The 4 Freedoms Library

It takes a nation to protect the nation

Stati Uniti - Presentazione della AHA Foundation e alcune Info sulla Realtà islamica (tribale) verso le femmine

In merito alla Ayaan Hirsi Ali Foundation (AHA Foundation)
[ http://www.theahafoundation.org/about.php ]

In risposta agli abusi in corso in merito ai diritti delle donne in nome dell’Islam fondamentalista, Ayaan Hirsi Ali e i suoi sostenitori hanno creato la AHA Foundation nel 2007, quale organizzazione caritatevole per aiutare a proteggere e difendere i diritti delle donne in Occidente contro l’Islam militante.

Attraverso ricerche, la diffusione di conoscenza e il contatto con il pubblico, la fondazione si prefigge di combattere diversi tipi di crimine contro le donne, inclusa la restrizione d’educazione per le bambine, la mutilazione genitale femminile, i matrimoni forzati, la violenza in nome dell’onore, e i delitti d’onore.

In origine la fondazione ha focalizzato i suoi sforzi nel supportare dissidenti islamici che sono stati vittime di violenza, abusati o negletti, o che sono stati minacciati di violenza, a causa delle loro credenze politiche o religiose.

A settembre 2008, la fondazione ha ristretto lo scopo attuale dei suoi sforzi per difendere e proteggere i diritti delle donne in Occidente contro l’Islam fondamentalista. Andando avanti, la fondazione si focalizzerà la maggioranza delle sue risorse per questa missione.

Il Consiglio d’Amministrazione governa la sua gestione e le sue finanze. Il Consiglio seleziona il Presidente della fondazione, stabilisce le sue politiche, procedure e opera strategie, e stanzia il suo budget annuale.

Attività della AHA Foundation

Le tre principali attività della fondazione sono di:

1.      investigare;

2.      informare;

3.      influenzare.

Investigare

La AHA Foundation raccoglie tutti i dati possibili in merito agli atti di violenza contro le donne e le ragazze in Occidente, che vengono giustificati in nome dell’Islam.

COSA SAPPIAMO? Clickate qui à Click here per scaricare fatti e cifre sulle circostanze che affliggono le ragazze e le donne islamiche negli Stati Uniti.

I tipi di pratiche (violente) che sono così giustificate differiscono da altri tipi di violazione dei diritti delle donne.

Parti del Codice della legge islamica della Shari’a, che si applica alla famiglia, vengono praticate in molti Paesi occidentali inclusi gli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, pure, c’è una lobby di organizzazioni islamiche – non ancora forte quanto la lobby nel Regno Unito – che cerca di far implementare la Legge di Famiglia della Shari’a, attraverso il sistema legale.

Qui ci sono alcuni esempi di pratiche che limitano i diritti e le libertà delle donne:

