ANTISEMITISMO ISLAMICO: LASCITO DEL NAZISMO O DEL CORANO?
Published on 05/05/10 at 00:07:30 GMT by pvmantel
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Antisemitismo islamico: lascito del Nazismo o del Corano?
di Robert Spencer, traduzione di Paolo Mantellini
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La diffusa favola che l’antisemitismo islamico è derivato dal Nazismo, è uno dei tipici esempi di pio desiderio e di ostinata cecità. I suoi sostenitori immaginano che l’islàm sia una “Religione di Pace” senza elementi antisemiti (conoscete il ritornello, l’islàm rispetta il “Popolo del Libro” ecc. ecc.) che, purtroppo, è stata corrotta dai Nazisti. Così, per eliminare il problema, basta eliminare gli elementi derivati dal Nazismo e riportare i musulmani agli originali princìpi del Corano e il jihad svanirà. Che meraviglia! A parte il fatto che è un’idea completamente infondata e basata sull’ignoranza e sulla negazione della dottrina del jihad, della supremazia dell’islàm e dell’antisemitismo del Corano.
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Da ricordare anche quanto la mia stimata e infaticabile collega e collaboratrice, Pamela Geller ha rivelato a proposito del ruolo fondamentale giocato nell’Olocausto dal Muftì di Gerusalemme e dalle sue trasmissioni radiofoniche.
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1 Pamela Geller 2 Mohammad Amin al-Husayni, gran Mufti di Gerusalemme, incontra il Fürer
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Ed ecco l’articolo di Allan Hall pubblicato sul Telegraph il 21 Aprile, dal titolo “Un libro sostiene che le radici del fonamentalismo [sic!] islamico derivano dalla propaganda Nazista per il mondo Arabo”:
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Secondo quanto afferma un nuovo libro, le radici del fanatismo islamico possono essere fatte risalire ai messaggi radiofonici di Adolf Hitler trasmessi in tutto il mondo Arabo durante la Seconda Guerra Mondiale.
“L’unica vostra speranza di salvezza è la distruzione degli Ebrei prima che siano loro a distruggervi!” disse Hitler in un messaggio del 1942, uno delle migliaia di trasmissioni al Medio Oriente nel tentativo di blandire il mondo Arabo.
In una trasmissione indirizzata a suscitare una sommossa antisemita in Egitto, dichiarò: “Un gran numero di Ebrei residenti in Egitto, insieme a Polacchi, Greci, Armeni e Francesi, possiede armi e munizioni.
“Alcuni Ebrei del Cairo hanno addirittura chiesto alle Autorità Britanniche di piazzare mitragliatrici sui tetti delle loro case” ha anche affermato.
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Ma le trasmissioni Naziste del periodo bellico sono rimaste largamente nascoste nella storia del conflitto fino a quando non furono riesumate da uno studioso Statunitense, che sostiene che abbiano alimentato continui disordini in Medio Oriente.
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“Il conflitto tra Israele e i Palestinesi sarebbe finito da tempo se non fosse per l’intransigente odio, su base religiosa, degli Ebrei che fu chiaramente illustrato e a cui fu fornita assistenza dai propagandisti del Nazismo e che continuò dopo la guerra da islamisti di vario genere” ha dichiarato Jeffrey Herf, un professore di storia dell’Università del Maryland...
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Herf non è il primo a sostenere questa ottimistica e fantastica idea. Il giornalista Lawrence Wright scrive secondo questa linea nel suo libro “The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11 [La torre incombente: Al-Qaeda e la via verso l’11 Settembre]”:
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Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale … gli Ebrei vissero al sicuro – anche se sottomessi – sotto il dominio musulmano per 1200 anni, godendo totale libertà religiosa; ma negli anni ’30, la propaganda Nazista sulla radio in lingua Araba ad onde corte, associata alle calunnie dei missionari Cristiani nella regione, infettarono l’area con questo antico pregiudizio Occidentale [l’antisemitismo]. Dopo la guerra, il Cairo divenne un rifugio sicuro per i Nazisti, che consigliavano esercito e governo. L’ascesa del movimento islamista coincise con il declino del fascismo, ma in Egitto si sovrapposero, e il virus si trasmise a un nuovo portatore.
