It takes a nation to protect the nation
(**) Risoluzione internazionale contro la Diffamazione delle Religioni [ultima Versione]
[ http://blog.unwatch.org/wp-content/uploads/defamation-of-religion-2... ]
GE.10-11977
Concilio dei Diritti umani
XIII. sessione
9. Trattando in Programma
Razzismo, Discriminazione razziale, Xenofobia e Forme correlate di Intolleranza.
Seguito ed Implementazione della Dichiarazione di Durban, e del Programma d’Azione del Pakistan (a nome dell’Organizzazione della Conferenza Islamica):
Bozza di Risoluzione 13/… per combattere la Diffamazione delle Religioni
Il Concilio dei Diritti umani,
riaffermando il Patto fatto da tutti gli Stati nella Carta delle Nazioni unite per promuovere ed incoraggiare il Rispetto universale per, e l’Osservanza di, i Diritti umani e le Libertà fondamentali per tutti, senza Distinzione di Razza, Sesso, Lingua o Religione,
riaffermando pure che tutti i Diritti umani sono universali, indivisibili, interdipendenti e correlati fra loro,
ricordando che i Risultati del Summit mondiale del 2005, riconosciuti dall’Assemblea generale nella sua Risoluzione 60/1 del 16 Settembre 2005, in cui l’Assemblea ha enfatizzato le Responsabilità di tutti gli Stati, conformemente alla Carta, relativa al Rispetto dei Diritti umani e delle Libertà fondamentali di tutti, senza Distinzione di un qualche tipo, ha riconosciuto l’Importanza del Rispetto e della Comprensione della Diversità culturale in tutto il Mondo,
riconoscendo il valevole Contributo di tutte le Religioni alla Civiltà moderna e il Contributo che il Dialogo fra le Civiltà può rendere tramite il Miglioramento della Consapevolezza e della Comprensione dei Valori comuni, condivisi da tutta l’Umanità,
accogliendo il Proponimento espresso nella Dichiarazione del Millennio delle Nazioni unite,
adottata dall’Assemblea generale nella sua Risoluzione 55/2 l’8 Settembre 2000, per prendere Misure atte ad eliminare i crescenti Atti di Razzismo e di Xenofobia in molte Società e per promuovere una più grande Armonia e Tolleranza in tutte le Società e attendendo la sua effettiva Implementazione a tutti i Livelli,
sottolineando a questo riguardo l’Importanza della Dichiarazione di Durban e il Programma d’Azione adottato dalla Conferenza mondiale contro il Razzismo, la Discriminazione razziale, la Xenofobia e l’Intolleranza relativa, tenutasi a Durban, in Sud Africa, nel 2001 (A/CONF.198/12) ed il Documento risultante dalla Revisione della Conferenza di Durban, tenutasi a Ginevra ad Aprile 2009 (A/CONF.211/8), e accogliendo il Progresso realizzato nell’implementarli, ed enfatizzando che essi costituiscono un solido Fondamento per l’Eliminazione del Flagello e di tutte le Manifestazioni di Razzismo, Discriminazione razziale, Xenofobie e relativa Intolleranza,
accogliendo tutte le Iniziative internazionali e regionali, per promuovere l’Armonia interculturale e fre le Fedi, inclusi l’Iniziativa per l’Alleanza delle Civiltà, il Dialogo internazionale per la Cooperazione fra le Fedi per la Pace e l’Armonia, ed il Dialogo fra i Seguaci delle Religioni e delle Culture mondiali, ed i loro valevoli Sforzi fatti per Promuovere una Cultura della Pace e il Dialogo a tutti i Livelli,
accogliendo pure i Rapporti del Rapportante speciale sulle contemporanee Forme di Razzismo, Discriminazione razziale, Xenofobia e relativa Intolleranza, sottomesse al Concilio nella sua quarta, sesta e nona Sessione (A/HRC/4/19, A/HRC/6/6 e A/HRC/9/12), in cui il Rapportante speciale ha evidenziato la seria Natura della Diffamazione di tutte le Religioni ed il Bisogno di Strategie legali complementari,