  • Spose bambine: minorenni sposate a uomini più anziani.
  • Matrimoni forzati: a volte descritti come “matrimoni combinati”. La differenza non è sempre chiara, a dipendenza di quanta pressione viene esercitata sulla ragazza perché accetti l’arrangiamento. A volte, comunque, le ragazze intraprendono passi per evitare il matrimonio o per uscirne. La resistenza a questo tipo di matrimonio conduce molto spesso a seri pestaggi e la punizione può arrivare all’omicidio “d’onore.
  • Divorzi vietati: alcune mogli, dopo aver sofferto grandi quantità d’abusi per mano dei loro mariti, cercano il divorzio e trovano quale ostacolo sulla loro via non solo i mariti che vogliono lasciare, ma padri e fratelli arrabbiati, e persino parenti che le prevengono dal cercare ed ottenere il divorzio. Molte donne in questa categoria diventano spesso vittime di pestaggi e, nei casi peggiori, di delitti d’onore.
  • Perdita della Custodia del bambino da parte della madre: in molti casi di divorzio la madre non è più autorizzata ad avere la custodia di suo figlio dopo l’età di sette anni. Molte ex-mogli occidentali di uomini islamici si trovano in questa posizione.
  • Concetto di Tutela: l’idea è che la donna debba sempre avere un maschio tutore di cui lei ha bisogno del permesso per compiere tutte le sue attività. Questo spazia dal chiedere permesso per lasciare la casa al chiedere permesso per firmare contratti, accettare impieghi, eccetera. Questo concetto si applica a tutte le donne, e l’età legale della maturità – occidentale – non viene riconosciuta.
  • Arresti domiciliari (vedere anche Tutela): alle ragazze e alle donne che vengono viste come troppo liberali o occidentalizzate, viene vietato di uscire di casa senza una scorta maschile; la resistenza a questo conduce spesso a punizione e, nei casi peggiori, a delitto “d’onore”.
  • Schiave domestiche: il concetto di schiave domestiche si riferisce alle ragazze fin dai 10 o 11 anni, che lavorano quali ausiliarie domestiche e non vengono pagate per il loro lavoro. Queste ragazze non vanno a scuola. Esse sono spesso orfane; la loro sola famiglia consiste spesso in parenti che abusano di loro. A volte esse sono immigrate illegali. [*]
  • Mutilazione Genitale Femminile: questa pratica viene spesso inflitta su ragazze di età fra i 4 e i 14 anni. Molti islamici opinano che la pratica non abbia nulla a che fare con l’Islam. La mutilazione genitale femminile non è nel Corano, ma è inclusa in un Hadith (un detto del Profeta) che è controverso. Fatto è che, in Occidente, le comunità islamiche sono praticamente le uniche che la praticano. È per assicurare la verginità fino al giorno del matrimonio. Il rituale può non essere islamico, ma serve il proposito islamico per cui una ragazza rimane vergine finché non è sposata.
  • Poligamia: la poligamia è parte della legge della Shari’a. Questi uomini che la praticano possono avere un matrimonio civile e, in aggiunta, due o tre matrimoni della Shari’a. Nel Regno Unito, un numero di questi matrimoni poligami sono “riconosciuti legalmente”.
  • Pestaggi d’Onore: si tratta del pestaggio di una ragazza o di una donna perché si è rifiutata di adeguarsi al codice di famiglia sull’onore, e si è impegnata in un comportamento che la famiglia ritiene essere vergognoso, quale ignorare la regola dell’arresto domiciliare, resistere al matrimonio forzato, cercare il divorzio, avere appuntamenti galanti, vestire in modo occidentale, truccarsi, o semplicemente prendere non-islamici quali amici. Questi ed un’intera serie d’attività sono viste come un invito ad essere picchiate. I pestaggi sono intesi ad essere correttivi. Se la ragazza di adegua, normalmente la punizione cessa.
  • Delitti d’Onore: a volte un pestaggio finisce in omicidio perché il perpetratore eccede. I delitti d’onore sono, comunque, principalmente pre-meditati, e sono spesso portati a termine con coscienza di un numero di membri della famiglia, e con il loro aiuto, o con l’aiuto di altri parenti. Quando il pestaggio correttivo manca di dissuadere una ragazza/donna dall’adeguarsi ai desideri della sua famiglia, o dallo smettere un comportamento che la famiglia considera vergognoso, la famiglia può concludere che l’unico modo che hanno di riguadagnare “l’onore” perduto tramite il comportamento “vergognoso” della ragazza, sia di ucciderla. Il complotto può impiegare giorni, settimane, mesi o persino anni.
  • Deportazioni/Rapimenti: alcune famiglie o mariti non arriveranno ad uccidere una figlia o moglie disobbediente. Invece, la persuaderanno con l’inganno di tornare a “casa” (il Paese d’origine) per vacanza; essi poi le confischeranno il passaporto e la forzeranno a sposarsi o a qualsiasi altra cosa che essi vogliono che lei faccia. Alcune famiglie preferiscono portare una ragazza disobbediente al Pese d’origine ed ucciderla là, poiché possono fuggire alla punizione relativa all’omicidio, o possono ricevere una sentenza di prigionia più leggera per la loro azione.