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3 Jeffrey Herf 4 Lawrence Wright
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Questa è un opinione comune, ma la realtà è che nell’islàm esiste un forte ceppo originario di antisemitismo, radicato nel Corano. Il Libro sacro dei musulmani contiene una grande quantità di materiale che costituisce il fondamento di un odio per gli Ebrei continuato per tutta la storia islamica. E’ contagioso e difficile da eradicare. Il Corano dipinge gli Ebrei come i più scaltri, i più ostinati e più implacabili nemici dei musulmani – e non esiste alcuna Autorità islamica che abbia mosso un dito per mitigare la più deleteria interpretazione di questa rappresentazione. Il materiale Coranico relativo agli Ebrei costituisce il prisma attraverso cui troppi musulmani hanno guardato e guardano il conflitto Israelo-Palestinese – e gli Ebrei in generale – fino ai giorni nostri.
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Una nitida dimostrazione di questa realtà comparve in modo evidente nel 2004 su “Islàm Online ”, un sito web fondato nel 1997, insieme ad altri, dallo Sceicco Yusuf al-Qaradawi, conosciuto internazionalmente. Benché al-Qaradawi si sia guadagnato il plauso di uno studioso del calibro di John Esposito, per essersi impegnato in “una interpretazione riformista dell’islàm e della sua relazione con la democrazia, il pluralismo e i diritti umani”, questo impulso “riformista” non pare si sia esteso alle sue idee sugli Ebrei (ha giustificato le esplosioni suicide contro i civili Israeliani) o alle idee sugli Ebrei che ha permesso fossero pubblicate sul Islàm Online.
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5 Yusuf al-Qaradawi 6 John Esposito
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Nel 2004 il sito pubblicò un articolo dal titolo “Gli Ebrei come descritti nel Corano”, in cui lo Sceicco 'Atiyyah Saqr, il precedente capo del Comitato per le Fatwe della più rinomata Istituzione dell’islàm Sunnita, l’Università Al-Azhar del Cairo, descrive in modo agghiacciante gli Ebrei, dipingendoli a tinte fosche e negative, corredate da abbondanti citazioni del Corano. Tra le altre accuse che rivolge agli Ebrei, Saqr afferma che “sono abituati ad inventare le cose e ad attribuirle falsamente ad Allah”; a loro piace “ascoltare le menzogne”; disobbediscono ad Allah e ignorano i suoi comandamenti; augurano ogni “male alla gente” e cercano di “trarla in inganno”; e “stanno male quando vedono che gli altri sono felici mentre si rallegrano quando sono afflitti da disgrazie”. Aggiunge anche che “ per loro è facile scannare e uccidere gli innocenti” perché “sono spietati e senza cuore”. E dopo ogni accusa riporta la corretta citazione Coranica (includendo, tra le altre, 3:75; 5:64; 3:181; 5:41; 5:13; 2:109; 3:120; 2:61; 2:74; 2:100; 59:13-14; 2:96; e 2:79).
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Benché offra molti esempi tratti dal Corano per confermare queste caratteristiche perverse degli Ebrei, Saqr non cita i noti brani Coranici in cui un furibondo Allah trasforma gli Ebrei in scimmie e maiali: 2:63-66; 5:59-60; e 7:166. Il primo di questi brani ci mostra Allah mentre dice agli Ebrei che hanno “profanato il Sabato”: “Siate come scimmie reiette!” Continua dicendo che questi maledetti serviranno da “monito per il loro tempo e per tutti i tempi che verranno”. Il secondo ci mostra Allah che ordina a Maometto di ricordare al “Popolo del Libro” “coloro che incorsero nella maledizione di Allah e nella Sua ira, coloro che trasformò in scimmie e maiali, coloro che venerarono il male”. Il terzo è una ripetizione dei precedenti, in cui si riferisce degli Ebrei che interruppero il Sabato che, quando “nella loro insolenza trasgredirono (tutti) i divieti”, Allah disse loro “Siate voi scimmie disprezzate e reiette”.