notando con profonda Preoccupazione per i Casi di Intolleranza, Discriminazione, ed Atti di Violenza contro i Seguaci di certe Fedi, avvenuti in molte parti del Mondo, in aggiunta alla Proiezione negativa di certe Religioni nei Media e l’Introduzione di Leggi e Misure amministrative che discriminano specificatamente contro, e prendono di Mira, Persone con una certa Estrazione etnica e religiosa, particolarmente le Minoranze islamiche, in seguito agli Eventi dell’11 Settembre 2001, e che minacciano di impedire loro il pieno Godimento dei Diritti umani e delle Libertà fondamentali,
stressando che la Diffamazione delle Religioni è un serio Affronto all’umana Dignità che conduce ad una Restrizione della Libertà di Religione dei suoi Aderenti e l’Incitamento all’Odio religioso ed alla Violenza,
notando con Preoccupazione che la Diffamazione delle Religioni e l’Incitamento all’Odio religioso possono condurre alla Disarmonia sociale ed alle Violazioni dei Diritti umani, ed allarmati dall’Inazione di alcuni Stati nel combattere la Tendenza germogliante e le risultanti Pratiche discriminatorie contro gli Aderenti di certe Religioni e, in questo contesto, stressando il Bisogno di effettivamente combattere la Diffamazione di tutte le Religioni e l’Incitamento all’Odio religioso in generale, e contro l’Islam e gli Islamici in particolare,
convinti che il Rispetto per la Diversità culturale, etnica, religiosa e linguistica, come pure il Dialogo fra, ed in seno a, le Civiltà, sono essenziali per la Pace e la Comprensione globali, mentre le Manifestazioni di Pregiudizio culturale ed etnico, l’Intolleranza religiosa e la Xenofobia generino Odio e Violenza fra la Gente e le Nazioni,
sottolineando l’importante Ruolo dell’Educazione nella Promozione della Tolleranza, che coinvolge l’Accettazione, da parte del Pubblico, del – e del suo proprio – Rispetto per la Diversità,
notando le varie Iniziative regionali e nazionali per combattere l’Intolleranza religiosa e razziale contro Gruppi e Comunità specifici ed enfatizzando, in questo contesto, il Bisogno di adottare un Approccio comprensivo e non discriminatorio per assicurare il Rispetto per tutte le Razze e le Religioni, come pure per le varie Iniziative regionali e nazionali,
richiamando la sua Risoluzione 10/22 del 26 Marzo 2009 e la Risoluzione dell’Assemblea generale 64/156 del 18 Dicembre 2009,
1. prende nota del Rapporto dell’alto Commissario delle Nazioni unite per i Diritti umani sull’Implementazione della Risoluzione del Concilio dei Diritti umani 10/22, in cui è inclusa la possibile Correlazione fra la Diffamazione delle Religioni e l’Insorgenza dell’Incitamento, dell’Intolleranza e dell’Odio in molti parti del Mondo (A/HRC/13/57), e del Rapporto del Rapportante speciale sulle Forme contemporanee di Razzismo, di Discriminazione razziale, di Xenofobia e di relativa Intolleranza (A/HRC/12/38) presentato al Concilio nella sua XII. sessione;
2. esprime profonda Preoccupazione per la Stereotipizzazione negativa e la Diffamazione delle Religioni e per le Manifestazioni d’Intolleranza e di Discriminazione in questioni di Religione o di Credo, ancora evidenti nel Mondo, che hanno condotto all’Intolleranza contro i Seguaci di queste Religioni;
3. deplora fortemente tutti gli Atti di Violenza psicologica e fisica e gli Assalti, e l’Incitamento a compierli, contro Persone sulla base della loro Religione o del loro Credo, e a compiere questi Atti contro i loro Commerci, le loro Proprietà, i loro Centri culturali e i Luoghi di Preghiera, come pure prendere i mira i Luoghi sacri, i Simboli religiosi, e le Personalità venerale di tutte le Religioni;
4. esprime profonda Preoccupazione per le serie e continue Istanze di Stereotipizzazione deliberata delle Religioni, dei loro Aderenti, e delle Persone sacre nei Media, come pure per i Programmi e i Progetti perseguiti da Organizzazioni estremiste e Gruppi che intendono creare e perpetuare Stereotipi in merito a certe Religioni, in particolare quando questo viene condonato dai Governi;