Le pratiche sopra descritte possono essere divise in base a due impostazioni. In un’impostazione, lo scopo delle attività è di indurre la ragazza/donna ad obbedire – per esempio, accettare di sposare un estraneo.

L’altra impostazione contiene attività (spesso violente) che sono intese quali deterrente – ovvero, fermare la vittima del comportarsi in un certo modo. Alcune forme di violenza contro una vittima – per esempio, i delitti d’onore – hanno un impatto maggiore su tutte le ragazze di tutta la comunità. Una decapitazione come quella che è avvenuta di recente a Buffalo, New York, ha per conseguenza di scoraggiare altre donne in quella comunità dal cercare il divorzio, o altrimenti, di violare il Codice di Famiglia. Molte donne diventano così timorose che sono incapaci di organizzare una resistenza.

Non si tratta sempre di violenza fisica. A volte, altre forme di coercizione vengono usato per indurre donne/ragazze ad adeguarsi. Alcuni esempi di ciò sono:

  • Indottrinamento;
  • Insolazione dall’entrare in contatto con individui e gruppi che sono visti come ostili al comportamento desiderato;
  • Confinamento: questo è più dell’arresto domiciliare. Le ragazze sono chiuse in camera o in cantina; a volte vengono legate o incatenate;
  • Minaccia di essere disconosciute;
  • Abuso psicologico;
  • Pressione da parte dei pari.

Cosa rende questo tipo di violenza, diversa dalla “comune” violenza domestica?

  • È violenza contro le donne basata su un Codice legale vecchio di secoli;
  • I perpetratori non credono che stiano commettendo un crimine e giustificano le loro azioni in nome della religione;
  • Il perpetratore ha il supporto della sua famiglia e spesso pure della famiglia della vittima;
  • Alcune di queste pratiche sono viste come di valore e vengono trasmesse alla generazione successiva;
  • C’è un movimento in Occidente che cerca di legalizzare alcune di queste pratiche su basi religiose.

In Occidente, la maggior parte delle persone vedono la violenza, in generale, come un crimine. La violenza domestica è vista non solo come un crimine, ma pure come un comportamento patologico. I perpetratori di violenza domestica non beneficiano del supporto delle loro famiglie o della loro comunità, essi possono essere spediti in cella, e dopo che hanno terminato il loro periodo di detenzione, o in seno alla prigione, essi possono essere “curati” in qualche modo. In altre parole, lo sforzo è indirizzato ad insegnare loro di non essere violenti e di cessare d’impegnarsi in un simile comportamento. L’onore e la vergogna in Occidente hanno differenti significati da quello islamico tribale: onore e vergogna in Occidente normalmente non sono collettivi, e ci si aspetta che l’individuo che si impegna nella violenza si vergogni di sa stesso. In Occidente, nessuna quantità di vergogna o di perduto onore è inteso a giustificare una punizione capitale quale il “delitto d’onore”. La vittima di violenza in Occidente viene normalmente trattata con gentilezza e le vien dato tutto il supporto possibile. Questa differenza normativa è cruciale.

Informare

Chi cerca di informare la AHA Foundation?

  • Tutte le agenzie statali rilevanti: le organizzazioni che si curano di far applicare la legge, i tribunali, e funzionari federali;
  • Rappresentanti eletti e leader politici;
  • Opinion leader, giornalisti e scrittori, che si occupano di politica;
  • Organizzazioni non-governative: gruppi di protezione dell’infanzia, organizzazioni femminili, organizzazioni comunitarie, organizzazioni per i diritti civili che sono attive nell’affrontare la violenza domestica e nel protegge i diritti delle donne e dei bambini.

