on Islam and the Koran. Thus it is hardly surprising if practically every prophesy in the above statement turned out to be gruesomely false. All the non-Muslim minorities - Zoroastrians, Jews, Christians, and Baha'is - suffered persecution, destruction of their places of worship, harassment, accusations of blasphemy, forced conversions, and summary executions. Space and time forbids more than a brief glance at just one of the beleagured minorities, the Baha'is. More than 200 Baha'is have been killed since 1978, thousands more imprisoned. They are regarded as apostates and "unptotected infidels," have no legal rights, and are not permitted to elect leaders of their community. They are denied jobs, and rights to inherit property. More than 10,000 Baha'is have been dismissed from government posts since 1979. All Baha’i cemeteries, holy places and community properties were seized soon after the 1979 revolution, and none have been returned; while many sites of historical significance to Baha’is have been destroyed, and so the sorry, sad, and tragic saga continues to this day.

Women are always the first ones to suffer whenever Islamic Laws are promulgated and enforced. Foucault dismissed feminists' warnings as to the direction the revolution was heading, describing the feminists as westernised and hence inauthentic, regarding such criticisms of Islam - as "Orientalist" in the pejorative sense. He seemed to be indisposed and incapable of grasping the nature of Islamic Law especially as it related to the rights of women. The limitations of their rights are enshrined in the constitution of the Islamic Republic of Iran, which explicitly reduces women to second-class citizens. A segregated health care system means that many women receive inadequate attention as there are not enough well-trained women doctors and nurses. A raped woman is liable to be executed or stoned to death for fornication.

I apologize for all these details but they are necessary in order underline how horribly Foucault and other Western Leftists got it wrong, and show that while it was all an amusing intellectual game for irresponsible intellectuals intoxicated with their own theories, words and power, it was devastatingly serious for the victims of what Foucault enthusiastically called "political spirituality."

Liberals of the Cold War era and the Postmodern Left of 21st Century, exemplified by Foucault, have many points in common. First, both disdain the very idea of objective truth, and thus are committed to the doctrine of relativism. James Burnham in his "Suicide of the West" quoted the prominent American philosopher Thomas V. Smith (1890-1964) who was Professor of Philosophy at the University of Chicago, Illinois State Senator (1936-1938), and also Congressional Representative, (1938-1940). T. V. Smith wrote, "this inability finally to distinguish [truth from falsity, good from evil, beauty from ugliness] is the propaedeutic for promotion from animal impetuosity to civilized forbearance. It marks the firmest foundation for the tolerance which is characteristic of democracy alone." T. V. Smith cites Justice Holmes as a major source of the influence of this doctrine of relativism, "As Holmes put it, we lack a knowledge of the 'truth' of 'truth.'" Professor Smith attacks all classical theories of objective truth, and declares: "No one of these theories can adequately test itself, much less anything else."

The idea of objective truth is only the rationalization of private, subjective "feelings of certitude...; and certitude is not enough. It more easily marks the beginning of coercion than the end of demonstration...." And, Burnham remarks, since final truth cannot be known, we must keep the dialogue eternally going.[4]

Foucault, like many postmodernist philosophers, also favors relativism and like T. V. Smith, finds the Enlightenment notions of rationality and objective truth "coercive."
In an interview that he gave in late 1978, Foucault underlined the "otherness" of the Iranian people, since they are not Westerners, the Iranians "don't have the same regime of truth as ours...".[5]

"When the Western liberal's feeing of guilt," wrote Burnham, "and his associated feeling of moral vulnerability before the sorrows and demands of the wretched become obessesive, he often develops a generalized hatred of Western civilization and his own country as a part of the West"[6]. Foucault was exultant at the prospects for an Iranian Revolution precisely because he saw the Islamist movement as an "irreducible form of resistance to Western hegemony"[7], and as a rejection of a European form of modernity. When he was attacked for his article quoted at length above, Foucault claimed in self-defense that he had also written that some of the pronouncements of the Islamists were "not too reassuring".[8] But if examine closely what his doubts were, we uncover Foucault's utter dishonesty. Foucault wrote, "the definitions of an Islamic government ...seemed to me to have a familiar but, I must say, not too reassuring clarity. 'These are basic formulas for democracy, whether bourgeois or revolutionary', I said. 'Since the eighteenth century now, we have not ceased to repeat them, and you know where they have led' ".[9] So what Michel Foucault was warning us and the Islamists themselves against was not the dangers of clerical authoritarianism, but the dangers of a liberal democracy! Michel Foucault's postmodernist and post-structuralist attacks on the West inexorably lead to an uncritical admiration of Islamism, despite, and in some cases because of, the latter's rejection of liberal democracy, women's rights, and human rights in general. He called the industrial capitalism of the West as "the harshest, most savage, most selfish, most dishonest, oppressive society one could possibly imagine".[10]

When confronted with Iranians who were less religious than the Islamists, more leftist, or otherwise "western," Foucault always dismissed them as less authentically Iranian.[11] He refused to acknowledge that there were staunch secularists among the opposition to the Shah, and even brushed aside the reservations of Ayatollah Shariatmadari for an Islamic Republic. The Iranian Revolution as it was unfolding under his very eyes was, for Foucault, an expression of an undifferentiated collective will. [12]

Along with an uncritical admiration of Islamism, Foucault indulged in what his fervent disciple, Edward Said, would accuse others of, that is, Orientalism in the pejorative sense. Foucault idealised, exoticized, romanticized the East. Foucault constantly privileges what he calls the premodern social order, assumed to exist in the Middle East, Africa and Asia, over the modern, rational, Western one. "Rationality" is a pejorative word for Foucualt who condescendingly implies that Orientals were superior precisely because they were incapable of rational thought, with its destructive tendencies.[13]



[1] Robert Conquest. The Great Terror. London, 1968.pp.678-679.
[2] Mitchell Cohen. An Empire of Cant. Hardt, Negri, and Postmodern Political Theory in Dissent, Summer 2002, p.17.
[3] Quoted in Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,p.206
[4] James Burnham. Suicide of the West. An Essay on the Meaning and Destiny of Liberalism. Chicago: Regnery Books, 1985 [Ist edn. 1964] pp.75-76
[5] Quoted in Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,p.259
[6] James Burnham. Suicide of the West. An Essay on the Meaning and Destiny of Liberalism. Chicago: Regnery Books, 1985 [Ist edn. 1964] p.201
[7] Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,p.15
[8] Quoted in Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,p.210.
[9] Michel Foucault. What Are the Iranians Dreaming About , Le Nouvel Observateur, October 16-22, 1978, quoted in Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005, p.206.
[10] Dialogue between Michel Foucault and Baqir Parham, reprinted in Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005, p.185.
[11] Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,p82.
[12] Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,p.83
[13] Janet Afary and Kevin B.Anderson. Foucault and the Iranian Revolution. Gender and the Seductions of Islamism. Chicago: The University of Chicago Press, 2005,pp.105,129.

Fonte: http://www.newenglishreview.org/custpage.cfm/frm/31136/sec_id/31136

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