5. nota con profonda Preoccupazione l’Intensificazione dell’onnipresente Campagna di Diffamazione delle Religioni ed Incitamento all’Odio religioso in generale, incluso il Profilamento etnico e religioso delle Minorità islamiche successivamente ai tragici Eventi dell’11 Settembre;
6. riconosce che nel Contesto della Lotta contro il Terrorismo, la Diffamazione delle Religioni e l’Incitamento all’Odio religioso in generale sono diventati Fattori aggravanti che contribuiscono alla Negazione dei Diritti e delle Libertà fondamentali dei Membri dei Gruppi presi di mira, come pure alla loro Esclusione economica e sociale;
7. esprime profonda Preoccupazione rispetto all’Islam che viene frequentemente ed erroneamente associato a Violazioni dei Diritti umani e Terrorismo e, a questo riguardo, si dispiace delle Leggi o delle Misure amministrative specificatamente designate per controllare e monitorare le Minoranze islamiche, e quindi stigmatizzandole e legittimando la Discriminazione che sperimentano;
8. condanna fortemente a questo riguardo il Divieto circa la Costruzione di Minareti di Moschee ed altre recenti Misure discriminatorie, che sono la Manifestazione dell’Islamofobia che sta in netta Contraddizione con le Obbligazioni internazionali relative ai Diritti umani concernenti le Libertà di Religione, Credo, Coscienza ed Espressione, e stressa che simili Misure discriminatorie alimenterebbero Discriminazione, Estremismo e Fraintendimenti, che conducono a Polarizzazione e Frammentazione con le sue Conseguenze pericolose, non volute e impreviste;
9. riafferma l’Impegno di tutti gli Stati per l’Implementazione, in modo integrato, della Strategia globale delle Nazioni unite contro il Terrorismo, adottata senza Voto dall’Assemblea generale nella sua Risoluzione 60/288 dell’8 Settembre 2006, e riaffermata dall’Assemblea nella sua Risoluzione 62/272 del 5 Settembre 2008, in cui chiaramente riafferma, inter Alia, che il Terrorismo non può e non deve essere associato con una qualche Religione, Nazionalità, Civiltà o Gruppo, come pure il Bisogno di rafforzare l’Impegno della Comunità internazionale per promuovere, fra altre Cose, una Cultura di Pace e di Rispetto per tutte le Religioni, i Credo, e le Culture, per prevenire la Diffamazione delle Religioni;
10. deplora l’Uso dei Media stampati, audio-visivi ed elettronici, incluso Internet, e qualsiasi altro Mezzo, per incitare Atti di Violenza, Xenofobia o relativa Intolleranza e Discriminazione contro qualsiasi Religione, come pure per prendere di mira Simboli religiosi e Persone venerate;
11. enfatizza che, come stipulato nella Legge internazionale sui Diritti umani, incluso l’Articolo 19 e 29 della Dichiarazione universale dei Diritti umani, e gli Articoli 29 e 20 della Convenzione internazionale sui Diritti politici e civili, Chiunque ha il Diritto di avere Opinioni senza Interferenza e il Diritto alla Libertà d’Espressione, l’Esercizio della quale porta con sé Doveri e Responsabilità speciali, e può perciò essere soggetta a Limitazioni solo per quanto previsto dalla Legge, necessarie per il Rispetto dei Diritti, o la Reputazione, degli Altri, per la Protezione della Sicurezza nazionale o dell’Ordine pubblico, della Salute pubblica o della pubblica Morale, e del Benessere generale;
12. riafferma che il Commento generale n. 15 del Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione razziale, in cui il Comitato ha stipulato che la Proibizione della Disseminazione di Idee basate sulla Superiorità, o sull’Odio, razziale, è compatibile con la Libertà di Opinione e di Espressione, ed è ugualmente applicabile alla Questione dell’Incitamento all’Odio religioso;