La AHA Foundation intende informare ed educare gli individui e le organizzazioni elencate sopra sul perché il tipo particolare di violenza che la fondazione combatte, sia diverso da altri tipi di aggressione contro le donne.

La AHA Foundation è impegnata nel sollevare consapevolezza in merito al fatto che alcune di queste pratiche violente contro le donne, che vengono condotte negli Stati Uniti ed in altri Paesi occidentali, sono in aumento.

La AHA Foundation fornirà informazioni alle ragazze e donne afflitte su dove andare a cercare aiuto. Stiamo creando un database di gente e istituzioni che forniranno l’assistenza necessaria alle ragazze e donne afflitte, che ci raggiungeranno.

Influenza

La AHA Foundation intende influenzare il pubblico generico, gli opinion leader, i giornalisti politici, le organizzazioni non-profit, e i leader politici.

Quale parte della sua missione, la AHA Foundation intende persuadere i politici e quelli che fanno politica, a rendere prioritaria l’applicazione delle leggi che proteggono i diritti delle donne e, dove necessario, la creazione di una legislazione speciale per proteggere i diritti e le libertà delle donne in Occidente, contro l’Islam militante.

Alcune organizzazioni amerebbero introdurre parti della Legge di Famiglia della Shari’a negli Stati Uniti e nel sistema legale americano. La AHA Foundation è fermamente opposta all’introduzione della legge della Shari’a quale sistema legale alternativo.

Contatto

Potete contattare la AHA Foundation inviandoci una e-mail: info@theahafoundation.org

Tag: AyaanHirsiAli, ConsiderazioneDelleDonne, DirittiDeiBambini, DirittiDelleDonne, MondoIslamico, Occidente, PoliticaOccidentaleVersoMondoIslamico, PoliticaVersoOccidente, Sharia, StatiUniti

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NOTE

[*] SCHIAVE DOMESTICHE

La storia di una bambina egiziana, domestica negli Stati Uniti
[Testo originale: http://www.dailystaregypt.com/article.aspx?ArticleID=18836 ]
Di Rukmini Callimachi - 2 gennaio 2009

IRVINE, California/CAIRO, Egitto: tarda notte, i vicini vedono una ragazzina al lavello della cucina, nella casa affianco.

Guardano dalla finestra mentre la bambina risciacqua i piatti sotto la persiana aperta.

Era poco più alta del lavello, e l'acqua insaponata colava dalle sue braccette. Per metter via i piatti, si arrampicava su una sedia.

Ma non era la figlia della coppia che abitava lì. Era la loro domestica.

Shaymaa aveva 10 anni quando una ricca famiglia egiziana l'ha portata con sé da un povero villaggio del nord Egitto, al fine di lavorare nella loro dimora californiana.

Si sveglia prima dell'alba e lavora fino a mezzanotte e oltre, per stirare i loro abiti, lavare i pavimenti di marmo, e spolverare i cristalli di casa.

Guadagna 45 Dollari Americani al mese, e lavora fino a 20 ore al giorno. Non ha momenti liberi durante il giorno e nemmeno giorni liberi.

Il traffico di bambini per lavori domestici negli Stati Uniti è l'estensione di una pratica illegale ma diffusa in Africa. Le famiglie di remoti villaggi inviano le loro figlie a lavorare in città, per guadagnare soldi extra, e per avere la possibilità di fuggire da un destino senza speranza.

Qualche ragazza lavora a gratis con la consolazione che almeno può mangiar meglio a casa del datore di lavoro che a casa sua.

L'abitudine ha dato vita ad un traffico diffuso, gestito da africani specializzati nell'impiego di bambini immigrati negli Stati Uniti.

Circa un terzo degli stimati 10'000 lavoratori forzati negli Stati Uniti sono servitori che vengono tenuti nascosti dalle tende di case sub-urbane: sono queste le cifre che emergono da uno studio del Centro Nazionale per i Diritti Umani, dell'Università di California, presso la Berkeley, in collaborazione con Libera gli Schiavi, un'Associazione non-profit.