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Secondo la teologia islamica tradizionale, questi passaggi non si applicano a tutti gli Ebrei. Il classico commentatore del Corano, Ibn Kathir, il cui commento è ampiamente diffuso e rispettato tra i musulmani anche oggi, cita precedenti saggi che affermavano che “coloro che violarono la santità del Sabato furono trasformati in scimmie, poi morirono senza progenie” e che “vissero sulla terra solo per tre giorni, poiché nessuna persona trasformata può vivere per più di tre giorni”. “Mentre parti del Corano sono ostili agli Ebrei, in questo caso, la maledizione di Maometto era limitata ai profanatori del Sabato, e non a tutti gli Ebrei.
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Tuttavia, ciò non ha impedito ai jihadisti contemporanei di riferirsi frequentemente agli Ebrei come ai “discendenti di scimmie e maiali”. Si sottintende di conseguenza che gli Ebrei di oggi sono di natura bestiale e nemici di Allah, proprio come lo furono i profanatori del Sabato. Il Grande Sceicco di Al-Azhar, Muhammad Sayyid Tantawi, recentemente scomparso, che fu l’ecclesiastico più rispettato al mondo dai musulmani Sunniti, definì gli Ebrei “i nemici di Allah, discendenti di scimmie e maiali”. Lo Sceicco Saudita, Abd al-Rahman al-Sudayyis, imam della principale moschea della Mecca, la città più santa dell’islàm, ha affermato in un sermone che gli Ebrei sono “la feccia della razza umana, i ratti del mondo, i violatori di patti e accordi, gli assassini dei profeti e la prole di scimmie e porci”-
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7 Muhammad Sayyid Tantawi 8 Università Al-Azhar, il Cairo
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Un altro Sceicco Saudita, Ba'd bin Abdallah al-Ajameh al-Ghamidi, ha reso esplicito questo collegamento: “Il comportamento attuale dei fratelli di scimmie e maiali, la loro doppiezza, la violazione degli accordi e la profanazione dei luoghi sacro … è collegato alle azioni dei loro antenati nei primi periodi dell’islàm – il che prova la grande somiglianza tra tutti gli Ebrei che vivono oggi e quelli che vissero all’alba dell’islàm”. Una pubblicazione di HAMAS del 1966 afferma che gli Ebrei di oggi hanno un’indole bestiale e questa è una manifestazione della punizione inflitta ai loro antenati. Nel Gennaio 2007, il Presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, dichiarò “I figli d’Israele sono ricordati come i corruttori (dell’umanità) sulla terra”, citando il Corano, 5:64.
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Tutto ciò dimostra che i più alti dirigenti musulmani non affrontano il Corano come un documento radicato nella storia, ma come uno schema per comprendere il mondo di oggi. In questo modo, lo Sceicco 'Atiyyah Saqr descrive gli insegnamenti del Corano concludendo che, poiché gli Ebrei “si ribellarono contro i comandamenti divini … non ricevettero mai una calda accoglienza in alcuno dei paesi in cui cercarono di stabilirsi. Piuttosto, furono scacciati o vissero isolati”. Inoltre, “Allah Onnipotente ci ha assicurato che manderà persone che verseranno su di loro una pioggia di severi castighi che durerà fino al Giorno del Giudizio”. Poi arriva la minaccia: “Tutto ciò ci reca la buona notizia dell’imminente vittoria dei musulmani sopra di loro se manterranno forte la fede e assoluta la fiducia in Allah e useranno i mezzi messi a disposizione dalla tecnologia moderna”.