13. condanna fortemente ogni Manifestazione ed Atto di Razzismo, Discriminazione razziale e relativa Intolleranza contro Minorità nazionali, etniche, religiose, linguistiche e Migranti, e la Stereotipizzazione spesso applicata a loro, incluse quelle sulla base della Religione o del Credo, e chiede urgentemente a tutti gli Stati di applicare e, dove richiesto, rinforzare le Leggi esistenti quando simili Atti, Manifestazioni o Espressioni xenofobici o intolleranti avvengono, al fine di negare l’Impunità per coloro che commettono simili Atti;
14. chiede urgentemente a tutti gli Stati di fornire, in seno al loro Sistema legale e costituzionale, adeguata Protezione contro Atti di Odio, Discriminazione, intimidazione e Coercizione, risultanti dalla Diffamazione delle Religioni e dall’Incitamento all’Odio religioso in generale, e di prendere tutte le Misure possibili per promuovere la Tolleranza ed il Rispetto per tutte le Religioni e tutti i Credo;
5. sottolinea il Bisogno di combattere la Diffamazione delle Religioni e l’Incitamento all’Odio religioso in generale, rendendo le Azioni strategiche ed armonizzanti, a Livello nazionale, regionale ed internazionale, attraverso l’Educazione e l’Innalzamento della Consapevolezza;
16. chiede a tutti gli Stati di fare ogni Sforzo, in Accordo con le loro Legislazioni nazionali ed in Conformità con l Legge internazionale sui Diritti umani ed umanitaria, per assicurare che i Posti, i Siti, i Templi e i Simboli religiosi siano pienamente rispettati e protetti, e di prendere Misure aggiuntive nei Casi in cui essi siano vulnerabili di dissacrazione o distruzione;
17. riconosce il Dibattito di Idee aperto, costruttivo e rispettoso, come pure il Dialogo interreligioso ed interculturale, a Livello locale, nazionale e internazionale, può giocare un Ruolo positivo nel combattere l’Odio religioso, l’Incitamento e la Violenza;
18. chiede il Rafforzamento degli Sforzi internazionali per incoraggiare un Dialogo globale per la Promozione della Cultura della Tolleranza e della Pace a tutti i Livelli, basata sul Rispetto dei Diritti umani e della Diversità delle Religioni e dei Credo, e chiede urgentemente agli Stati, alle Organizzazioni non governative, ai Leader religiosi come pure ai Media stampati ed elettronici, di supportare e incoraggiare un simile Dialogo;
19. prende Nota apprezzandola, l’Intenzione dell’alto Commissario per aver fornito ulteriore Supporto allo Sviluppo progressivo della Legge internazionale dei Diritti umani, nel Rispetto della Libertà di Espressione, e dell’Incitamento all’Odio, alla Discriminazione e alla Violenza nel suo Piano strategico di Conduzione per il Periodo 2010-2011;
20. accoglie in questo senso i Piani dell’alto Commissario per l’Organizzazione di una Serie di Workshop professionali, per l’Esame della Legislazione, delle Pratiche giudiziali, e delle Politiche nazionali nelle differenti Regioni, al fine di stabilire diversi Approcci per proibire l’Incitamento all’Odio, come stipulato nell’Articolo 20 della Convenzione internazionale sui Diritti civili e politici, senza Pregiudizio relativamente al Mandato del Comitato creato ad Hoc sugli Standard complementari, e richiede all’alto Commissario di continuare a costruire su queste Iniziative, con una Visione che contribuisca concretamente alla Prevenzione ed all’Eliminazione di ogni Forma di Incitamento e delle sue Conseguenze, relativamente alla Stereotipizzazione negativa delle Religioni e dei Credo, e dei loro Aderenti, che intacca il Godimento dei Diritti umani degli Individui e delle Comunità in oggetto;
21. richiede al Rapportante speciale sulle Forme contemporanee di Razzismo, di Discriminazione razziale, di Xenofobia e relativa Intolleranza, di rapportare su tutte le Manifestazioni di Diffamazione delle Religioni, ed in particolare sull’Andamento delle serie Implicazioni dell’Islamofobia, relativamente al Godimento di tutti i Diritti da parte dei loro Seguaci, al Concilio, nella sua XV. sessione.