Nessuno può dire quanti siano i bambini impiegati, specialmente perché il loro lavoro può essere spacciato per 'faccende domestiche'.

Questa Comunità di lavoratori non va mai a scuola. A detta dei vicini, questi lavoratori operano come schiavi moderni, proprio come Shaymaa, la cui storia è stata messa insieme tramite Documenti del Tribunale, Rapporti di Polizia e Colloqui.

Tina Font, l'allora vicina di Shaymaa, dice 'guardavo giù e la vedevo alle 22:00, 23:00 e persino 24:00'. 'Stava lavando i piatti, ad uno ad uno'.

La storia di una domestica

Shaymaa ha pianto quando ha saputo, nel 2000, che sarebbe andata in America. Suo padre, un muratore, si era ammalato pochi anni prima, così sua madre ha trovato un datore di lavoro, ha sottoscritto un contratto di 10 anni per sua figlia, e le ha detto di essere forte.

Per un anno, Shaymaa, allora di 9 anni, ha lavorato in un appartamento del Cairo di proprietà di Amal Motelib e Nasser Ibrahim.

Ogni mese la mamma di Shaymaa andava a prendere il salario.

Decine di migliaia di bambini in Africa, alcuni di soli 3 anni, sono assoldati ogni anno per lavorare come domestici. Sono di servizio 24 ore al giorno, e spesso picchiati se fanno errori.

I bambini sono richiesti perché vengono pagati meno e si lamentano di meno facilmente.

In una Città -Casablanca-, nel 2001 le Autorità marocchine hanno trovato più di 15'000 ragazzine che lavoravano come domestiche, e che avevano meno di 15 anni.

Il Dipartimento degli Stati Uniti ha scoperto, durante l'anno passato, che c'è stato un traffico di bambini in 33 (su 53 in totale) Paesi africani.

Bambini da almeno 10 Paesi africani sono stati spediti come domestici negli Stati Uniti e in Europa. Ma il problema è tanto ben mascherato che le Autorità -incluse le Nazioni Unite, l'Interpol e il Dipartimento di Stato- non hanno alcun'idea di quanti bambini-domestici lavorino in Occidente.

'Nella maggior parte delle case, il domestico non ha il diritto di usare lo stesso cucchiaio usato dal resto della famiglia', dice Hany Helal, il Direttore dell'Organizzazione egiziana per i Diritti del Bambino, basata al Cairo.

Durante il periodo di lavoro di Shaymaa presso gli Ibrahim, la sua famiglia ha chiesto diversi prestiti per pagare le fatture mediche. La famiglia Ibrahim ha detto che l'unico modo per ripagare i debiti era quello di spedire Shaymaa con loro negli Stati Uniti, per lavorare là al loro servizio.

Un amico ha finto di essere il padre e l'Ambasciata americana del Cairo ha concesso a lei un visto turistico di sei mesi.

È arrivata all'aereoporto Internazionale di Los Angeles il 3 agosto 2000, secondo i Documenti del Tribunale. Gli Ibrahim l'hanno portata nella loro casa spaziosa di 5 locali, favolosa, decorata stile villa toscana, con una fontana zampillante con due angeli.

Le è stato detto di dormire nel garage.

Non aveva finestre, e nemmeno riscaldamento o aria condizionata. Appena è arrivata, l'unica lampadina nel garage si è esaurita. Gli Ibrahim non l'hanno rimpiazzata. Da allora in poi, Shaymaa è vissuta al buio.

Le è stato detto di chiamarli Madame Amal e Hajj Nasser, termini di rispetto. Loro la chiamavano 'shaghala' o serva. I loro cinque figli la chiamavano 'stupida'.