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I commentatori classici del Corano non cercano di mitigare le parole Coraniche contro gli Ebrei, ma aggiungono combustibile all’incendio. Ibn Kathir ha spiegato il versetto 2.61 (“furono colpiti dall'abiezione e dalla miseria e subirono la collera di Allah”) in questo modo: “Questo Ayah [versetto] indica che i figli di Israele furono afflitti dall’abiezione e che ciò continuerà, il che significa che questa situazione non avrà mai fine. Continueranno ad subire l’umiliazione da parte di tutti quelli che hanno rapporti con loro oltre alla vergogna che provano internamente”. Un altro commentatore medioevale, ancora molto influente, 'Abdallah ibn 'Umar al-Baidawi, spiega lo stesso versetto in questa maniera: “Gli ebrei sono umiliati e abietti per lo più per loro spontanea volontà o per paura che la loro jizya [tassa punitiva di protezione sul Popolo del Libro] venga raddoppiata”.
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Ibn Kathir riporta tradizioni islamiche che predicono che alla fine del mondo “gli Ebrei sosterranno il Dajjal (il Falso Messia) e i musulmani, insieme a 'Isa [Gesù], figlio di Maria, uccideranno gli Ebrei”. Nell’islàm l’idea che la fine del mondo sarà caratterizzata dai musulmani che uccidono gli Ebrei deriva dallo stesso profeta Maometto, che disse: “L’Ora non sarà stabilita finché non combatterete contro gli Ebrei e la pietra dietro cui l’Ebreo si nasconderà non dirà: ‘O musulmano! ecco un Ebreo che si nasconde dietro di me, uccidilo!’ [Adith Sahih Muslim, Libro 41, N° 6985, N.d.T.]”. E certo non sorprende che questo sia un tema favorito e ricorrente tra i jihadisti contemporanei.
Il 30 Marzo 2007 il Dr. Ismail Radwan, portavoce di HAMAS, dichiarò alla Televisione dell’Autorità Palestinese:
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L’Ora [della Resurrezione] non arriverà fino a quando i musulmani non combatteranno gli Ebrei e i musulmani non li uccideranno e la roccia e l’albero non diranno: ‘O musulmano, o servo di Allah, c’è un Ebreo dietro di me, uccidilo!’
Dobbiamo ricordare alla nostra nazione Araba e musulmana, ai suoi dirigenti e al suo popolo, ai suoi studiosi e ai suoi studenti, dobbiamo ricordare a tutti loro che la Palestina e la Moschea Al-Aqsa non saranno liberate né dai Vertici né dalle Risoluzioni Internazionali, ma saranno liberate dal fucile. Non saranno liberate da negoziati, ma saranno liberate dal fucile, perché questa occupazione non conosce altra lingua che la lingua della forza … O Allah dai forza all’islàm e ai musulmani, e conduci alla vittoria i tuoi devoti che combattono nel jihad, in Palestina e altrove … Allah elimina gli oppressori Ebrei, gli Americani e i loro alleati!”
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La storia degli Ebrei che vivevano sotto il dominio musulmano è più o meno, una ininterrotta registrazione di umiliazioni e miserie sancite su basi teologiche. Come ai Cristiani, anche agli Ebrei era permesso praticare la loro religione, se pur entro limiti definiti, ma gli fu raramente permesso di dimenticare la loro umiliazione. Sebbene il rigore con cui erano applicate le leggi della dhimmitudine (lo stato di servaggio di Ebrei e Cristiani) variasse, queste non furono mai abolite e in tempi di rilassamento le popolazioni sottomesse vivevano sempre nel timore che avrebbero potuto essere rafforzate con maggiore severità. I governanti musulmani non dimenticarono che il Corano stabilisce che sia gli Ebrei che i Cristiani debbano “sentirsi sottomessi”. Un esempio degno di nota è riportato dallo storico Arabo Phillip Hitti: “Il Califfo al-Mutawakkil nel 850 e nel 854 decretò che Cristiani ed Ebrei dovessero affiggere immagini lignee di diavoli sulle loro case, livellare le loro tombe al livello del suolo, indossare fuori di casa vesti color miele, cioè gialle, mettere sugli abiti dei loro schiavi due pezze gialle … e cavalcare solo muli o asini con selle di legno contrassegnate da due palle grandi come melegrane fissate sull’arcione [la parte posteriore della sella]”. Dopo un millennio, nel 1888 quasi nulla era cambiato.