Tag: ElisabethSabaditschWolff, IslamoFobia, LeggeAntiBlasfemia, Mondo, NazioniUnite, Pakistan, PoliticaOccidentaleVersoMondoIslamico, RisoluzioneControDiffamazioneReligioni
E mentre noi (Umanità globale e non Ummahnità parziale) si sta lì a leccare i Piedi agli Islamisti,
incriminando, per Esempio, la Islamocritica Elisabeth Sabaditsch-Wolff,
ecco come implementano costoro i Diritti umani (relativamente ai Non islamisti):
[ Nota: il Pakistan è quello che ha inizialmente proposto la Risoluzione di cui sopra, fitta di Vittimismo islamico e Accuse di Islamofobia ]
Pakistan: incriminata per blasfemia la deputata che aveva chiesto l’abrogazione della legge
[ http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=463058 via UnaViaPerOriana dot it ]
Sherry Rehman, parlamentare del Pakistan People’s Party, la donna che aveva presentato al parlamento pakistano una mozione per modificare la legga sulla blasfemia, è stata formalmente incriminata per blasfemia. Lo rileva l’agenzia Fides riportando la decisione presa da un tribunale di Multan, che ha dato incarico alla polizia locale di registrare l’accusa di blasfemia contro la Rehman. La Corte ha accolto la denuncia di un commerciante locale, che accusa la donna di blasfemia per un discorso tenuto in televisione nel novembre 2010. Nelle scorse settimane vi erano stati altri tentativi di incriminarla, ma altri tribunali pakistani avevano negato l’autorizzazione. La notizia crea “sconforto e profondo sconcerto nella comunità cristiana” che, come conferma una autorevole fonte locale di Fides, vede realizzarsi i suoi timori: che passi l’idea di definire “blasfemo”, e dunque di poter incriminare, chiunque si opponga alla legge sulla blasfemia. Intanto si moltiplicano i casi in cui i gruppi estremisti islamici inneggiano apertamente alla “guerra santa”, alla disobbedienza civile, all’omicidio. Fonti di Fides nella società civile pakistana esprimono crescenti preoccupazioni per questi atteggiamenti che tuttavia “non producono alcuna reazione concreta da parte del governo pakistano”, che “dovrebbe fermare questi predicatori di odio e di illegalità”. Numerosi mullah utilizzano la predica del venerdì per veicolare messaggi ostili, per alimentare tensioni sociali e interreligiose, per calpestare lo stato di diritto. “Alcuni chiedono perfino l’uso della bomba nucleare contro l’India, in nome della guerra santa in Kashmir” si legge in un nota inviata a Fides dell’Asian Human Rights Commission. Di recente lo ha fatto a Lahore Hafiz Saeed, leader del gruppo radicale islamico Jamaat-ud-Dawah (JuD), parlando a una platea di oltre 20mila militanti. Sebbene il leader sia ricercato per terrorismo, ha potuto arringare la folla indisturbato. “E’ davvero incomprensibile che il governo pakistano chiuda gli occhi e permetta a questi terroristi di circolare a piede libero diffondendo idee radicali” nota una fonte di Fides. “Le autorità non possono continuare in questa politica conciliante verso gli estremismi religiosi. Incitare alla guerra di religione è un crimine contro l’umanità”. Il forum della società civile pakistana “Cittadini per la democrazia”, in una nota inviata a Fides, chiede al governo di fermare e perseguire legalmente quanti incitano all’odio religioso all’omicidio. (M.G.)
Welcome to 4 Freedoms!
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Most Western societies are based on Secular Democracy, which itself is based on the concept that the open marketplace of ideas leads to the optimum government. Whilst that model has been very successful, it has defects. The 4 Freedoms address 4 of the principal vulnerabilities, and gives corrections to them.
At the moment, one of the main actors exploiting these defects, is Islam, so this site pays particular attention to that threat.
Islam, operating at the micro and macro levels, is unstoppable by individuals, hence: "It takes a nation to protect the nation". There is not enough time to fight all its attacks, nor to read them nor even to record them. So the members of 4F try to curate a representative subset of these events.
We need to capture this information before it is removed. The site already contains sufficient information to cover most issues, but our members add further updates when possible.
We hope that free nations will wake up to stop the threat, and force the separation of (Islamic) Church and State. This will also allow moderate Muslims to escape from their totalitarian political system.
These 4 freedoms are designed to close 4 vulnerabilities in Secular Democracy, by making them SP or Self-Protecting (see Hobbes's first law of nature). But Democracy also requires - in addition to the standard divisions of Executive, Legislature & Judiciary - a fourth body, Protector of the Open Society (POS), to monitor all its vulnerabilities (see also Popper).
1. SP Freedom of Speech
Any speech is allowed - except that advocating the end of these freedoms
2. SP Freedom of Election
Any party is allowed - except one advocating the end of these freedoms
3. SP Freedom from Voter Importation
Immigration is allowed - except where that changes the political demography (this is electoral fraud)
4. SP Freedom from Debt
The Central Bank is allowed to create debt - except where that debt burden can pass across a generation (25 years).
An additional Freedom from Religion is deducible if the law is applied equally to everyone:
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