Mentre la famiglia dormiva, lei stirava le divise scolastiche dei gemelli degli Ibrahim, che avevano 5 anni. Poi li svegliava, li pettinava, li vestiva e faceva loro la colazione. Poi stirava i vestiti e preparava la colazione per le tre ragazze, inclusa Heba, che aveva 10 anni, l'età di Shaymaa, la serva di casa.

Mentre loro facevano colazione guardando la TV, Shaymaa puliva la casa principesca. Faceva l'aspirapolvere in ogni stanza, rifaceva i letti, spolverava gli scaffali, puliva le finestre, lavava i piatti e faceva il bucato.

I suoi datori di lavoro non erano mai soddisfatti, dice lei. 'Niente era mai abbastanza pulito per lei'. Entrava e diceva 'questo è sporco', oppure 'non l'hai fatto bene' oppure 'hai rovinato il cibo'', dice Shaymaa.

Lei iniziò a bagnare il letto. Le sue coperte puzzavano. Così faceva la sua maglietta troppo grande e l'altro indumento che indossava.

Mentre faceva il bucato, ha infilato i suoi vestiti nella macchina. Madame le ha dato una manata. 'Mi ha detto che i miei vestiti erano più sporchi dei loro. E che mi era vietato di lavarli lì', dice Shaymaa.

Quando la coppia usciva, attendeva finché sentiva l'auto allontanarsi e poi si sedeva. Sedeva con la schiena ritta perché aveva paura che i suoi vestiti sporcassero lo schienale.

Non le è mai passato per la testa di fuggire. 'Pensavo che fosse normale', dice Shaymaa.

Una storia, due città

Se si potesse trasportare il garage in cui Shaymaa dormiva, sulla strada sabbiosa in cui ora vive la sua famiglia egiziana, esso sarebbe la più bella casa del vicinato.

Le pareti del garage sono fatte di cemento, e non di mattoni di argilla. Il tetto non cede. La porta è isolante. La madre di Shaymaa e i suoi 10 tra fratelli e sorelle vivono in una casa di due stanze, con pareti irregolari e soffitto che si sfalda. Nessuno ha mai avuto un letto per sè, tanto meno una stanza intera per sè. Di notte i corpi si addormentano su divani flosci.

Guardando una foto del garage senza finestre, la madre di Shaymaa ha fatto un gesto d'approvazione.

È molto più pulito del posto in cui molta gente di qui dorme, dice Helal, l'avvocato per i Diritti del Bambino. Dice che il trattamento riservato a Shaymaa presso gli Ibrahim è considerato normale, persino buono, secondo gli standards egiziani.

Nonostante molti lavoratori-bambini vengono abusati fisicamente, il lavoro minorile è raramente perseguito perché il lavoro non è considerato stancante. Molti datori di lavoro si vedono persino come benefattori.

'C'è il concetto che i bambini devono lavorare per aiutare la loro famiglia, ma anche che a loro vien data un'opportunità', dice Mark Lagon, il Direttore dell'Ufficio del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, per il Monitoraggio e la Prevenzione del Traffico di Persone.

È specialmente il caso di famiglie benestanti che trasportano i bambini-servitori in Occidente.

Nel 2006, un Tribunale distrettuale del Michigan ha condannato un cameroonense a 17 anni di prigione, per aver portato una ragazza di 14 anni dal suo Paese, quale domestica non-retribuita.

Lo stesso anno, una coppia marocchina è stata condannata agli arresti domiciliari per aver costretto la loro nipote di 12 anni, marocchina, ad occuparsi del loro bébé, con orari strapazzanti.

Nell'area tedesca, Marylan, una coppia nigeriana ha usato il passaporto della figlia per portare una 14enne nigeriana a casa loro, quale domestica. Ha lavorato per loro per 5 anni prima di scappare, nel 2001.

In Germania, Francia e nei Paesi Bassi ed Inghilterra, immigrati africani sono stati arrestati per aver costretto bambini -dei loro Paesi d'origine- a lavorare come loro servi.

In molti di questi casi, i datori di lavoro rispondevano che avevano preso i bambini con il consenso dei genitori.