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9 Mahmoud Abbas 10 Ismail Radwan 11 Moschea al Aqsa
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Un Ebreo Tunisino ha scritto:
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In questo paese agli Ebrei è proibito indossare abiti uguali a quelli dei musulmani e non possono indossare il Tarbush [un copricapo rosso simile al fez, N.d.T.]. Può essere visto inchinarsi con tutto il corpo davanti a un bambino musulmano e consentirgli il tradizionale privilegio di colpirlo in viso, un gesto che può comportare gravi conseguenze. In verità, chi scrive ha subito queste percosse. In questa materia, il colpevole agisce nella più completa impunità, poiché questo comportamento è una abitudine consolidata da tempo immemorabile.
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Nel 1291 Isaac ben Samuel, un Ebreo Palestinese, noto Kabbalista, cercò rifugio in una regione Cristiana della Spagna, dopo il crollo dell’ultimo regno Crociato del Levante. Spiegò il fatto dicendo: “Perché, agli occhi dei musulmani, i figli di Israele sono aperti agli abusi come campi senza protezione. Anche nella loro legge e nei loro ordinamenti stabiliscono che la testimonianza di un musulmano deve sempre essere creduta contro quella di un Ebreo. Per questa ragione i nostri Rabbini, di cui veneriamo la santa memoria, dissero: ‘Piuttosto sotto il giogo di Edom [la Cristianità] che quello di Ismaele [l’islàm]. Essi [i Rabbini] implorarono misericordia davanti al Santo Unico, che Lui sia Lodato, dicendo ’Signore del Mondo, concedici di vivere sotto la Tua ombra, o almeno sotto quella dei figli di Edom’ (Talmud, Gittin 17a)."
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La scelta di ben Samuel di rifugiarsi nella Spagna cristiana è paradossale, dato che si suppone che la Spagna musulmana sia stata una famosa eccezione alla oppressione degli Ebrei che prevaleva altrove sia tra i Cristiani che tra i musulmani. La panegirista dell’islàm, Karen Armstrong, illustra la prevalente opinione quando afferma che “fino al 1492 Ebrei e Cristiani vivevano tutti insieme pacificamente e proficuamente nella Spagna musulmana – una coesistenza impossibile altrove in Europa”. Anche il Dipartimento di Stato degli USA ha affermato che “in Spagna, durante il periodo islamico, Ebrei, Cristiani e musulmani vivevano insieme in pace e con mutuo rispetto, creando una società diversificata, in cui avvennero vivaci scambi di idee”.
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12 Phillip Hitti 13 Tarbush 14 Karen Armstrong
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Eppure, il filosofo Maimonide, un Ebreo che aveva vissuto per qualche tempo nella Spagna musulmana e che poi era fuggito da quella terra generalmente ritenuta tollerante e pluralistica, affermò: “Sapete, fratelli miei, che a causa dei nostri peccati Dio ci ha gettato in mezzo a questo popolo, la nazione di Ismaele, che ci perseguita senza posa ed escogita modi per nuocerci e per avvilirci … Nessuna nazione ha mai fatto più danni a Israele. Nessuna l’ha uguagliata nell’avvilirci ed umiliarci. Nessuna è riuscita a ridurci come questa ci ha ridotti … Abbiamo sopportato l’umiliazione che ci hanno imposto, le loro menzogne e le loro assurdità, che sono oltre il limite di ogni umana sopportazione”.