La madre della ragazzina cameroonense è andata a Detroit per testimoniare in Tribunale contro la figlia, dicendo che la figlia era un'ingrata nei confronti della bella vita che il datore di lavoro le aveva offerto.

La madre di Shaymaa, Salwa Mahmoud, dice che suo padre credeva che lei avrebbe avuto migliori opportunità in America.

'Non volevo che viaggiasse ma le condizioni della nostra famiglia hanno richiesto che lei lo facesse', ha spiegato Mahmout, una donna tarchiata, con il viso rotondo e i calli a mani e piedi. Le mancano gli incisivi perché non si può permettere di andare dal dentista a ripararli.

'Se fosse rimasta qui in Egitto, avrebbe avuto una vita ordinaria', dice Awatef, la sorella più anziana di Shaymaa, 'proprio come noi'.

Intervento legale

Il 3 aprile 2002, una telefonata anonima ha raggiunto il Dipartimento dei Servizi Sociali di California. Si diceva che una ragazzina viveva in un garage di 28, Pacific Grove.

Un paio di giorni dopo, Nasser Ibrahim ha aperto la porta ad un detective del Dipartimento di Polizia di Irvine. Ha chiesto se qualche bambino vivesse lì sotto la sua custodia. Prima ha detto 'no', poi 'sì', 'un parente lontano'. Ha detto che non l'aveva 'ancora' iscritta a scuola. Faceva dei 'lavori domestici, proprio come gli altri bambini', è quel che è stato detto, secondo il Rapporto di Polizia.

Shaymaa era al piano di sopra a pulire, quando Ibrahim è venuto a prenderla. 'Mi ha detto che non ero autorizzata a dire alcunché', dice Shaymaa. 'Che se dicevo qualcosa non avrei mai più rivisto i miei genitori'.

Quando la polizia ha perquisito la casa, ha trovato diversi video di Shaymaa al lavoro. Ha sequestrato il contratto firmato dai genitori analfabeti di Shaymaa.

Dopo un diniego iniziale, la 12enne Heba ha infine ammesso che Shaymaa aveva vissuto con la sua famiglia per tre anni in Egitto e in California.

La polizia ha messo Shaymaa in un'automobile. Ha notato che le mani di lei erano rosse e dalla pelle secca.

Per mesi Shaymaa ha mentito agli investigatori, dicendo quello che gli Ibrahim le avevano detto di dire.

È rimasta senza dormire per mesi. Le sono stati somministrati 4 tipi diversi di medicamenti. Passava da una famiglia affidataria all'altra. I suoi sbalzi d'umore preoccupavano i suoi tutori. A scuola per la prima volta, lottava per apprendere a leggere.

Gli investigatori hanno fatto in modo che lei potesse parlare con i suoi genitori. Lei ha detto che loro che si sentiva come un 'nessuno' che lavorava per gli Ibrahim, e che voleva tornare a casa. Suo padre le ha urlato dietro.

'Hanno continuato a dirmi che erano brava gente', dice Shaymaa in un'intervista recente. 'È questo il mio errore'.

Tre anni fa ha interrotto i contatti con la famiglia. Da allora rifiuta di parlare in arabo. Non riesce più a parlare nella sua lingua-madre.

Durante il caso del 2006, gli Ibrahim hanno descritto Shaymaa come parte della loro famiglia. Hanno fornito le prove di un suo viaggio con la famiglia a Disneyland.

L'avvocato di Shaymaa ha sottolineato che lei, di 10 anni, non era là per divertirsi, ma per portare i bagagli.

Gli avvocati della coppia hanno raccolto fotografie della casa in cui Shaymaa è cresciuta, incluse le foto della latrina tutta sporca e della sorella che fa il bucato in un secchio.

Nell'arringa finale, Amal dice al giudice che sarebbe scorretto separarla dai figli. Arrabbiata, Shaymaa, allora 17enne, dice che lei non ha visto la sua famiglia per anni.

'Dove stava la loro amorevolezza quando si trattava di me? Non ero anche io un essere umano? Mi sentivo un nulla quando ero con loro', singhiozza.

La coppia viene accusata di tutti i capi, inclusi il lavoro forzato e la schiavitù. Vien loro ordinato di pagare 76'000 Dollari Americani a Shaymaa, soldi che lei avrebbe guadagnato, in base al calcolo di una paga minima.

La sentenza: tre anni di Prigione federale per Ibrahim, e 22 mesi per la moglie, e poi la deportazione per entrambi.

Gli avvocati hanno rinunciato a fare commenti sulla storia.

'Credo che non ci sia un altro termine da usare se non schiavitù-moderna', dice Bob Schoch, l'Agente speciale incaricato dell'Immigrazione a Los Angeles, descrivendo la situazione di Shaymaa.

Shaymaa è stata adottata lo scorso anno da Chuck e Jenny Hall di Beaumont, Calif. La famiglia vive vicino a Disneyland, dove hanno portato Shaymaa una dozzina di volte. Ha ottenuto la maturità di Scuola Superiore quest'estate, dopo aver ripetuto l'esame e spera di diventare una poliziotta.

Shaymaa, che ora ha 19 anni, ha una lista di lavori domestici da svolgere. Indossa un ombretto viola, ha un ragazzo e aggiorna spesso il suo Profilo su MySpace. Le sue mani sono molto curate.

Ma nel suo armadietto, lei tiene una scatola con le foto dei suoi genitori, fratelli e sorelle. 'Non li guardo perché mi fa venir da piangere', dice. 'Come hanno potuto? Sono i miei genitori'.

Quando suo padre è morto, l'anno passato, la sua famiglia non è riuscita ad informarla.

Ritorno al Cairo

Un pomeriggio appena passato, al Cairo, Madame Amal entra nel salone del suo complesso abitativo, indossando degli occhiali da sole 'design' e un foulard 'chic'.

Dopo circa due anni una prigione degli Stati Uniti, vive ancora nello spazioso appartamento in cui Shaymaa ha lavorato come sua domestica.

L'appartamento è adornato stile palazzo di Luigi XIV, con sofà decorativi, vasi con foglie dorate e quadri a dimensione reale di lei e di suo marito.

Non accetta di essere intervistata sulla storia.

Prima che la porta si chiuda dietro di lei, una ragazzina scivola dentro portando delle borse di frutta e verdura. Indossa una maglietta trasandata. I suoi piccoli piedi indossano delle ciabattine che scivolano sul pavimento. I suoi occhi guardano a terra.

Si direbbe che abbia circa 9 anni.

[ Foto: Shaymaa Oggi, a 19 anni, parla della sua esperienza in apposite Conferenze ]

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At the moment, one of the main actors exploiting these defects, is Islam, so this site pays particular attention to that threat.

Islam, operating at the micro and macro levels, is unstoppable by individuals, hence: "It takes a nation to protect the nation". There is not enough time to fight all its attacks, nor to read them nor even to record them. So the members of 4F try to curate a representative subset of these events.

We need to capture this information before it is removed.  The site already contains sufficient information to cover most issues, but our members add further updates when possible.

We hope that free nations will wake up to stop the threat, and force the separation of (Islamic) Church and State. This will also allow moderate Muslims to escape from their totalitarian political system.

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These 4 freedoms are designed to close 4 vulnerabilities in Secular Democracy, by making them SP or Self-Protecting (see Hobbes's first law of nature). But Democracy also requires - in addition to the standard divisions of Executive, Legislature & Judiciary - a fourth body, Protector of the Open Society (POS), to monitor all its vulnerabilities (see also Popper). 
1. SP Freedom of Speech
Any speech is allowed - except that advocating the end of these freedoms
2. SP Freedom of Election
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