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Degno di nota, Maimonide stabilì che gli Ebrei potevano insegnare la legge rabbinica ai Cristiani, ma non ai musulmani, perché, diceva, i musulmani interpreteranno quanto verrebbe loro insegnato “secondo i loro erronei princìpi, e ci opprimeranno. Per questo motivo … odiano tutti [i non-musulmani] che vivono tra di loro”. Mentre i Cristiani, aggiungeva, “ammettono che il testo della Torah, come noi lo abbiamo, è autentico” a differenza della opinione islamica che sostiene che Ebrei e Cristiani hanno corrotto le loro Scritture. I Cristiani, continuava Maimonide, “non trovano, nella loro legge religiosa alcuna contraddizione con le nostre”.
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Anche María Rosa Menocal, nella sua romantica e fantasiosa agiografia della Spagna musulmana, The Ornament of the World, riconosce lo stato di cittadini di seconda classe in cui Ebrei e Cristiani erano relegati. “In cambio di questa libertà di coscienza religiosa, il Popolo del Libro (i pagani non avevano questo privilegio) era loro richiesto il pagamento di una tassa speciale – i musulmani non pagavano tasse – e l’osservanza di numerosi obblighi restrittivi: a Cristiani ed Ebrei era proibito ogni proselitismo verso i musulmani, la costruzione di nuovi edifici di culto, l’esposizione di croci o di campane. In definitiva era vietava quasi ogni esibizione pubblica dei loro riti religiosi”.
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15 Mosè Maimonide 16 Maria Rosa Menocal
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Secondo lo storico Richard Fletcher “la Spagna Moresca non era una società tollerante e illuminata neppure nella suo periodo più raffinato. Il 30 Dicembre 1066, circa quattro mila Ebrei furono massacrati a Granada da una folla di musulmani inferociti – più di quanti furono uccisi negli infami pogrom dei Crociati nella valle del Reno a metà del XII secolo. Ciò che fece infuriare i musulmani di Granada fu il potere politico del visir Ebreo Samuel ibn Naghrila e di suo figlio Giuseppe: la folla si sentiva offesa perché questi uomini avevano autorità sui musulmani, cosa che loro vedevano come una “violazione della sha’ria”. La folla fu incitata ad uccidere gli Ebrei da un poema composto dal giurista musulmano Abu Ishaq: “Io stesso sono arrivato a Granada e ho visto che questi Ebrei si immischiavano nei suoi affari … Così, affrettatevi a trucidarli, è un ottimo lavoro, con cui vi guadagnerete la benevolenza di Dio, offrendoli in sacrificio, come grassi montoni”.
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La folla seguì il suo richiamo. Un cronista musulmano (e successivamente Sultano di Granada), 'Abd Allah, riportò che “sia la gente comune che i nobili erano disgustati dalla furbizia degli Ebrei, dagli evidenti cambiamenti che avevano introdotto nell’ordine naturale delle cose, e dalla posizione che occupavano in violazione del loro patto [di cittadini di seconda classe].” E riferì che la folla “passò a fil di spada ogni Ebreo della città e arraffò grandi quantità delle loro proprietà”.
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“Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i Giudei …” – Corano 5:82. Hitler non ha scritto il Corano.
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L’antico Corano di Utman, Adolf Hitler e un Corano moderno
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Titolo originale: ”The persistent fiction that Islamic anti-Semitism is a borrowing from Nazism”
Pubblicato su:
http://www.jihadwatch.org/2010/04/the-persistent-fiction-that-islam... il 21 Aprile 2010
Tradotto e illustrato da Paolo Mantellini
Robert Spencer è il Direttore di Jihad Watch. E’ autore di nove libri sulla jihad e il terrorismo islamico, tra cui i bestsellers del New York Times: “The Politically Incorrect Guide to Islam (and the Crusades)” [in Italiano: Guida (politicamente scorretta) all'Islam e alle crociate, Editrice Lindau, 2008] e “The Truth About Muhammad”.
Questo testo può essere trasmesso o inoltrato purché venga presentato in forma integrale e con informazioni complete sul suo autore, data e luogo di pubblicazione e URL originale.